Laboratorio Sobrero (32): La pace lontana (19 dicembre 1916 - 9 gennaio 1917)

Lettera del 22 dicembre 1916 (pagg. 1 e 2)
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Terminato il corso invernale per ufficiali (si veda Laboratorio 31), il 19 dicembre Anna Felice Sobrero lasciò la tranquilla cittadina di Agordo, per tornare nella sua Compagnia d'appartenenza (49° Reggimento Fanteria, 3ᵃ Compagnia), stanziata in zona Val di Fiemme, sulle Dolomiti. Dopo oltre un anno di prima linea, attendeva ancora di poter usufruire della licenza invernale, avendo via via dovuto abbandonare le speranze di trascorrere a casa il Natale e poi anche l'ultimo dell'anno. 
Ma ecco cosa scriveva in questi giorni alla famiglia, al solito senza lasciarsi (apparentemente) troppo abbattere dalle avversità, rassegnato a trascorrere il Natale in una "posizione bellissima", a 2800 metri di quota, con la tormenta e ben otto metri di neve:
19/12 Sono tornato oggi alla mia compagnia. Mi rincresce di non poter venire per la fine dell'anno, ma certo non tarderò molto. [...] Non mi resta che augurarvi buon Natale.

21/12 C.P. [Cimon della Pala] Giunto in linea felicemente. Sto benissimo. Qui tanta neve. Auguro ancora a tutti buon Natale!

22/12 Carissimi, vi scrivo colla nuova carta che il "Pro Patria" fece fare alla compagnia che più si distinse del 49° Fanteria. E oggi posso... scrivervi perché sono di riposo essendo stato questa notte di servizio in trincea.
Qui sto benino, benché a 2800 metri con più di otto (dico 8) metri di neve. È una posizione bellissima, e... passerò il Natale qui. [...]
Sappiate che forse fra una decina di giorni verrò in licenza e forse col mio comandante di battaglione, capitano Buzio di Cavagnolo, e così faremo la strada sino dinanzi alla fabbrica assieme [nota: la fabbrica è ovviamente il calzificio Ettore Sobrero di Gassino Torinese]. 
Spero almeno di trovare l'automobile alla stazione di Torino! [...]
Qui in compagnia con me è tornato anche l'attendente Cellai, invidiato da tutti perché è stato ad Agordo! E lui spiega a tutti come mangiava e beveva. E nomina tutte le osterie che avevano il vino migliore e più a buon mercato! E i soldati fanno circolo intorno a lui, ascoltandolo a bocca spalancata. [...]
Ho ricevuto la lettera commoventissima della madre del povero mio amico Cappellini [nota: a proposito della morte in combattimento del tenente Arturo Cappellini, si veda Laboratorio 29], che mi manda una sua bellissima fotografia su cartoncino. Quando sarò in licenza, mi prenderò un giorno per andare a Milano da lei perché mi rammenta sempre.
Corriere della Sera del 22 dicembre 1916
Il 1916, secondo anno di guerra, stava terminando, ed è interessante constatare che, mentre le pagine di tutti i giornali riportavano in quei giorni la nota diplomatica del presidente americano Wilson, volta a innescare una razionale riflessione su un praticabile percorso di pace, nulla di tutto ciò filtrasse nelle lettere del nostro, a dimostrazione (oltre che dell'immane distanza che separava ormai la politica dalla realtà delle trincee) del pessimismo che dominava ormai i soldati in merito alla possibilità che il conflitto avesse termine in tempi brevi. Constatazione che diventa ancor più pregnante ricordando come, in passato, Sobrero avesse più volte messo su carta le sue speranze in merito ad una fine non lontana della guerra. Ma ecco uno stralcio della nota di Wilson (resa pubblica il 22 dicembre) che, accolta con disagio e un poco di irritazione dai governi alleati, non avrà alcun seguito:
Il Presidente suggerisce che si ricerchi una prossima occasione per domandare a tutte le Nazioni attualmente in guerra una pubblica dichiarazione circa le loro rispettive vedute in quanto alle condizioni in base alle quali la guerra potrebbe essere chiusa, e agli accomodamenti che potrebbero essere ritenuti soddisfacenti come una garanzia contro il rinnovarsi di essa e lo scatenarsi di qualsiasi simile conflitto in avvenire, affinché si rendesse possibile di paragonarli francamente fra loro.
Lettera del 28 dicembre 1916 (pag. 2)
V'era in quel periodo, in ogni caso, una certa stasi sulla linea dolomitica, poiché il freddo e la neve ostacolavano le operazioni militari da ambo le parti. "Nelle interminabili ore di guardia in trincea", Sobrero si limitava a far passare il tempo, agognando il momento in cui sarebbe finalmente potuto partire in licenza:
28/12 C.P. Carissimi, ieri non ho potuto scrivervi causa gran lavoro, giacché ora fungo da Aiutante Maggiore, essendo questi in licenza. [...] Qui vado continuamente in ski [sci] invece di camminare a piedi! Faccio schizzi di posizioni di difesa, tutto quello che forma un diversivo è un passatempo nelle interminabili ore di guardia in trincea.
Qui, con tanta neve, ora tirano poco e mi preparo già per andare in licenza. Quando sia... non so, certo che è a giorni [...]. Vi telegraferò.
Lettera del 30 dicembre 1916 (pag. 1)
L'ultimo messaggio dell'anno, datato 30 dicembre, contiene una novità che lo riguarda:
30/12 [...] Ho prima di tutto da darvi una bella notizia, ma segreta ancora per alcuni giorni. Il fratello del Capitano Morini, che è qui Aiutante Maggiore in 1ᵃ al 49°, mi telefonò questa mattina: "Ho proposto lei come Aiutante Maggiore al 2° Battaglione, credo sarà contento e saprà coprire bene la carica che le ho offerto". Figuratevi che gioia, Aiutante Maggiore! Forse voi non sapete che cos'è, e ve lo spiego. Comincerò a citarvi il regolamento di disciplina: "L'aiutante Maggiore deve essere scelto tra i tenenti che più si sono distinti per fermezza di carattere, buona condotta, che abbiano almeno per un anno comandato la compagnia... ecc. ecc. 
Dunque ciò è un onore. Poi [l'Aiutante Maggiore] è segretario confidente del Comandante di Battaglione, nello specifico lo sarei del Maggiore Carezzano di Torino, che mi conosce e mi vuol bene. Che ne dite? [...] In ogni modo cercherò in questi giorni di andare a parlare direttamente col Capitano Morini per combinare la carica con la licenza, giacché non vorrei perdere né l'una né l'altra.
Lettera del 4 gennaio 1917 (pag. 1)
Senza farla troppo lunga, diremo che le prime settimane del 1917, in assenza di rilevanti fatti militari, sono caratterizzate dalle seguenti questioni:
  • la partenza per la licenza invernale 
  • la proposta di diventare Aiutante Maggiore del 2° battaglione del 49° Fanteria, cui fece seguito quella (al nostro ancor più gradita) per la carica di Ufficiale d'Ordinanza del colonnello del battaglione
  • il clima rigido e la neve abbondante, che rendevano il lavoro in trincea precario e assai pericoloso
Riguardo alla licenza, la data della partenza, dopo essere stata fissata per il 7 gennaio, fu una volta ancora procrastinata (ma stavolta, dice Sobrero, "per mia fortuna") e stabilita (definitivamente) per il 14, mentre la tormenta infuriava su tutta la linea e un'altra carica militare di prestigio (come sembrava giudicarla il nostro) si profilava all'orizzonte:
4/1 Carissimi, vi scrivo stasera in fretta e furia perché è tutto il giorno che non fo che schizzi, disegni, carte, ecc., ancora per dirvi che non partirò il 7 come vi scrissi prima. E questo ancora per mia fortuna, e sapete perché? Sono a disposizione del Comando di Reggimento perché [...] sono stato scelto dal Colonnello per suo Ufficiale d'Ordinanza! Attendo dunque [di partire per la licenza] dopo aver messo le cose a posto. Credo possibile che parta il 14 da Feltre.
Qui vi è stata per diversi giorni molta tormenta, ma speriamo nel bel tempo.
Lettera del 9 gennaio 1917 (particolare)
Si noti come l'ultima lettera prima della partenza del 14, datata 9 gennaio, non venisse siglata con il consueto "logo" lineare (di cui il lettore curioso potrà osservare un esempio qui), ma con un festoso svolazzo, che testimonia indirettamente uno stato d'animo finalmente gioioso, a riprova di quanto segrete e difficili da riconoscere siano nel nostro angosce, paure, gioie:
9/1 Ho avuto assicurazione che parto il giorno 14 ora 1:50 da Feltre, per venire il licenza a casa. Arriverò a Chivasso alle 8:30 e a Torino alle 9. Attendetemi coll'auto a Torino, se potete, che ne sarei contento. Null'altro per ora. Qui tormenta e tormenta.
Bacioni e bacioni da Cici.
Lasciamo dunque il sottotenente Anna Felice Sobrero alla sua licenza, da cui rientrerà il 3 febbraio, pronto per affrontare l'anno domini 1917 che si rileverà durissimo e doloroso.




Dario Malini










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