Laboratorio Sobrero (46): Immagini dal lager di Rastatt (10 febbraio - 12 marzo 1918)

Diario di prigionia di A. F. Sobrero (p. 41), acquarello
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Comprendere la dura quotidianità di un prigioniero in un lager tedesco, nel corso della Grande Guerra, non è cosa agevole. I numerosi studi e i documenti ufficiali su questi luoghi ci forniscono un formidabile insieme d'informazioni, ma costituiscono al tempo stesso del materiale non sempre permeabile alla nostra immaginazione, sovente inadatto ad accendere il fondamentale processo dell'empatia, l'unico che può farci davvero rivivere le esperienze di altri uomini, imparando da esse come dalle nostre. Così, per affiancare il prigioniero Anna Felice Sobrero nel periodo finale della sua detenzione nella fortezza di Rastatt, da cui il 13 marzo 1918 sarebbe uscito per trasferirsi in un altro lager, ci serviremo ancora dei sui scritti inediti. Sfogliare le sue lettere e le pagine spesso scarne del suo diario di prigionia, impreziosite da numerosi disegni all'acquarello, significa rivivere in presa diretta l'inquietante e poco conosciuta quotidianità di un lager tedesco nel corso dei mesi di febbraio e marzo 1918, quando i prigionieri cominciavano a ricevere i primi pacchi viveri e, come scriveva Gadda, "la fame saziata [permetteva] alla sensibilità dello spirito di riavere il sopravvento" (nota 1).
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (p. 37), acquarello
Partiamo dunque dal bell'acquarello che troviamo a pag. 37 del suo diario, realizzato il 25 gennaio 1918, a mostrare l'esterno della fortezza di Rastatt, in particolare la porta che conduce alla camerata detta "ridotta  15" (come indica la scritta reduit 15 posta sopra la porta), che ospitava in quel periodo, assieme al nostro, ben 84 detenuti (nota 2). Le stanze della fortezza erano luoghi tetri, umidi e maleodoranti, illuminate solo da strette feritoie. In ognuna di esse si accalcavano, quasi uno sull'altro, numerosissimi prigionieri esasperati, resi irascibili, sospettosi e pedanti dalla fame e dall'eccessiva contiguità gli uni con gli altri, a trascorrere, giorno dopo giorno, quella che Gadda definiva "una vita di sudiciume e di orrore" (nota 3). Ed è certo notevole, in tutto ciò, che, nel raffigurare la poderosa struttura militare, Sobrero ponga in notevole evidenza, in primo piano in alto a sinistra, un verdeggiante e sinuoso arbusto che, a mo' d'arabesco, la abbellisce, quasi aspirasse, con la forza segreta dell'acquarello, a mutarne magicamente la natura. Significativo a tale proposito ciò che, qualche tempo prima, scriveva ancora Gadda: "Sempre gli alberi mi commuovono, risvegliando le immagini del passato con grande potenza: hanno forza di suscitare idee e ricordi e stati d'animo per me quasi vicina a quella della musica" (nota 4).
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (pagg. 36 e 37)
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Nelle pagine scritte e nei messaggi inviati ai familiari si ripetono inevitabilmente sempre le medesime questioni (su tutto, quelle legate ai viveri e alle notizie da casa), associate a concise note relative ai piccoli eventi che scandivano la quotidianità del lager: 
10 febbraio. Visita  medica a tutti i prigionieri della fortezza. 

11 febbraio. Cinematografo alle baracche francesi.

12 febbraio. Arrivo di pacchi. Ricevuto 2 pacchi viveri dalla Croce Rossa di Friburgo, [spediti] in data 28 gennaio e 1 febbraio. Ne ritiro uno. Gli altri li distribuiranno domani per punizione di due [detenuti] mancanti all'appello.

13 febbraio. Primo giorno di quaresima.

17 febbraio. Domenica. Messa cantata.
Si noti come, finalmente, cominciassero a giungere ai detenuti i pacchi viveri inviati dai familiari, arrivi davvero vitali per integrare lo scarsissimo vitto fornito nel lager. Non è irrilevante, inoltre, la nota del 10 febbraio, che ci informa come, a Rastatt, fosse possibile talvolta assistere alla proiezione di qualche film, cosa su cui si diffonde lo stesso Gadda: "Nel pomeriggio di ieri, ci offersero, al prezzo di 40 pfenning, il cinematografo [...] . Si tenne in una baracca di prigionieri francesi, distante dalla fortezza dieci minuti di strada. Vi andammo, costeggiando il fiume, nella neve: la giornata era bigia con qualche sprazzo di sereno in lontananza: i  bambini giocavano nella neve [...]. Al nostro passaggio gridarono qualche piccola insolenza: nei bambini l'odio di razza è più fresco, credo perché la scuola tedesca lo imprime loro. I passanti, radi, erano rispettosissimi. Il cinematografo durò due orette circa e un nostro collega suonò durante la proiezione al pianoforte. [...] In fine, poche battute della marcia reale. In complesso, tetraggine" (nota 4).
Lettera del 10 febbraio 1918
Proponiamo ora la lettera che Sobrero scrisse il 10 febbraio, piuttosto interessante per varie ragioni, non ultima per la richiesta di libri, tutti manuali Hoepli, il cui curioso contenuto spazia dallo studio della storia del cavallo a quello della pittura, andando a toccare argomenti piuttosto tecnici quali l'elettricità industriale e l'elettrotecnica sino alla... conigliocoltura, quest'ultimo certamente da non collegarsi alla futura ripresa dell'attività nell'azienda di famiglia:
Rastatt (Baden), 10 febbraio 1918
Carissimi, [...] qui ci pagarono il primo stipendio ed ora sono pentito di avervi chiesto dei soldi. Ho ricevuto una seconda cartolina da Adelina, ringraziatela tanto e ditele che mi rincresce di non poterle rispondere. Nella vostra cartolina numero 4 mi dite che le scarpe non me le potete spedire, eppure qui le hanno ricevute in tanti e tanti; vanno inserite nei pacchi confezionati da voi. Vi scrissi di inviarmi qualche pacco (uno o due al mese) confezionato da voi con qualcosa di mangereccio. Credetemi ve lo scrissi perché ciò mi è necessario per vivere. Perciò insisto sul pane e sui viveri. Mandatemi pure un po' di filo da cucire e qualche saponetta.
Vi chiedo inoltre di farmi spedire, inviando vaglia di lire 22,50, dalla ditta Hoepli di Milano i seguenti volumi:
  • Il cavallo di C. Volpini,
  • La scienza dei colori e la pittura di L. Guaita,
  • Principi di elettricità industriale di P. Janet,
  • Principi di elettrotecnica di F. Dessy,
  • Piccole invenzioni utili di S. Paoletti,
  • Coniglicoltura di L. Licciardelli.
Mi scrivete: "Emilio ora sta bene", [cosa che mi induce a chiedervi:] è stato malato o altro? Ditemelo.
Mi dite pure che nel nuovo alloggio di Piazza Vittorio state benone. Ne sono contento come di quell'altra cosa che mi scrivete, che lì la mia fotografia ha il posto più bello! Attualmente sarebbe ancora più bello che fosse appesa invece in... cucina! Quante volte, di giorno o anche di notte, vorrei uscire magicamente da quella cornice! 
Null'altro da dirvi per ora. Io sto bene e pare che le giornate comincino a farsi belle. Speriamo sempre in bene. Bacioni e bacioni a tutti voi da Cici.
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (pagg. 38 e 39)
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Nelle note diaristiche Anna Felice Sobrero era assai più stringato che nelle lettere, demandando sovente la registrazione delle più vivaci osservazioni ai suoi acquarelli.
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (p. 39), acquarello
Come quello di pagina 39, a descrivere un momento concitato ma piuttosto oscuro, che solo la pur criptica didascalia che l'accompagna, Al n° 100 (Abort), può aiutarci a decodificare. La raffigurazione mostra un ufficiale in piedi su un pavimento sudicio, che, con fare rigido e autoritario, tende il braccio sinistro verso i detenuti accalcati dietro ad alcune porte, afferrando con un sorriso di scherno il cappello di uno di loro. I prigionieri sbracciano e protestano con notevole enfasi intorno a qualche misteriosa questione. Di cosa si tratta? Anche in questo caso il pennello ironico di Sobrero ci racconta un momento per nulla nobile o eroico, poiché l'istanza portata avanti con tanto calore dai prigionieri riguarda verosimilmente, come il termine tedesco "abort" (uno dei cui significati è appunto "bagno") farebbe intendere, 
la richiesta di far svuotare i secchi del bagno per renderlo agibile
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (pagg. 40 e 41)
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Assai più chiara è l'immagine di pagina 41, al cui soggetto, nel suo diario, Sobrero dedica le seguenti scarne note:
24 febbraio. Tentata fuga di 4 ufficiali. Ripresi. Arrestati dalle donne del luogo.
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (p. 41), acquarello
Tentativo d'evasione che doveva aver assai colpito l'immaginazione di Sobrero, a giudicare dall'acquarello di pagina 41, consistente in una raffigurazione vivace, che mostra i detenuti nel momento della fuga, intenti a scavalcare il muro di cinta della fortezza, nei pressi della camerata denominata "ridotta  16". Fuori scorre sinuoso il fiume Murg (un affluente del Reno), su cui danzano i riflessi dorati della luna. In lontananza, si scorgono le case di Rastatt e il caratteristico campanile con cupola a "cipolla" della chiesa settecentesca di St. Alexander. 
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (p. 41), acquarello (part.)
Sulla riva opposta del fiume, davanti alle case, s'intravedono delle figurette femminili già intente ad agitare le braccia per richiamare l'attenzione dei carcerieri sui fuggiaschi. E non è forse un caso che questi siano, nell'acquarello, cinque anziché quattro, come riportato nel diario, quasi che Sobrero s'aggiungesse idealmente al gruppo, vagheggiando anche lui la speranza di una fuga (non troppo diversamente dall'evasione attuata per mezzo della magia, escogitata nella lettera del 10 febbraio: "Quante volte, di giorno o anche di notte, vorrei uscire magicamente da quella cornice!").
Lettera del 25 febbraio 1918 (p. 1)
Il giorno seguente, il 25 febbraio, il nostro scrisse una nuova lettera ai familiari, nella quale egli sembrava occuparsi all'inizio di questioni lontane anni luce dal lager, spingendo il suo pensiero fin all'epoca inverosimile in cui sarebbe finalmente tornata la pace, rimmergendosi però subito dopo nella dura realtà che l'attorniava:
Rastatt (Baden), 25 Febbraio 1918
Carissimi, [...] nell'ultima vostra, poi, comprendo benissimo che avete già ricevuto altra posta mia e forse la prima lettera. Sono contento che Giannetto studi pure elettricità, così mi potrà a suo tempo aiutare. Vedo con rincrescimento che papà lavora e si affatica troppo! A lui raccomando tranquillità; si riposi di più che se lo merita. Credo che un po' di riposo non andrà a scapito del buon andamento dell'azienda! Ed io che vivo qui nell'inoperosità forzata! Speriamo che presto, a pace conclusa, possa riprendere il lavoro col maggior profitto possibile.
Io sto bene, e credo che fra poco, con la nostra sistemazione definitiva, starò meglio. E forse allora potrò procurarmi forse un violino o altro per svagarmi un pochino.
Sono sempre qua con il cappellano Cicconi, di cui già vi scrissi, ma credo che tra poco verrà trasferito in un altro campo e poi forse anche rimpatriato.
Di pacchi, finora ricevetti quei 3 svizzeri, che vanno bene ad eccezione del tabacco da pipa e toscani, che non posso fumare, e della verdura in scatola, che sono carote sole, mentre mi piacerebbe qualcosa d'altro come cioccolato o frutta. Oggi arriveranno dei pacchi, e spero di riceverne qualcuno.
Le note che Sobrero appunta sul suo diario nei giorni successivi riguardano anzitutto i trasferimenti dei compagni verso altri lager:
26 febbraio. Partenza della prima spedizione per la sistemazione definitiva. Partono gli ufficiali superiori e capitani con 100 subalterni. Adunata del rimanente dei prigionieri alla ridotta 16 con la scodella!

27 febbraio. Pioggia.

3 marzo. Domenica. Crauti mattina e sera.

4 marzo. Altri 200 partenti. Trasporto dalla ridotta 16 alla caponiera di sinistra con Cicconi e Tosi (nota: le caponiere erano casematte all'interno dei bastioni).

11 marzo. Altri 180 prigionieri partono per altra destinazione. Anch'io partirò. Rinchiusi nella ridotta 15. Disinfettati al Russenlager. 
Diario di prigionia di A. F. Sobrero (p. 43), nota del 12 marzo 1918
Finché, non venne il giorno del trasferimento anche per lui:
12 marzo. Distribuzione pacchi. Ricevuto pacco viveri Croce Rossa italiana[...]. Contiene: salamini, pasta, scatole varie, prugne secche, latte condensato, formaggio, sapone, asciugamano. Ore 19.30 distribuzione pane (un quinto) e cento grammi salamino secco. 
Partenza.Alla stazione di Rastatt. Notte in treno.
Lasciamo dunque il tenente Anna Felice Sobrero mentre, in un treno freddo e gremito di compagni, si dirigeva verso il campo definitivo di prigionia. Erano quelli, momenti particolarmente angosciosi ed estranianti per i militari, gettati all'improvviso in balia degli eventi, senza alcuna certezza né informazioni sicure sul loro destino. Cosa gli sarebbe accaduto? Per saperlo, dovremo attendere un poco, almeno sino al prossimo intervento.



Dario Malini





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Nota 1: Carlo Emilio Gadda, Giornale di guerra e di prigionia, nota del 16 gennaio 1918.
Nota 2: Carlo Emilio Gadda, Giornale di guerra e di prigionia, il numero dei detenuti nelle diverse camerate della fortezza è riportato nella nota del 22 gennaio 1918.
Nota 3: Carlo Emilio Gadda, Giornale di guerra e di prigionia, nota del 15 febbraio 1918.
Nota 4: Carlo Emilio Gadda, Giornale di guerra e di prigionia, nota del 27 dicembre 1917.


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