Laboratorio Sobrero (48): Lo scorrere della vita nel lager di Ellwangen (1 - 30 aprile 1918)

Diario di prigionia di A. F. Sobrero (p. 55)
acquarello
Come abbiamo visto, il 13 marzo 1918 il tenente Anna Felice Sobrero aveva raggiunto il lager di Ellwangen. Dopo la dolorosa esperienza di Rastatt, approdava finalmente in un luogo dove, secondo numerose testimonianze, come
 la seguente del compagno e futuro ministro del governo fascista Felice Guarnieri: “la prigionia è ancora prigionia, con tutte le rinunce e le privazioni che l'accompagnano, ma ci circonda il decoro che compete al nostro grado e alla nostra dignità”. Qui il nostro trascorreva un'esistenza piuttosto tranquilla, segnata, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, dallo scambio epistolare con i familiari, dalle numerose attività culturali organizzate nel campo, dal pensiero del cibo (che l'arrivo frequente di pacchi alimentari rendeva via via meno pressante), dall’attesa della liberazione, di cui era però impossibile prevedere il momento e le condizioni. Così, tutto quello che scriveva in quei giorni sembra descrivere un susseguirsi di eventi minimi, spesso apparentemente irrilevanti, nei quali tuttavia è forse possibile rintracciare alcuni dei significati ultimi della condizione del prigioniero di guerra.
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (p. 47), acquarello
Proseguiamo dunque nella lettura dei suoi scritti, partendo dal diario di prigionia, che riporta, in data primo aprile 1918, il disegno di un bel pesce d'aprile tricolore, ironica allusione, forse, al crudele "scherzo" giocato a Sobrero e compagni dalla guerra italiana. 
Lettera del 2 aprile 1918 (p. 1)
Ma ecco cosa scrisse nella lettera del 2 aprile, a testimoniare come le condizioni di vita nel campo di Ellwangen fossero infinitamente migliori di quelle di Rastatt:
2 aprile 1918. Miei carissimi, il giorno di Pasqua [31 marzo] ho ricevuto da voi la lettera del 7 gennaio e 7 cartoline!!! Quanto sono stato contento! ve lo potete figurare. [...] Ma non è tutto. La vigilia di Pasqua ho ricevuto il vostro pacco biancheria del 2 gennaio [...]! E un pacco dalla Germania dei Plosf [...]. Da questo potete immaginarvi se ho fatto buona Pasqua.
Mi sono cambiato dalla testa ai piedi. E con quello che ha pure ricevuto un cappellano che è qui, abbiamo fatto un pranzetto! [...]
Sono contentissimo che Dino raggiunga Emilio, così starà sicuro. [...] Adesso poi che leggo che anche Agostino è partito per Tortona! [nota: Agostino, Dino ed Emilio sono fratelli minori del nostro].
Attendo vivamente l'esito della proposta della mia medaglia d'argento... ci tengo troppo!! Informatevi al 49°.
Ora vi elenco quello che mi occorrerebbe ancora: il vestito, le pantofole e le scarpe annunziate, che attendo, cinque o sei paia di calze fortissime, fazzoletti, pure forti, da mezza stagione (cotone), filo e aghi, un pezzo di sapone, burro e latte.
Ora qui sto molto meglio e presto mi farò fotografare per inviarvi la mia immagine tutt'altro che emaciata, a comprovare il bene che mi hanno fatto i vostri pacchi!
Nulla mi resta da dirvi per ora. Abbiate tanti e tanti bacioni da Cici. 
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (pagg. 48 e 49)
Quello stesso 2 aprile, scriveva nel diario, testimoniando il mai sopito amore per la musica:
2 aprile. Si incominciano le lezioni di canto, "Barcarola" di A. Boito a tre voci e "La speranza" di G. Rossini.
Con Benamati lavoro alla costruzione delle pantofole.  
Il giorno successivo, annotava nel suo libriccino una nota piuttosto interessante, che evidenzia come le regole del campo vietassero ai prigionieri di tenere un diario e di come, dunque, quello giunto nelle nostre mani abbia dovuto superare innumerevoli prove:
3 aprile. Finora il presente diario si è salvato da tutte le perquisizioni tedesche, ma ora che anche Cicconi è partito e che non posso più nasconderlo [presso di lui], lo sfascio in tanti quaderni... lo rilegherò in Italia... se vi giungerà!
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (pagg. 50 e 51)
Ma proseguiamo nella lettura del "sopravvissuto" diario, che presenta una serie di note assai illuminanti riguardo alla vita bizzarra 
che si trascorreva nel lager di Ellwangen, contrassegnata, oltre che dal pensiero ossessivo dei pacchi, anche da tentativi di fuga, dall'apparizione di misteriosi fantasmi, da numerose attività artistiche e da altri eventi curiosi:
3 aprile. È stata scoperta la buca che gli arditi costruivano sotto la baracca 3, per uscire al di là del reticolato. Delusione! Era già sei metri profonda.

5 aprile. Il "medium" tenente Barletta per la seconda notte è molestato dagli spiriti. A mezzanotte andarono in cerca del cappellano, che inviò l'acqua santa!!!

8 aprile. Sono giunti, dicono, 5000 pacchi. Domani li distribuiranno.

12 aprile. Sono giunti i primi tre violini ordinati a Rosario e Degnoli. Il maggior Asinari, presidente della sala di musica, riunirà un'orchestrina tzigana. Ho ordinato [anch'io] un violino, costa 100 marchi (200 lire).

13 aprile. Pare che, in seguito alle convenzioni per i prigionieri di guerra fra Germania e Italia, il vitto sia un po' migliorato. Ieri sera per cena: uovo sodo, una patata, un piatto di semolino. Accidenti! Sette mesi che non sapevo ancora esistessero le uova.

16 aprile. Scritto lettera a casa.

18 aprile. Ricevuto cinque pacchi di pane !!!!!!!!!!! Ce ne sarà una buona provvista finalmente! Sono tutti di marzo, ma credo siano gli arretrati.

19 Ricevuto pacco da casa, contiene: 1 salame, mortadella, prosciutto, prugne, formaggio, latte, lingua, dadi, cioccolato, fazzoletti, calze, mutande, due cravatte.
Lettera del 16 aprile 1918 (p. 3)
Ed ecco alcuni brani della preannunciata (nel diario) lettera del
16 aprile, di cui riportiamo i brani più interessanti, omettendo le ripetitive precisazioni riguardanti pacchi richiesti, ricevuti o da ricevere, che infarcivano invariabilmente i messaggi indirizzati a casa dai prigionieri:
16 aprile 1918. Carissimi, [...] Dopo avermi impiantato una bella cucinetta economica, ove mi faccio sempre da mangiare, ho pure già tappezzato la cameretta con dei quadretti che dipingo su cartone. Qui poi fra gli ufficiali si tengono conferenze varie (scientifiche, commerciali) e vi prendo sempre parte, così posso studiare un po' e fare trascorrere il tempo velocemente. Ho commissionato il violino e mi dovrà arrivare fra una settimana circa. Vi dirò poi se è buono e com'è, ma credo ottimo. [...] Ricevete tanti e tanti bacioni da Cici, sperando di presto riabbracciarvi.
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (pagg. 52 e 53)
Accingendoci ora a percorrere  la seconda metà di aprile, avremo modo di constatare l'inesauribile 
vitalità di Sobrero, l'innata capacità che gli è propria di superare le inevitabili malinconie della cattività attraverso l'azione e l'osservazione mordace. Assisteremo dunque al suo ottimo pranzo "fatto in camera", il giorno di domenica 21, e al "ritiro generale degli elmetti d'acciaio" dei detenuti da parte dei tedeschi, il 22, situazione cui è dedicato il sarcastico acquarello con cui apriamo questo articolo, a mostrare un militare germanico che, con fare da marionetta, trasporta una pila d'elmi metallici confiscati ai prigionieri, marciando solennemente nel cortile del campo, mentre risuona beffardamente nell'aria la domanda: "Hai visto l'elmo?":
20 aprile. Nevica

21 aprile. Pranzo fatto in camera nostra (con Benamati, Trentin e Felici). Menu: Antipasto: salamini. Risotto al sugo. Carne e lingua con fagioli. Dolce tedesco. Dolce di castagne e cacao. Vino bianco e birra. Ottimo!!!

22 aprile. Ritiro generale degli elmetti d'acciaio. 
Esce l'ordine del giorno che in seguito alla consegna delle fotografie con firma e "parola d'onore" di non fuggire, si incominceranno le passeggiate nei dintorni, accompagnati da un ufficiale o sottufficiale tedesco.
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (pagg. 54 e 55)
Proseguendo nella lettura del diario di Sobrero, presenzieremo alla firma da lui posta, al cospetto del capitano tedesco, su un documento che lo impegnavano risibilmente a "non fuggire", il 23 aprile; e all'arrivo (lungamente atteso) di un ottimo violino, pagato 100 marchi, il 26; alla sua partecipazione a una messa cantata a 4 voci e a una gara di salto in lungo, il 28; e infine, il 30, a una passeggiata con i compagni fuori dal lager, destinazione Schönenberg (distante poco meno di 2 km da Ellwangen), con visita alla chiesa barocca della bella cittadina (nota 4):
23 aprile. Firmato la parola d'onore innanzi al capitano tedesco. Cambiato la biancheria del letto.

24 aprile. Ci giunge l'indiretta notizia che Barzini ha pubblicato sul «Corriere della Sera» un articolo: "I martiri del Russenlager". È vero [nota 1]?

26 aprile. Ricevuto il violino, 100 marchi: è bello e li vale certamente! Finalmente posso occuparmi studiando musica.
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (pagg. 56 e 57)
28 aprile. Messa cantata a 4 voci, accompagnata da Raponi all'organo. Partecipato alle gare di salto in lungo. Temporale verso sera. 

29 aprile. Suonato violino e piano con Raponi in sala musica.
Si sta costituendo il giornale del campo, avrà titolo «Italia»: sono stato scritturato per caricature.

30 aprile. Prima passeggiata a Schönenberg, accompagnati da un sottufficiale. Visita al santuario cristiano per le ore 11:30. Pomeriggio: piove.
Concludiamo commentando brevemente la nota del 29 aprile, "Si sta costituendo il giornale del campo, avrà titolo «Italia»", che fa riferimento a uno di quei "giornali" cui diedero vita i prigionieri in molti lager, "per lo più manoscritti, poi poligrafati e distribuiti a mano, che svolgevano la funzione di punto di aggregazione e di riferimento per tutte le attività del campo, culturali, sportive e assistenziali" (nota 2). La pubblicazione in questione, edita nel campo di Ellwangen sotto la direzione del colonnello Alberto Porro, fu "creatura di un parto doloroso, uscita alla luce tra opposizione, ostacoli e scarsità di mezzi" (nota 3), ma di veste grafica più che dignitosa e contenuti interessanti. «Italia» avrebbe avuto vita breve, inaugurata il 5 maggio 1918, sarebbe stata volontariamente sospesa dai detenuti (per insanabili contrasti con la censura tedesca che pretendeva la modifica del titolo e della struttura) dopo solo nove numeri. Si tratta in ogni caso di una pubblicazione pochissimo nota e di straordinario interesse (cui Sobrero avrebbe partecipato con alcune caricature), di cui avremo modo di parlare nel prossimo Laboratorio.


Dario Malini





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Note
1Il «Corriere della Sera» non sembra aver pubblicato alcun articolo di Luigi Barzini sul Russenlager di Rastatt.
2Stampa coatta. Giornalismo e pratiche di scrittura in regime di detenzione, confino e internamento a cura di Enrico Serventi Longhi e Anthony Santilli, Milano 2020, p. 53.
3. Sisto Tacconi, Sotto il giogo nemico, Milano 1925.
4La chiesa di Schönenberg, rilevante monumento barocco, ha una lunga tradizione come meta di pellegrinaggio mariano cattolico e ortodosso. Provenendo da Ellwangen, conduce alla chiesa un ripido viale di tigli, costeggiato da 15 cappelle del rosario.

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