Laboratorio Sobrero (51): L'influenza spagnola e altre vicende minime nel lager di Ellwangen (5 luglio - 27 settembre 1918)

Diario di prigionia di A. F. Sobrero (p. 76, particolare)
Alla fine del mese di giugno 1918 si chiudeva l'importante capitolo culturale rappresentato dalla rivista «Italia», nel lager di Ellwangen (si veda laboratorio 50). Noi, pur orfani della puntuale documentazione sulla vita del campo fornita da questo giornale, continueremo a seguire le vicende dei detenuti italiani attraverso le pagine del diario di prigionia (inedito) del tenente Anna Felice Sobrero, le quali, all'inizio del mese seguente, registrano l'inquietante notizia dell'incontro del nostro con un "nemico" potenzialmente più infido dei molti incontrati in battaglia, che avrebbe presto provocato una vera ecatombe in tutto il mondo, "uccidendo tra cinquanta e cento milioni di persone": 

Diario di prigionia di A. F. Sobrero (pagg. 78 e 79)

5 e 6 luglio. Malato influenza spagnola!

7 luglio, domenica. Sono malato in letto.
Conferenza di Bandini su Mazzini.
Sono venuti a trovarmi il colonnello Porro, Mazzino, De Regis... 

L'influenza spagnola, la più grande pandemia del Novecento, era comparsa in diversi paesi europei nel febbraio di quello stesso anno (a maggio, in Italia), diffondendosi quindi rapidamente in tutto il pianeta. Se il primo apparire del virus fu relativamente benigno, l'infezione si sarebbe ripresentata in successive ondate, travolgendo "il mondo in un battito di ciglia". I maggiori danni, questa malattia, li avrebbe prodotti "nel corso di tredici settimane, tra la metà di settembre e la metà di dicembre 1918" (nota 1). Dunque, per Sobrero, l'essersi ammalato all'inizio di luglio rappresentò certamente una fortuna che gli permise di affrontare la forma meno dannosa del virus e divenirne in seguito immune. È questo un esempio dei molti fatti casuali, del tutto fuori da ogni possibilità di controllo del singolo, che permettono a un soldato di fare ritorno a casa. Così, il 10 luglio, a solo cinque giorni dalla comparsa dei primi sintomi (che non dovettero essere lievissimi se, il 7, egli annotava: "Sono malato in letto"), Sobrero si dichiarava "quasi guarito", mentre la vita del campo procedeva apparentemente immutata:

10 luglio. Sono quasi guarito.

13 luglio. Ricevuto avviso presentazione visita medica per ordine superiore.
Spettacolo teatrale: Lealtà di Novelli [nota 2].

14 luglio. Teatro.

18 luglio. Eseguito quadro "Polo Nord" per D'Albertis!

19 luglio. Provato la Speranza di Rossini con orchestra e cori. Garsia mi fa la poesia al Leonesi.

Favola del tenente Garsia, 20 luglio 1918
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Risanato dall'influenza, il nostro passava ad altre questioni, appuntando, il 19 luglio, la seguente nota: "Garsia mi fa la poesia al Leonesi". Dicitura che ci rassegneremmo a considerare indecifrabile se non avessimo rintracciato, tra le sue carte, il foglietto che riporta tale composizione:

FAVOLA
L'arte scherza con te come una cara
folle bambina dai riccioli ardenti
di fremiti e colori: folle e ignara
bambina dalle risa impertinenti.
Tu la insegui, Sobrero, ma essa corre
tanto veloce, che ti fa stancare:
tu ti riposi all'ombra di una torre
e ti vien la monella a stuzzicare.
Povero amico! Sbuffi e guardi il cielo...
Essa ti fa il solletico ed intanto
attorno attorno ti si stringe un... velo
di favole e di fili: per incanto.
Della piccola fata, prigioniero
sei, né tu puoi sfuggire alla monella,
che per vendetta, o misero Sobrero,
già t'ha rinchiuso in una stretta cella
della torre, facendoti altre dieci smorfie
seguita da una compagnia
di nani, clowns, Tommy, di Mimeci,
di Cirillini, di Checche e di Garsia...
Il terrore ti vince, ma di piglio
dato ai colori e al nobile pennello
metti fra quei felloni lo scompiglio...
Or non ti resta che il sorriso bello
dell'arte, folle bimba, colorire.
Ma ella di là d'alpe ti prepara
dolce sorpresa che non si può dire
per compensarti della stizza amara.
Garsia
Ellwangen, 20 luglio 1918
Non è agevole decodificare i molti riferimenti e sottintesi di questo curioso testo, dedicato a Sobrero da quel tenente Garsia che, il 5 maggio, aveva tenuto una applaudita conferenza all'interno del campo sul tema del "Rinascimento italiano" (vedere laboratorio 49). In ogni modo, questa "favola", che gioca non senza ironia con lo stato di prigionia di Sobrero - assegnandolo paradossalmente alla vessazione dell'arte, "cara folle bambina dai riccioli ardenti", piuttosto che a quella del nemico -, ci pare possa dare qualche interessante indicazione sui rapporti, ad un tempo goliardici e affettuosi, che vigevano tra i detenuti. Offrendoci inoltre qualche motivo di riflessione (non del tutto inutile ai nostri giorni) sul valore assegnato a quei tempi, e anche in un tale contesto, al talento artistico, capace di ripagare chi lo possiede (assai più di altre ben più pratiche qualità detenute dal nostro, quali la conoscenza delle lingue straniere, l'attitudine a creare relazioni fruttuose, la leadership, la perizia tecnica...) da ogni "stizza amara" (riferita, nello specifico, certamente ai dolori della cattività, ma probabilmente anche a qualche altra questione interna al campo difficile da ricostruire).
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (pagg. 80 e 81)

Proseguiamo ora nella lettura del diario, omettendo le molte notazioni relative a pacchi alimentari e corrispondenza, dando invece la precedenza a ciò che in qualche modo ci guidi all'interno delle lunghe e stordenti giornate che si susseguivano nel lager:  

26 e 27 luglio. Rappresentazione teatrale.

28 luglio. Rappresentazione teatrale: La fine dell'amore [nota 3].

31 luglio. Faccio parte della commissione per la vertenza cavalleresca [nomi illeggibili].

4 agosto (domenica). Musica.

5 e 6 agosto. Proposta elettorale. Propaganda Meregalli.

7 agosto. Bagno.

9 agosto. Prove a teatro e con D'Albertis.

10 agosto. Rappresentazione. Regalo della bacchetta a Mimeci e mio discorso.

11 agosto (domenica). Rappresentazione.

15 agosto. Perquisizione: scoperta galleria. Trasloco in camera nuova con Piccalunga, Dell'Orto e Sala.

16. agosto. Prove concerto.
Concerto con D'Albertis. Grieg: sonate I, II e III [nota 4].
Aumento dell'orchestrina con corno, tromboni, cornetta, batteria, tamburo, piatti, grancassa.

24 agosto. Teatro, prova con orchestra.

25. Teatro. Pranzo di inaugurazione camera.

1 settembre (domenica). Scoperta galleria baracca 3. Sospensione del mio concerto.

8 settembre. Passeggiata a Schömberg (funzione).

9 settembre. Suonato concerto con D'Albertis.

20 settembre. Cena delle beffe [nota 5].

25 settembre. Suonato all'aperto per onomastico [del colonnello] Porro.

27 settembre. Visita del Nunzio. Discorso.
Oltre ai numerosi appunti riferiti a iniziative artistiche, che evidenziano quanto fosse ancora culturalmente intensa la vita del campo, il diario riporta ben due segnalazioni di tentativi di fuga italiani sventati (in data 15 agosto e 1 settembre). Tentativi, da quanto si può capire, velleitari e quasi dimostrativi, puntiti dai carcerieri, tra l'altro, piuttosto blandamente. Una sorta di (cavalleresca) dialettica tra le parti, si direbbe. Il civile comportamento dei tedeschi nei confronti dei prigionieri è attestato d'altronde anche dalla relazione di Eugenio Pacelli (che nel 1939 sarebbe salito al soglio pontificio come Pio XII), il quale, in qualità di nunzio apostolico in Germania, visitò il campo di Ellwangen il 27 settembre. Ecco come il futuro papa descrisse tale esperienza:

Giunsi venerdì mattina 27 corrente nella graziosa e cattolica città di Ellwangen (Württemberg), chiamata la "Roma sveva". Ricevuto alla stazione dall'ottimo monsignor de Keppler, vescovo di Rottenburg, dal comandante signor barone von Gemmingen, egregio cattolico, dallo zelante parroco locale, sacerdote Staudenmaier, di cui fui ospite, ed ossequiato da grande concorso di popolo, che s'inginocchiava al mio passaggio per le vie della città imbandierata dai colori Pontifici, celebrai la S. Messa nella chiesa parrocchiale e mi recai poi subito nel campo, accompagnato dal sullodato vescovo. Erano ad attendermi il detto comandante coi suoi aiutanti e poi il Generale italiano Farisoglio che, colle lagrime agli occhi, mi diede il benvenuto a nome dei prigionieri. [...] Quindi, visitati i principali locali del campo, ricevetti fino alla sera i molti prigionieri [...]. Ebbi da loro naturalmente uno straordinario numero di svariate domande di ordine generale (presentatemi specialmente dal generale Farisoglio e dal colonnello Porro, che s'intrattennero con me lungamente), come di indole personale. [...] Debbo ad ogni modo riconoscere che, nonostante le lagnanze e i reclami che mi sono stati avanzati, è questo, grazie ai sentimenti cristiani del barone von Gemmingen, il migliore dei campi per ufficiali prigionieri da me finora visitati in Germania (nota 6)

La circostanza è annotata dal nostro con la consueta asciuttezza: "Visita del nunzio. Discorso.

Chiudiamo riportando qualche brano delle cartoline inviate alla famiglia da Sobrero, nello stesso periodo fin qui trattato, tutte piuttosto simili tra loro e anche piuttosto scarne (e probabilmente non troppo diverse da quelle di molti compagni), ma fondamentali per mantenere vivo il sottile filo che legava il giovane ad una esistenza normale, lontana dalla alienazione della guerra e della prigionia:

8/8/1918 Carissimi,  [...] ricevo cartolina da Adelina, furente perché non le scrivo! Spiegatele voi per bene il perché. Dispongo di otto cartoline normali e qualcuna illustrata per i soli saluti [al mese]. Da indirizzare a voi e in casi speciali ad altri. Datele voi mie notizie. [...] Fra poco son due anni che non vi vedo!! Spero che a questo scadere [della ricorrenza] io sia tra le vostre braccia.

16/8/1918 Carissimi,  [...] ho suonato con il tenente conte D'Albertis un concerto che si è dato qua molto ben riuscito.

28/8/1918 Carissimi, posta da voi non ne ho ricevuta da un po' di tempo, causa la momentanea chiusura della frontiera, ma so che le mie vi giungono ugualmente. [...] Mandatemi qualche libro che mi interessi fra i seguenti manuali Hoepli: Armonia di [G. Giuseppe] Bernardi e Violino, violinisti e musica per violino di [Arnaldo Bonaventura].

31 agosto. Carissimi, [...] Domani mi devo produrre in un concerto dove suonerò diverse cosette classiche e, l'orchestra, altri pezzi.

4 settembre. Carissimi, [...] sto bene. E voi? Domenica suonerò ancora in un trio con violoncello e piano: è l'unico passatempo!

9 settembre. Carissimi, [...] Cesarino come sta? Attendo con ansia nuove di Emilio e Dino. 

13 settembre. Carissimi, [...] posta vostra non ne ho ancora ricevuta! Attendo che mi mandiate le scarpe e il paletot. Me lo fate fare? E le sigarette? Lo so, ho sempre qualcosa da chiedervi, ma abbiate pazienza! Speriamo sia presto tutto finito. Datemi notizie vostre che mi farete piacere: e la fabbrica? Tanti e tanti bacioni.

20 settembre. Carissimi, [...] ho ricevuto finalmente la vostra cartolina n° 79, dopo tanto e tanto tempo che ero senza posta! Sono contento che Emilio e Dino stiano bene, come voialtri tutti. 

27 settembre. Carissimi, [...] abbiamo avuto la visita del nunzio apostolico di Monaco, monsignore Pacelli, e mi fece molto piacere parlargli per avere [le] notizie di Rey (che mi chiedeste): se ne interesserà. Ricordatemi quando fate musica: io penso sempre a voi! Datemi notizie sempre di tutto, e ne sarò consolato. Tanti e tanti bacioni a tutti. Cici.

Intanto, sul fronte italiano, si avvicinava il momento rivelatore della battaglia di Vittorio Veneto (24 ottobre - 4 novembre 1918), i cui fondamentali effetti sulla vita dei detenuti avremo modo di osservare nel prossimo capitolo.


Dario Malini



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Note
1Le informazioni fornite in questo intervento sull'influenza spagnola sono tratte dal recente saggio di Laura Spinney: 1918. L'influenza spagnola: La pandemia che cambiò il mondo, Firenze 2017. 
2. Lealtà è un atto unico, del 1918, di Augusto Novelli, drammaturgo, giornalista e scrittore italiano.
3. Si tratta probabilmente della satira in quattro atti La fine dell’amore del drammaturgo, novelliere, poeta, critico teatrale e musicale napoletano Roberto Bracco (1901).
4. Sonate per violino e pianoforte di Edvard Grieg (1843-1907): n° 1 in fa maggiore op. 8, n° 2 in sol maggiore op. 13, n° 3 in do minore op. 45.
5.  Si tratta del dramma in quattro atti La cena delle beffe di Sem Benelli (1909), ispirato a una novella di Anton Francesco Grazzini. 
6. Pacelli, Eugenio a Gasparri, Pietro del 30 settembre 1918, in: Edizione critica online dei rapporti di nunziatura di Eugenio Pacellis (1917-1929), documento n. 482.

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