Aldo Carpi e la Grande Guerra: la raccolta "Sull’Adriatico" (prima parte)

fig 1 Marinaio del "San Marco"

Questo articolo è dedicato alla raccolta Sull’Adriatico nella quale l'artista-soldato Aldo Carpi riversa la sua esperienza di guerra in Albania, cui prese parte tra l’inverno del 1915 e la primavera del 1916. A
rruolatosi volontario in marina, Carpi fece ritorno in patria portando con sé numerosi schizzi, oggi conservati presso il Museo del Risorgimento di Roma (nota 1). In questi toccanti lavori sono ripresi dal vivo i militari serbi che, incalzati dall'esercito austriaco, si ritirano dalle montagne del nord dell’Albania, diretti verso la costa adriatica, con al seguito un certo numero di prigionieri nemici (nota 2). Si tratta di scene ricolme di angoscia e sofferenza, che denunciano una vera e propria tragedia umanitaria vissuta da quei soldati allo sbando, laceri, affamati, invasi dai pidocchi, affetti dal colera. Da tali disegni Carpi trasse materia per il portfolio di 20 litografie (di grandi dimensioni) qui presentato, commissionatogli dalla Marina italiana che, in quei mesi, stava svolgendo un ruolo decisivo sul fronte balcanico, tra S. Giovanni di Medua, Scutari e Durazzo, dacché era stata investita del difficilissimo compito di dare soccorso ai serbi in ritirata (nota 3) . 

La raccolta Sull’Adriatico si compone di due sezioni: La nostra marina (tavv. I-IX) e La ritirata serba (tavv. X-XX). 

A. La nostra marina

fig 2 Marinaio di sommergibile

Nella prima sezione della raccolta spiccano, per bellezza, forza e solidità, le effigi degli uomini della Marina italiana. Gli «arditi cacciatori d’idrovolanti», gli «inflessibili bombardatori di Cattaro e Durazzo» sono in realtà solo ignoti marinai nei quali - osserva il critico Raffaello Giolli (nota 4) - «Carpi ha potuto mettere tante cose e tanta anima […], perché nella sua anima aveva veduta e vissuta la sua guerra». I visi ripresi in primo piano e i ritratti a figura intera sono definiti da un segno spesso e vigoroso, dalla «saldezza bronzea», dall’«intima semplicità» (nota 5). 

fig. 3 Il Corallino
Scarni elementi di contorno, rapidi scorci di mare nello sfondo, sono funzionali a dare luce e risalto alle figure effigiate, in lavori in cui Carpi dà un volto, una presenza e un valore agli sconosciuti protagonisti di questa fase della guerra marinara. Si vedano le tavole V, VI, VII: Marinaio del "San Marco"Marinaio di sommergibileIl "Corallino" (figg. 1-2-3). 

fig. 4 Trasporto di truppe sull'altra sponda

Nella tavola VIII (fig. 4) sono raffigurate le navi della flotta alleata in procinto di attraversare l’Adriatico, dirette verso le coste albanesi. Imbarcato nell’incrociatore corazzato “San Marco”, Carpi poteva registrare in presa diretta qualche veloce impressione di questo viaggio: il biancheggiare dei flutti spumeggianti, il movimento delle onde prodotto dalle virate delle imbarcazioni, alcuni velivoli appartenenti alle forze dell’Intesa, impegnati a supportarle. Un paesaggio marino per nulla compiaciuto ma severo, ricolmo di tensione e del senso dell’attesa per gli imprevedibili sviluppi di questa complicata missione. Carpi utilizza dei segni rapidi conferendo un forte dinamismo a tutta la scena, quasi intendesse convogliare tutta l’apprensione dei militari in un unico moto vorticoso.

fig. 5 Bombardamento di Durazzo

Nella tav. IX (fig. 5), l’ultima della prima sezione, è rappresentato il bombardamento di Durazzo, una delle azioni dell'Intesa decisive nella guerra balcanica. Ebbe luogo tra il 2 e il 10 ottobre 1916. Sulla destra della litografia, si scorgono, all’interno del porto della città, alcune unità navali componenti la base militare austroungarica, travolte dalle fiamme. Esse vi appaiono, strette nella morsa dell’attacco nemico, tra le navi alleate (di cui, sulla sinistra in primo piano, è delineato il particolare di un incrociatore) e il fitto dispiegamento aereo costellante il cielo soprastante.

La prima sezione qui presentata costituisce la fase preparatoria della raccolta Sull'Adriatico, complessivamente non troppo turbolenta, cui faranno seguito le immagini strazianti costituenti la seconda sezione, come avremo modo di vedere nel prossimo intervento.


Carol Morganti


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Note

1. I disegni a carboncino sono pubblicati, in piccolissime dimensioni, nel volume Pittori soldato della Grande Guerra, a cura di Marco Pizzo, Roma 2001, alle pagine 136-157.  

2. I soldati serbi vennero infine messi in salvo dalla Marina italiana che, dai porti di Durazzo, S. Giovanni di Medua e Scutari, si adoperava per approvvigionare sia i militari sia le popolazioni con i viveri provenienti, in ingenti quantità, da Brindisi. 

3.    In pieno inverno, più di 200.000 soldati serbi, 23.000 prigionieri di guerra austro-ungarici e varie decine di migliaia di profughi civili intrapresero una difficile marcia attraverso l'innevata catena montuosa del Prokletije diretti verso i porti di San Giovanni di Medua e Durazzo occupati da un corpo di spedizione italiano, perdendo migliaia di uomini a causa di ipotermia, stenti, malattie e attacchi degli irregolari albanesi; tra dicembre 1915 e febbraio 1916 una flottiglia di navi da trasporto italiane, francesi e britanniche evacuarono i resti delle forze serbe dai porti albanesi, trasportandole a Corfù: un totale di più di 260.000 persone (di cui circa 145.000-150.000 soldati) furono evacuate con successo dalle navi degli Alleati, oltre la metà delle quali dalla Regia Marina (Cfr.: Pier Paolo Ramoino, Il salvataggio dell’Esercito Serbo in: https://www.cssii.unifi.it/upload/sub/il-salvataggio-dell.pdf)

4.    Nel numero di aprile 1919 di «Pagine d’arte» il critico Raffaello Giolli annunciava la pubblicazione della cartella Sull’Adriatico, in cui erano raccolte 20 litografie di guerra commissionate all’amico milanese Aldo Carpi dalla Marina italiana. L’intervento di Giolli riproduceva la presentazione che aveva già elaborato per la prestigiosa edizione di quelle opere, pubblicata dagli editori Alfieri-Lecroix, con una tiratura di 250 esemplari (Raffaello Giolli, L’album delle litografie di guerra di Aldo Carpi, in «Pagine d’arte», aprile 1919, n. 4, p. 29 e segg.).

5.  R. Giolli, L’album delle litografie di guerra di Aldo Carpi in «Pagine d’arte», aprile 1919, n. 4, p. 29.

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