La raccolta "Finis Austriae" di Anselmo Bucci: parte seconda

Gli ammiragli (particolare)
Seconda parte della nostra ricognizione sulla raccolta Finis Austriae, l’ultima impresa grafica del periodo bellico di Anselmo Bucci, testimone delle vicende che riguardarono la piazzaforte di Pola nei giorni che segnarono la sconfitta definitiva e il crollo del secolare impero asburgico. 

Fig. 4 A bordo del "Custoza"
Impressioni di vita reale contrassegnano le due rappresentazioni ambientate in spazi chiusi di figg. 4 e 5. Nella fig. 4, A bordo del Custoza, lo sguardo dello spettatore è attratto nei bui alloggiamenti della corazzata austroungarica “Custoza” (nave da guerra trasformata dal 1914 in nave-caserma), dalle note cromatiche di bianco e di blu cobalto delle divise dei marinai austroungarici affaccendati in primo piano e dei gruppi assembrati nello sfondo intorno a tavoli, tra i quali filtrano bagliori luminosi giallo limone. L’opera denota una considerevole sapienza costruttiva nella collocazione delle figure – solide presenze plastiche – dentro l’architettura complessa della nave.

Fig. 5 Il caffè dei Czeco Svovacchi
Un’altra scena di interno magistralmente costruita, più animata e vivace della precedente, osserviamo ne Il caffè dei Czeco Slovacchi (fig. 5), dove ai banchi del locale siedono, gli uni accanto agli altri, militari di fanteria e di marina, uniti a civili di diversa nazionalità. Qui a catturare l’attenzione dello spettatore è una variegata fauna di avventori, i cui copricapi dalle fogge assai varie (dalla bombetta al cilindro, al cappello a larghe tese, ai berretti) riconducono facilmente alla categoria sociale d’appartenenza. Ancora una volta, a costituire oggetto d’interesse della raffigurazione non sono che dei particolari in apparenza minimi, capaci però di rendere plasticamente un momento di pausa e di svago nel contesto della grave incertezza in cui versa la città. In primo piano, estremamente vive, le figure dei due personaggi, un militare austroungarico con i baffi e un uomo con la bombetta, l’uno di fronte all’altro, intenti a consumare un caffè, apparentemente attratti da qualcosa che avviene fuori campo sulla destra. In questo alludere al “fuori scena”, cogliamo una peculiarità compositiva tipica dei modi di Bucci. È inoltre sorprendente come, ancora una volta, l’artista abbia saputo creare un solido impianto compositivo per contenere un flusso di emozioni tanto variegato. A questo riguardo si potrà osservare come le figure siano collocate lungo due diagonali convergenti verso il fondo, lasciando vuota l’area centrale; e come quel vuoto paia gravido dell'ansia e della tensione che l’animazione della folla vorrebbe esorcizzare.

Fig. 6 Gli ammiragli
Bucci non trascura di rappresentare personaggi “importanti”, ritraendoli però secondo il suo modo peculiare di raccontare la quotidianità della guerra. È il caso della litografia Gli ammiragli di fig. 6, in cui tre figure sostano davanti a una draga, nei pressi dell’arsenale raffigurato nello sfondo. Sembrano fermati come in un’istantanea, in una giornata uggiosa. L’opera non indica le precise identità dei protagonisti, la sola informazione che vi si rintraccia riguarda la nazionalità di uno di loro, indicata dalla bandiera italiana sulla manica del cappotto. Si può ipotizzare che si tratti dell’ammiraglio Umberto Cagni che, nei giorni dell’occupazione di Pola, ebbe l’incarico di condurre le trattative con gli omologhi slavi, Metod Koch e Dragutin Prica, i quali presumibilmente vanno identificati negli altri due ammiragli a colloquio con il primo. Il Cagni fu abile nel far riconoscere agli slavi (che, inizialmente intenzionati ad affermare la nazione jugoslava ivi costituita, “avevano cominciato con il non voler cedere né il porto né i forti né le navi e avevano a disposizione trentamila uomini”) il diritto di occupazione degli italiani, sancito dall’armistizio di pace. Dopo il 6 novembre, i tre ammiragli si ritrovarono a convegno per definire tali importanti questioni (nota 2). Tutto ciò pare tuttavia interessare relativamente l’autore di queste opere, proteso a cogliere la cupa atmosfera che grava sul porto, dove la draga svettante assurge a presenza minacciosa, simbolo della fine di un’epoca. In questa grafica si avverte la forza costruttiva, potremmo dire “architettonica”, caratterizzata dal potere strutturante dei neri intensi che contrassegnano le figure e l’enorme gru che domina la scena.
Nel prossimo intervento analizzeremo altre litografie della serie.

Carol Morganti


---------------------
Note

1.Ricondurre il soggetto a qualche specifico evento di quei giorni di novembre a Pola non è agevole, così neppure pare facile stabilire se sia da collocare prima o dopo l’acquisizione della corazzata da parte degli italiani, cui la nave Custoza “venne data in premio” in base agli accordi di pace.

2. Cfr. Bernardo Benussi, Pola nelle sue istituzioni municipali dal 1797 al 1918Parenzo 1923, pp. 243 segg.

Nessun commento:

Posta un commento