Laboratorio Sobrero (31): Viaggio nella psiche di un militare alla fine del 1916 (14 ottobre - 17 dicembre 1916)

«la Domenica del Corriere» n° 45 del 1916
Siamo giunti alla metà di ottobre del 1916. Il freddo aumentava sulla linea dolomitica in cui era stanziato il 49° Fanteria del sottotenente Anna Felice Sobrero (zona Val di Fiemme), mentre le febbrili azioni - anzitutto italiane - che avevano caratterizzato il periodo precedente, causando numerose perdite e pressoché nessun vantaggio strategico, andavano spegnendosi. L'attenzione del Generalissimo si stava infatti spostando nella zona del Carso.
Lettera del 30 ottobre 1916 (ultima pagina)
Nelle lettere del nostro di queste giornate, non vengono (intenzionalmente) raccontate ai familiari situazioni particolarmente gravose, tranne che per la neve che cadeva copiosa, rendendo le trincee sempre più fredde e inabitabili. In primissimo piano si poneva, per gli ufficiali e i soldati, il desiderio di partire per la licenza invernale, tornare per un poco a casa tra i propri cari, magari a Natale. A tale proposito si noti come, per seguire il miraggio di poter passare questa festività a casa, il 3 novembre Sobrero abbia incautamente rimandato la partenza nel primo turno di licenza, cui avrebbe avuto diritto:

14/10 Il primo novembre partirà la prima spedizione LICENZE. Ora  voi mi farete il grande favore che, sia detto tra noi, qui tutti aspettano: l'invio delle calze di lana per il mio battaglione. Per voi sarà certo un sacrificio ma è questo il più grande regalo che possa ricevere il battaglione. Fatelo prima che io vada in licenza e... trecento paia (jaspé [nota: filato bicolore] o come credete meglio)! giacché i soldati sono novecentocinquanta. E due o tre dozzine FINE per gli ufficiali, ma di lana. Mettete le fasce della fabbrica. 

28/10 Null'altro che neve e neve.

30/10 Oggi è arrivata la circolare ufficiale. Potrò fare in totale 17 giorni a casa. Tutte le domeniche il 49° Fanteria manderà circa 150 in licenza. Da qui si andrà a piedi a Caoria poi, in automobile, sino a Feltre da dove parte, alle 13,50, il treno per Torino, che arriva a destinazione alle 9 del mattino seguente.

Mi consigliate di venire a casa verso Natale... vedrò se sarà possibile. In ogni modo, ho già rifiutato di partire con il primo turno, come avrei avuto diritto per la decorazione, perché mi sembra troppo presto e non mi parrebbe di godere a sufficienza [della licenza]. E poi, a giorni dovrei essere promosso tenente e mi piacerebbe partire con due filetti nel berretto...
Ho letto con piacere nella vostra lettera che le calze sono partite. Mi fa molto piacere perché qui, chi può, fa qualche regalo ai soldati prima di recarsi in licenza, e il nostro è il più desiderato.
Forse a giorni andrò a riposo e mi verrà data una breve licenza di due giorni da trascorrere a Feltre, per ripulirmi un po', fare compere e... incivilirmi, imparare [di nuovo] a camminare sul marciapiede, e vedere un po' di gente e non sempre camosci!... E così, a turno, [godranno di due giorni a Feltre] tutti gli ufficiali.

3/11 
È
 già partita la prima spedizione per le licenze e fra non molto... partirò anch'io.

4/11 oggi il capitano Morini mi fece leggere la lettera della mamma, per le calze del battaglione: ma queste, forse, non sono ancora arrivate.
Vi invio una fotografia che mi fece un ufficiale due mesi fa in una baracca d'artiglieria: serie artistica, Notturno Chopin!!!! Che ne dite?
Il mio attendente Cellai si dimena, sbuffa, parla da solo, qualche volta pure lavora di sua completa iniziativa, tutto per l'impazienza d'andare in licenza!!
Qui costruisco giorno e notte, faccio l'ingegnere, il geometra, il guerriero, tutto!!! Costruisco lunette, reticolati, baracche...
«la Domenica del Corriere» n° 45
(5-12 novembre 1916)
Felice Sobrero appare nella sezione

"Decorati al valore"
Il 5 novembre Sobrero segnala l'inserimento del proprio nominativo nella sezione "Decorati al valore" della «Domenica del Corriere». Ovviamente siamo andati a cercare la segnalazione ed... eccola (n° 45 del 1916), corredata da una piccola foto! È l'unico ritratto di cui (sinora) disponiamo di Anna Felice Sobrero, il minuscolo sottotenente (era alto solo 1,55) che s'era guadagnato una medaglia d'argento nel corso della conquista del monte Cavallazza (a tale proposito si veda Laboratorio 30 e precedenti):  
5/11 Ho saputo che è stata pubblicata la mia fotografia sulla «Domenica del Corriere», ma con la dicitura "medaglia di bronzo"! Accidenti a quel fotografo! Sperò verrà data rettifica.
Sono arrivate le calze del battaglione, e furono distribuite. Molto bene. In quanto alla licenza... vedremo.
Lettera del 9 novembre 1916 (pagina 1)
Proponiamo ora una lettera, datata 9 novembre, che ci ha arrecato un non piccolo trasalimento, poiché in questo scritto si delinea - con una sorta di impressionante naturalezza - un'espressione della metamorfosi prodotta nei miliari dalla lunga esposizione ai combattimenti: 
9/11 Carissimi, ho una bella notizia da darvi. L'altra notte, dal 7 all'8, abbiamo respinto un attacco in forze austriaco, e facemmo alcuni prigionieri. Io personalmente [ne feci] uno, giacché il mio plotone prese parte principale nella compagnia e si distinse (e questo si vedrà a giorni giacché avemmo già due encomi). Vi avverto che ho preso gusto alle mie limette, che sbatterono [rumorosamente sul] reticolato. Ho fatto aprire un fuoco d'inferno e li ho dispersi, come leggerete sul comunicato che forse sarà già uscito. La posizione [in cui è avvenuta l'azione] si chiama "Costone Copolà" [nota: in Val di Fiemme].
Annunciata dunque la "bella notizia" dell'attacco sventato, in una narrazione che evidenzia drammaticamente quanto ottundente fosse per i soldati la consuetudine con la guerra, Sobrero tornava, come niente fosse, alle tematiche cardine del tempo atmosferico e delle licenze: 
9/11 Qui oggi vi è un metro e mezzo di neve, e seguita sullo stesso tono! Parte già la seconda spedizione in licenza, ma io aspetto ancora. 
Cartolina del 13 novembre 1916
Il 13 novembre, Sobrero comunica ai parenti un'altra "bella notizia" (che questa volta, però, era davvero tale): la partenza per Agordo, nelle retrovie, dove avrebbe seguito il "corso invernale per ufficiali anziani", dalla durata di un mese. Ecco alcuni stralci delle sue lettere di questo periodo, che il nostro trascorse «come un  signore», in città, lontano dal fuoco, dal gelo e dagli strapazzi:
13/11 Carissimi, vado in città, comandato, ad un corso di ufficiali!!! Che ne dite?? Parto di qui stasera coll'attendente, quando avrò finito il corso prenderò la licenza invernale. Credo che il detto corso durerà un mesetto, e per me, capite, è un riposo e mi rifarò un pochino.

16/11 Come vi ho scritto, sono giunto ad Agordo per il corso invernale degli ufficiali più anziani, per ricevere istruzione circa il comando di compagnie, battaglioni e batterie. Mi trovo benissimo, anzi sono un SIGNORE!! Dormo in un letto! e... con lenzuola! Il corso terminerà l'11 dicembre e dopo tornerò al 49° per venire in licenza a casa.
Qui siamo tutti ufficiali anziani (subalterni però) provenienti da tutti i reggimenti di queste parti: alpini, fanteria, bersaglieri, ecc. [...]
Ditemi chi è già in licenza a Gassino di quelli che conosco. E Mello? Lo sapete che è stato retrocesso da sergente a semplice soldato per atti di insubordinazione?

18/11 Ho avuto oggi la tristissima notizia della morte del colonnello Armand [nota: colonnello Filippo Umberto Armand, classe 1870, caduto per ferite riportate in combattimento il 12 novembre 1916]. Quanto mi dispiace! Che brav'uomo! E pensare che lascia moglie e famiglia numerosissima! Fu lui che mi propose per la medaglia d'argento alla Cavallazza.
Qui nevica sempre! Ma si è in città e si vive da... signori. [...] 
A Taibon ho rivisto i luoghi ove sono stato da caporale, e TUTTI mi hanno riconosciuto, ed avevano anche saputo, dalla «Domenica del Corriere», che sono stato decorato. Scrivo TUTTI ma molti visi, lo immaginerete, purtroppo mancavano. 

22/11 Mi dite che Mello è già venuto in licenza. Non mi stupisce che non si sia fatto vedere in divisa! Ma è un caro ragazzo. [...]
Non potete immaginare la confusione e lo spasimo che sempre regna qui ad Agordo, poiché è stazione (non ferroviaria) di vari corpi e di transito. Sembrerebbe di vedere gente che lavora, consacrata a chissà quali affari o questioni, soprattutto nelle giornate di mercato a Porta Palazzo, ma... siamo tutti in divisa e il nostro sguardo è torbido.

26/11 Ho letto stasera la rettifica della «Domenica del Corriere», e... meno male... [nota: precedentemente, nel n° 45, la rivista aveva assegnato erroneamente al nostro la medaglia di bronzo anziché d'argento].
Lettera del 28 novembre 1916
Curiosamente Sobrero non fornisce che poche notizie generiche riguardo all'andamento e ai contenuti del corso, che sembrerebbe dunque interessarlo pochissimo, dandoci invece qua e là alcuni ragguagli sulla curiosa vita che si doveva trascorre ad Agordo, non troppo distante dalle zone interessate dai combattimenti, ma quasi dimentica di essi: 
28/11 ieri sera ho suonato un pochino, perché dovete sapere che ho fatto la conoscenza di una distintissima famiglia, forse l'unica di signori qui ad Agordo. Così mi sono accompagnato, con fare noncurante, alla marchesina Manzoni, poi ancora a un tenente, professore di mandolino lombardo e mandola, che... suona divinamente! Trovato un violino, ho suonato diversi pezzi, accompagnato al piano da delicate manine: Serenata di Toselli, qualche pezzo di Mascagni, alcuni valzer. Facevo a finta di nulla, ma ero impressionato dal salottino con mobili antichi e... i tappeti! E ci offrirono anche il the. Abituato al fango della trincea, avrei dovuto ridere di tutto ciò.

29/11 Carissimo Giannetto [nota: è il fratellino del nostro], qui ad Agordo il tempo vola e mi trovo quasi a riposo, non essendo più tormentato dal ta-pum della trincea.
Cartolina del 12 dicembre 1916
Dopo un certo numero di giornate di silenzio, Sobrero scrisse alla famiglia di trovarsi in ospedale per curare una piccola indisposizione: il ripresentarsi di quei foruncoli che (come abbiamo avuto modo di vedere nei precedenti interventi) già l'avevano infastidito in passato:
10/12 Carissimi, sono per scrivervi una lettera che credevo potervi scrivere prima. [...] Sono all'ospedale di Agordo essendomi fatto visitare circa due foruncoli e vi rimarrò almeno una settimana. È un ospedaletto magnifico e si sta da... papa. Ho ricevuto la vostra lettera dove mi dite che Emilio partirà a giorni per Roma. Beato lui! E ha... volato!

12/12 Sto benissimo. Qui il corso è finito e tutti sono già rientrati al reggimento... salvo me che sono qua, ma che a giorni raggiungerò anch'io.

17/12 Esco stasera dall'ospedale e raggiungerò il reggimento. Credo vicinissima la licenza.
Lasciamo dunque il nostro minuscolo ma volitivo sottotenente mentre s'apprestava a rientrare in compagnia, coltivando la speranza d'essere subito mandato in licenza.  Se ormai era decaduta la possibilità di trascorrere il Natale a casa, Sobrero ancora contava di poterci passare almeno il Capodanno. Senza tener conto che, in tempo di guerra, è inutile, e spesso dannoso, fare progetti. 



Dario Malini










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