Laboratorio Sobrero (28): Presa della Cavallazza mentre spuntavano le prime stelle alpine (21 luglio - 11 agosto 1916)

Mappa della zona delle operazioni
(«Corriere della Sera» del 24 luglio 1916)
In questo articolo seguiremo da vicino il sottotenente Sobrero nel corso dell'offensiva del 21 luglio 1916, che avrebbe determinato la presa italiana del massiccio roccioso della Cavallazza e del Colbricon.
Lettera del 27 luglio 1916 (pagina 4 e 1)
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Anna Felice Sobrero (49° Fanteria, reggimento confluito alla fine di giugno nella speciale unità tattica del "nucleo Ferrari") si trovò nel cuore di questo scontro, che cercheremo di ricostruire avvalendoci dei suoi - un poco frammentari -  messaggi inviati alla famiglia (al solito, del tutto inediti e presentati qui in esclusiva):
21/07 Va sempre bene! Sto benissimo anche se i cannoni tuonano e i proiettili fischiano.
23/07 Tutto benissimo e sempre avanti, come avrete letto nel bollettino [di Cadorna](65 prigionieri e [parole censurate, illeggibili]).
27/07 Vi ho scritto una lettera narrandovi come svolgemmo l'azione [Nota: lettera che, malauguratamente, è andata smarrita], molto ben descritta dalla seconda colonna del «Corriere della Sera» per la sua importanza ["Il nemico non ci aspettava da quella parte: confidava nella natura dei luoghi e nella sua organizzazione difensiva [...]. [Alcune nostre colonne,] sboccando dal Passo di Valles e assalendo dal Passo di Rolle, si gettavano nella val di Travignolo, coglievano di fianco e alle spalle il formidabile bastione della Cavallazza, espugnavano il  Colbricon" («Corriere della Sera» del 25/07/1916)]. Credo che più tardi vedrete immagini sulla «Domenica del Corriere» del mio soldato (Vassallo Lorenzo) che mette la bandiera sull'antenna radiotelegrafica austriaca che trovavasi sulla estrema punta [nota: a proposito di questo episodio, si veda, più avanti, l'articolo di Luigi Barzini]. Se avessi potuto avrei fatto una fotografia per ricordo, ma... vi assicuro che non potevo!
Lettera del 27 luglio 1916 (pagina 2 e 3)
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Interessante è il prosieguo della medesima lettera del 27 luglio, che ci informa, tra l'altro, della proposta di una medaglia d'argento al valore per il nostro, con motivazione riguardante l'azione sulla Cavallazza:
27/07 Stamane ero nell'accampamento e passò il Colonnello Comandante il 49° reggimento Fanteria con l'Aiutante Maggiore, Capitano e Cappellano, e la bandiera del reggimento per dire la messa... e mi toccò la mano dicendomi: "Bravo! Fa sempre prigionieri più grandi di lei?"  E l'aiutante Maggiore in prima mi disse in un orecchio: "Vi sarà qualcosa per lei". L'ho saputo poi: sono proposto per la medaglia d'argento al valor militare e... con una motivazione magnifica, fatta (credo) dal Capitano Marini del mio battaglione. Che ne dite? Vedremo se verrà e quando. Ora però sono qui a riposo per sei giorni per una piccola contusione al ginocchio destro, ma roba da niente. [...] Che vi è di nuovo a Gassino e Casale? Qui tutti i giorni, aeroplani e VALIGE che cadono, ma senza danni!
Prima lettera del 3 agosto 1916 (pagina 1)
Ma diamo ancora la parola al sottotenente Sobrero, per seguire le sue riflessioni nel corso delle giornate successive, ricche di notazioni sorprendenti, come quella, poetica, dell'apparire delle prime stelle alpine o quella, quasi piratesca, relativa al "bottino di guerra" spedito baldanzosamente a casa:
29/7 Ho ricevuto la vostra del 24 e vedo che non avete letto il bollettino di tutti i giorni scorsi, e non vedete che nomina tutti i miei posti! E le cartine geografiche? E non mi dite nulla! [...] Ora attendo, o meglio, attendiamo, sempre tra i cannoni... mentre si cominciano a vedere, spettacolo inaspettato che riesce a smuovere anche la mia dura scorza grigioverde, delle candide stelle alpine (edelweiss): sono le prime, e hanno pensato di crescere proprio sopra la mia tenda!
Lili [nota: sorella del nostro] riceverà una lettera dal mio "Stato Maggiore" (attendente e tamburino) con la richiesta di una pipa, perché dovete sapere che il mio attendente, Cellai, la perdette nella presa della Cavallazza, e che anche il mio tamburino (Capone, proposto pure lui per la medaglia al valore) ne desidererebbe una. Spero che Lili penserà subito a soddisfarli! Così come vorrei io pure un piccolo portasigarette di cuoio, che ne contenga non più di 10 o 15, qualcosa di ordinario, non roba fine.
3/8 Carissimi, approfitto della partenza di un soldato per Torino per fargli impostare questa. Vi ho inviato un pacco, contenente la rivoltella del capitano [austriaco] che disarmai; la sua pipa, che è una rarità; una piastrina di riconoscimento austriaca; e le stellette d'oro a sei punte del capitano stesso. Vi spedisco ancora un pacco ora, con una baionetta nemica e altre cosette trovate sulla Cavallazza e Colbricon, assieme ad antiche figurine e panorami di San Martino di Castrozza (ora completamente distrutta) e dei luoghi ove sono. Le comprai a Fiera di Primiero. Ora che abbiamo fatto l'azione della Cavallazza e Colbricon in Val Travignolo, siamo a riposo a Mezzano e Fiera di Primiero. Ve ne dico un'altra: ho ricevuto avviso d'essere stato messo sul quadro d'avanzamento per la promozione a tenente! Che credo avverrà tra due mesi al più tardi. Mi raccomando di tenere segreto tutto ciò, come la proposta per la mia medaglia al valore, poiché vi sono molti... invidiosi anche per queste cose, chi se lo immaginerebbe? Non parlatene, scrivendomi, che per lettera e mai in cartolina, perché queste tutti le leggono prima di me, che sono l'ultimo.
Seconda lettera del 3 agosto 1916 (pagine 2 e 3)
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Una seconda lettera di quello stesso 3 agosto, cita una nuova inaspettata "fonte" in merito all'agire di Sobrero nel corso della presa della Cavallazza, che non mancheremo di utilizzare:
3/8 Qui sono i primi giorni di caldo che sento. Spero che avrete letto sul «Corriere della Sera» di ieri il nostro combattimento e... [riconosciuto] il fatto di Cici al fondo della seconda colonna della prima pagina!!! Persino sul giornale dovevo vedermi... e mi dà del "minuscolo sottotenente". E lì è appunto descritto ciò che mi avvenne alle prese col capitano degli Alpenjäger, che poi disarmai (la pistola, ora, l'avete voi). [...] Null'altro a dirvi. Bacioni e bacioni.
Come fu conquistato il Passo di Rolle di Luigi Barzini
«Corriere della Sera» del 2 agosto 1916
Dunque, un articolo del «Corriere» farebbe esplicito riferimento al nostro Anna Felice Sobrero, chiamandolo "minuscolo sottotenente"! Non potevamo che andarcelo febbrilmente a cercare... 
Ed eccolo, apparso sul «Corriere della Sera» del 2 agosto 1916, con il titolo Come fu conquistato il Passo di Rolle, non firmato ma da attribuire con certezza alla penna del noto giornalista e corrispondente di guerra Luigi Barzini (nota 1). Ne riportiamo di seguito i punti salienti, che ci forniscono anche una vivace ricostruzione, "alla Barzini", degli eventi legati alle presa della Cavallazza (la parte evidenziata in grassetto è quella riguardante Sobrero; inoltre, in nota, si segnala un altro episodio da riferirsi specificamente al plotone del nostro):
La conquista del Passo di Rolle ha richiamato la nostra attenzione verso un settore della fronte del quale ben poco si è parlato finora, ma che in compenso, forse, farà ancora parlare di sé.. [...] Il nemico sul Cavalazza ci impediva ogni tentativo di infiltrazione nella valle del Travignolo. [...] Bisognava espugnare il Cavalazza per essere padroni della soglia, conquistare una montagna fortificata. [...] Soltanto un’azione arditissima e risoluta di sorpresa poteva riuscire. [...] Non essendovi contatto di posizioni [tra le linee contrapposte], era presumibile che la vigilanza del nemico non fosse continuamente tesa. Si attese per agire una notte di burrasca. Delle truppe che erano già da qualche tempo annidate nel bosco alle falde del monte, salirono nella nebbia e sotto una pioggia scrosciante. [...] Ascendevano fra le nubi, i nostri soldati, con lo zaino in spalla, carichi di viveri, di munizioni e di esplosivi. Dovettero percorrere così quasi sei chilometri fra i dirupi, [...] arrivarono ad appiattarsi ad un centinaio di metri dal nemico, senza che nessun rumore, nessuna voce dessero l’allarme. [...] Il resto della notte è passato nell'immobilità e nel silenzio, sotto la pioggia gelata e nel vento che faceva correre la nebbia. [...] All'aurora, tutti i telefoni delle nostre batterie hanno trasmesso una parola: «Paganini». Era la parola d’ordine stabilita dal Comando, sinonimo di «musica». L’esercito dei mandolinisti stava per offrire un concerto pieno di «trilli del diavolo». [...] Il vento aveva dissipato la nebbia, e al motto «Paganini» fu un uragano di boati. Dopo pochi colpi di assaggio il tiro si concentrò con una esattezza spaventosa sulle posizioni austriache che scomparvero nel fumo rossastro. [...] Quando l’artiglieria, improvvisamente, ad un segnale, ha cessato il fuoco, nel silenzio s’è visto il luccichio delle baionette sulle rocce soleggiate. [...] L’assalto avanzava a sbalzi, dei gruppi d’uomini si formavano, si dissipavano, si riformavano a ridosso delle sporgenze, e ad ogni sosta lo scrosciare del fuoco diveniva più alto. [...] La difesa disgregata cedeva a poco a poco da ogni parte, la fucileria s’infiacchiva. [...] Avanti a tutti un soldato si slanciava affannosamente. Era un genovese. Aveva portato con sé e stringeva sul petto una bandiera italiana. Quando è giunto alla vetta egli è corso alla stazione radiotelegrafica che il nemico vi aveva eretto, e si è arrampicato sull'asta alla cui punta, poco dopo, la nostra bandiera sventolava (nota 2). [...] La resistenza ostinata si prolungava qua e là per opera di piccoli gruppi e di tiratori annidati, mentre già i primi nuclei di prigionieri scendevano fra le baionette. [...] Tutte le mitragliatrici nemiche sono via via ridotte al silenzio. I rifugi sono invasi, splendidi rifugi pieni di ogni comodità. Un capitano atletico degli Alpenjäger non vuole arrendersi e si avventa contro un nostro minuscolo sottotenente. I due si avvinghiano. Il nostro ufficiale vacilla, un capitano sopraggiunge, l’atleta è atterrato e chiede grazia. Si rialza, si spolvera, e chiede il permesso, prima di esser portato via, di cambiarsi gli abiti. Accordato. «Boni taliani». E da lì a poco egli esce dal suo ricovero vestito in alta uniforme, fumando. [...] Il Passo di Rolle in nostre mani ci offre nuove possibilità. II 21 luglio è forse una delle grandi date della nostra guerra. Il bollettino odierno intanto annunzia che in Val Travignolo la nostra avanzata continua.
Lettera dell'11 agosto 1916 (particolare)
In tutto ciò non è facile farsi un quadro univoco riguardo a pensieri, sensazioni e opinioni del nostro, il quale, pur apparendo sempre partecipe e diligente sul campo di battaglia, non enfatizzava mai nelle sue comunicazioni l'esperienza guerresca, non mancando inoltre di mettere nero su bianco a più riprese il vivo desiderio di ritornare al più presto a casa, come nella lettera dell'11 agosto:
11/08 Carissimi, ho ricevuto ieri l'altro la vostra lettera con quell'estratto del «Corriere della Sera» che vi dissi. Me lo inviò pure il corrispondente del «Corriere della Sera». [...] Qui mi trovo nuovamente in un paese redento ma completamente evacuato, con tutte le case intatte e chiuse a chiave. Perciò eccomi attendato. [...] Ho saputo stamane che il Generale che comanda il Nucleo (Giuseppe Francesco Ferrari) ha accettato la proposta [della medaglia d'argento al valor militare] e l'ha trasmessa al Comando Supremo. Attendiamo con fiducia.
Qui non fa freddo e si sta bene. Speriamo che quando farà freddo possa già essere a casa.

Chiudiamo qui, significativamente, lasciandoci solo il tempo di rilevare come, da quanto detto fin qui, sembrerebbe di poter considerare l'offensiva della Cavallazza una fortunata eccezione all'interno delle (in genere stagnanti) battaglie della Grande Guerra, condotta come è stata dall'esercito italiano con segretezza, rapidità, destrezza e quella sorta d'apprezzabile valore vecchio stampo di soldati e ufficiali. Un'azione, verrebbe da dire, quasi da guerra d'altri tempi... se non fosse che da essa non sarebbe scaturito alcun vantaggio concreto, poiché le insistite, aspre, sanguinose azioni delle settimane e dei mesi successivi, tese ad estendere i territori conquistati, non avrebbero prodotto altri effetti che immani versamenti di sangue e l'assestarsi di nuovi equilibri stabili, strategicamente sovrapponibili a quelli precedenti. 



Dario Malini


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Note
1: L'articolo compare in La guerra d'Italia. Dal Trentino al Carso di Luigi Barzini, Treves editore, 1917.
2: Questo episodio viene riferito da Sobrero nella lettera del 27 luglio 1916, che riporta anche il nome del soldato che si arrampicò sull'asta per posizionare la bandiera italiana:  Lorenzo Vassallo (nato il 15 giugno 1894 a Genova, caduto il 18 settembre 1917 a Udine per ferite riportate in combattimento).







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