Cartolina del 6 giugno 1916 |
2/6 F. [Falcade]. Carissimi, [...] ieri non vi ho potuto scrivere, essendo sempre occupato, giorno e notte, col traino dei pezzi di artiglieria. [...] Qui piove quasi sempre e si vive nel fango.
6/6 F. Continua a piovere, e il fango prospera!
7/6 F. [Falcade]. Io sto benissimo. Abbondante è il lavoro manuale.
12/6 F. [Falcade]. Carissimi, Emilio [nota: fratello del nostro] ora sarà già stato alla visita militare. Io sono sempre qui, e spero di non dover cambiare troppo presto residenza!
Chissà come sarà stata contenta Lily a sentire la Cavalleria al Regio, diretta da Mascagni! [nota: si tratta della Cavalleria rusticana, opera di Pietro Mascagni del 1890. Il Regio è il teatro lirico di Torino]. Ringraziate la signora Musietto per la fascia di lana. E, a proposito di lana, qui comincia a farsi sentire il tiepido e... ho tutti maglioni e nessuna flanella o camicia di filo. Mi occorrerebbero due flanelle e tre camicie: me le potete mandare? Anche un po' presto?
Vi unisco una foto che stampai in un momento di tempo libero: è una strada scavata nella neve, abbastanza alta per non cader fuori o solo guardare. Che ne dite? Ma qui, ora, ci sono già le viole e qualche mughetto...
Da ora innanzi sappiate che non useremo più il berretto: tutti coll'elmo da trincea! Torniamo agli antichi Romani!
13/6 F. [Falcade]. Carissimi, leggo nella vostra lettera 114 che Emilio è stato fatto abile! E quando verrà a fare il servizio? E dove? Nel Genio o Artiglieria? Sperabile!
15/6 F. [Falcade]. Sono sempre qui per ora, in attesa di eventi. Vi invio delle foto recentissime, che mi mostrano tra i soldati del mio plotone. Le ha fatte il mio attendente, che è diventato fotografo anche lui, al punto che sa già stampare e inquadra benissimo, con perfetto senso artistico. E mi assicura che, tornato a casa, invece di fare il contadino diverrà fotografo.
17/6 F. [Falcade]. Papà mi scrisse che, se fosse possibile, verrebbe a trovarmi, ma... sconsiglio questo viaggio inutile perché è probabile che a giorni si cambi posizione! Speriamo invece che fra poco tempo possa io venire tra voi... e per sempre.
19/6 F. [Falcade]. Tra pochi giorni sembra che saremo in trincea in un altro settore qui vicino.
23/6 F. [Falcade]. Il mio amico Lengueglini è stato ferito, come tanti altri ufficiali del mio reggimento, tutti, credo, ora all'ospedale Maria Letizia di Torino.
Stanotte raggiungeremo la trincea, non so ancora bene dove, ma... poco importa.
Il 24 giugno 1916 iniziò finalmente il trasferimento del 49° Fanteria verso Fiera di Primiero, dove sarebbe entrato a far parte della speciale unità tattica del Nucleo Ferrari con l'obiettivo di "aggredire le eccezionali posizioni austro-ungariche di cima e forcella Ceremana, di cima e passo Colbricon ed infine gli apprestamenti difensivi edificati sul versante meridionale della Cavallazza" (nota: informazioni tratte dal sito www.aquilemagazine.it). Ma di tutto ciò il sottotenente Anna Felice e compagni, inutile precisarlo, nulla sapevano, indotti invece a spostarsi come muli tirati per la cavezza, senza che gli venisse fornita la minima spiegazione su tattiche e obiettivi.
6/6 F. Continua a piovere, e il fango prospera!
7/6 F. [Falcade]. Io sto benissimo. Abbondante è il lavoro manuale.
12/6 F. [Falcade]. Carissimi, Emilio [nota: fratello del nostro] ora sarà già stato alla visita militare. Io sono sempre qui, e spero di non dover cambiare troppo presto residenza!
Chissà come sarà stata contenta Lily a sentire la Cavalleria al Regio, diretta da Mascagni! [nota: si tratta della Cavalleria rusticana, opera di Pietro Mascagni del 1890. Il Regio è il teatro lirico di Torino]. Ringraziate la signora Musietto per la fascia di lana. E, a proposito di lana, qui comincia a farsi sentire il tiepido e... ho tutti maglioni e nessuna flanella o camicia di filo. Mi occorrerebbero due flanelle e tre camicie: me le potete mandare? Anche un po' presto?
Vi unisco una foto che stampai in un momento di tempo libero: è una strada scavata nella neve, abbastanza alta per non cader fuori o solo guardare. Che ne dite? Ma qui, ora, ci sono già le viole e qualche mughetto...
Da ora innanzi sappiate che non useremo più il berretto: tutti coll'elmo da trincea! Torniamo agli antichi Romani!
13/6 F. [Falcade]. Carissimi, leggo nella vostra lettera 114 che Emilio è stato fatto abile! E quando verrà a fare il servizio? E dove? Nel Genio o Artiglieria? Sperabile!
15/6 F. [Falcade]. Sono sempre qui per ora, in attesa di eventi. Vi invio delle foto recentissime, che mi mostrano tra i soldati del mio plotone. Le ha fatte il mio attendente, che è diventato fotografo anche lui, al punto che sa già stampare e inquadra benissimo, con perfetto senso artistico. E mi assicura che, tornato a casa, invece di fare il contadino diverrà fotografo.
17/6 F. [Falcade]. Papà mi scrisse che, se fosse possibile, verrebbe a trovarmi, ma... sconsiglio questo viaggio inutile perché è probabile che a giorni si cambi posizione! Speriamo invece che fra poco tempo possa io venire tra voi... e per sempre.
19/6 F. [Falcade]. Tra pochi giorni sembra che saremo in trincea in un altro settore qui vicino.
23/6 F. [Falcade]. Il mio amico Lengueglini è stato ferito, come tanti altri ufficiali del mio reggimento, tutti, credo, ora all'ospedale Maria Letizia di Torino.
Stanotte raggiungeremo la trincea, non so ancora bene dove, ma... poco importa.
Trasferimento del 49°, da Falcade a Fiera di Primiero |
In ogni modo, le cartoline e le lettere inviate dal nostro nel corso della lunga marcia (e anzitutto la lettera del 29 giugno, di cui diremo) ci permettono di ricostruire con precisione il percorso seguito dal 49°, che fece tappa a Taibon, Voltago - Gasaldo, Sagron, Passo Cereda, Fiera di Primiero; marciando per un totale di circa 60 km di un duro percorso costituito da irte salite e scoscese discese.
Il 28 giugno Anna Felice Sobrero, giunto nella cittadina di Fiera di Primiero (austro-ungarica prima dell'occupazione italiana del maggio 1915), ne descrisse con poche efficaci parole la peculiare atmosfera:
28/6 F. di P. [Fiera di Primiero] Carissimi, giunto finalmente e... si è sempre in marcia ma presto saremo giunti a destinazione. Vi ho scritto quando ho potuto, ma quando non posso... nessuna nuova, buona nuova! [...] Qui, in questa città redenta, tutto quel che vi era di austriaco è stato come cancellato per lasciar posto all'italiano. Vi sono ancora caffè aperti, qualche bottega ma è quasi tutto malinconicamente serrato. E ieri sera, quando andammo un po' a passeggio, come fanno i borghesi... mi sentivo ridicolo e mentre mi aggiravo con fare tranquillo sotto il viale centrale parevami di stare sognando ed essere sulla via principale di Gassino.
La lettera del giorno successivo, 29 giugno (imbucata a Torino da un collega, dunque non passata tra le maglie dell'ufficio censura), oltre a fornire l'itinerario del trasferimento, cita la conquista dell’avamposto austriaco di cima Tognola (2405 m), prima (e riuscita) incursione del Nucleo Ferrari in territorio nemico:
29/6 Fiera di Primiero. Carissimi, ho incontrato uno che va a Torino! e gli farò imbucare la presente. Forse lo avrete già saputo, sono oltre questa città e avrete letto, nel bollettino [di Cadorna] del 28, l'occupazione della [cima] Tognola, sotto la Cavallazza ove stiamo preparandoci. Sono stato due giorni qui, poi ci riposiamo man mano, a turno di battaglioni qui in città e a Mezzano. [...] Tornando [ai giorni in cui eravamo] a Falcade, siamo passati per Taibon (ove vidi la padrona dell'albergo Paris Bordon che mi lasciò i saluti per Emilio), poi per Voltago - Gasaldo (ove vi mandai una cartolina), Sagron, Passo Cereda, Fiera di Primiero. Bella cittadina quest'ultima, della grandezza di Chivasso ma molto più graziosa. Metà austriaca e metà italiana, ma la popolazione austriaca pare stia scomparendo.
La cartolina del primo luglio riporta per la prima volta, nella parte dedicata al mittente, la nuova assegnazione, tracciata a matita: "4.a armata Nucleo Ferrari", e (sul retro) un brevissimo scritto:
1/7 Sempre in viaggio. Sto benissimo. Raggiungiamo stanotte la trincea: cambiate l'indirizzo [dei vostri messaggi].
I messaggi dei giorni e delle settimane successive, diciamo sino al 20 luglio, finalizzati anzitutto a tranquillizzare i famigliari, devono essere letti "in controluce" a evidenziare una segreta tensione per ciò che sarebbe avvenuto. Sono stati scritti da Sobrero nei pochissimi ritagli di tempo libero, occupato com'era, assieme ai compagni del Nucleo Ferrari, a compere ricognizioni, rilevazioni delle postazioni nemiche e piccole azioni tattiche, in preparazione dell'imminente attacco italiano:
6/7 S. M di C. [San Martino di Castrozza]. Carissimi, da giorni non riesco più a scrivervi... è un periodo che tra il lavoro e i disagi non sempre me lo permettono. [...] Ora non posso scrivere a nessuno all'infuori di voi: a qualunque costo vi scriverò sempre.
8/7 Qui sempre lo stesso e attendiamo gli eventi. Speriamo sempre bene.
9/7 S. M di C. [San Martino di Castrozza]. Carissimi, non ho più tante comodità come quelle che ho avute giorni fa a F. di P. [Fiera di Primiero], se pure potevano chiamarsi comodità. Qui sono tra quattro alberi e una pietra, ove il mio attendente fece una specie di tenda tutta mimetizzata da rami di pino, in maniera che il nemico non la veda... Dormo con lui le poche ore che posso riposare. Riguardo poi ai luoghi, sono meravigliosi. Siamo in un parco che era certo magnifico con stradette sabbiose, cartelli in tedesco, panche verniciate di rosso. Ma ora di tutto ciò cosa rimane? Trincee e reticolati ricoprono e immiseriscono tutto.
12/7 Approfitto di questi momenti di pioggia per cacciarmi sotto la tenda e scrivervi queste due righe. Al solito, sono qui [nota: San Martino di Castrozza] vicino, anzi quasi dentro, a questa cittadina distrutta dal fuoco austriaco, che ora è solo una rovina solitaria. Prevedo che a giorni non potrò più scrivervi, a seguito di ciò che avverrà, ma voi non preoccupatevi poiché ve ne ho dato già notizia.
15/7 A giorni incominceremo l'azione, abbiamo tutti fiducia che riesca molto bene. Emilio avrà letto sul giornale la morte del mio compagno di scuola Guglielmo Lantieri [nota: classe 1895, morto in combattimento il 4 luglio 1916 nella Valsugana] di artiglieria: mi è rincresciuto molto. È pure morto quel mio capitano Felice Moda di Torino. Inoltre è stato ferito un mio compagno di corso del 50° Fanteria, il sottotenente Federico Castellazzi, ferito nell'azione cui prendemmo parte anche noi a [parola censurata, illeggibile]. Si trova all'ospedale di Casale Monferrato. Se andaste a trovarlo con Emilio gli fareste tanto piacere.
18/7 Sono ancora qui, dove sapete. A giorni, come vi scrissi, non potrò più scrivervi per un po'. Non allarmatevi.
19/7 ore 20. Incominciando... Bacioni e bacioni da Cici
Lettera del 28 giugno 1916 (pagina 1) |
28/6 F. di P. [Fiera di Primiero] Carissimi, giunto finalmente e... si è sempre in marcia ma presto saremo giunti a destinazione. Vi ho scritto quando ho potuto, ma quando non posso... nessuna nuova, buona nuova! [...] Qui, in questa città redenta, tutto quel che vi era di austriaco è stato come cancellato per lasciar posto all'italiano. Vi sono ancora caffè aperti, qualche bottega ma è quasi tutto malinconicamente serrato. E ieri sera, quando andammo un po' a passeggio, come fanno i borghesi... mi sentivo ridicolo e mentre mi aggiravo con fare tranquillo sotto il viale centrale parevami di stare sognando ed essere sulla via principale di Gassino.
Lettera del 29 giugno 1916 (pagina 1) |
29/6 Fiera di Primiero. Carissimi, ho incontrato uno che va a Torino! e gli farò imbucare la presente. Forse lo avrete già saputo, sono oltre questa città e avrete letto, nel bollettino [di Cadorna] del 28, l'occupazione della [cima] Tognola, sotto la Cavallazza ove stiamo preparandoci. Sono stato due giorni qui, poi ci riposiamo man mano, a turno di battaglioni qui in città e a Mezzano. [...] Tornando [ai giorni in cui eravamo] a Falcade, siamo passati per Taibon (ove vidi la padrona dell'albergo Paris Bordon che mi lasciò i saluti per Emilio), poi per Voltago - Gasaldo (ove vi mandai una cartolina), Sagron, Passo Cereda, Fiera di Primiero. Bella cittadina quest'ultima, della grandezza di Chivasso ma molto più graziosa. Metà austriaca e metà italiana, ma la popolazione austriaca pare stia scomparendo.
Cartolina del primo luglio 1916 |
1/7 Sempre in viaggio. Sto benissimo. Raggiungiamo stanotte la trincea: cambiate l'indirizzo [dei vostri messaggi].
Lettera del 9 luglio 1916 (pagina 1) |
6/7 S. M di C. [San Martino di Castrozza]. Carissimi, da giorni non riesco più a scrivervi... è un periodo che tra il lavoro e i disagi non sempre me lo permettono. [...] Ora non posso scrivere a nessuno all'infuori di voi: a qualunque costo vi scriverò sempre.
8/7 Qui sempre lo stesso e attendiamo gli eventi. Speriamo sempre bene.
9/7 S. M di C. [San Martino di Castrozza]. Carissimi, non ho più tante comodità come quelle che ho avute giorni fa a F. di P. [Fiera di Primiero], se pure potevano chiamarsi comodità. Qui sono tra quattro alberi e una pietra, ove il mio attendente fece una specie di tenda tutta mimetizzata da rami di pino, in maniera che il nemico non la veda... Dormo con lui le poche ore che posso riposare. Riguardo poi ai luoghi, sono meravigliosi. Siamo in un parco che era certo magnifico con stradette sabbiose, cartelli in tedesco, panche verniciate di rosso. Ma ora di tutto ciò cosa rimane? Trincee e reticolati ricoprono e immiseriscono tutto.
12/7 Approfitto di questi momenti di pioggia per cacciarmi sotto la tenda e scrivervi queste due righe. Al solito, sono qui [nota: San Martino di Castrozza] vicino, anzi quasi dentro, a questa cittadina distrutta dal fuoco austriaco, che ora è solo una rovina solitaria. Prevedo che a giorni non potrò più scrivervi, a seguito di ciò che avverrà, ma voi non preoccupatevi poiché ve ne ho dato già notizia.
15/7 A giorni incominceremo l'azione, abbiamo tutti fiducia che riesca molto bene. Emilio avrà letto sul giornale la morte del mio compagno di scuola Guglielmo Lantieri [nota: classe 1895, morto in combattimento il 4 luglio 1916 nella Valsugana] di artiglieria: mi è rincresciuto molto. È pure morto quel mio capitano Felice Moda di Torino. Inoltre è stato ferito un mio compagno di corso del 50° Fanteria, il sottotenente Federico Castellazzi, ferito nell'azione cui prendemmo parte anche noi a [parola censurata, illeggibile]. Si trova all'ospedale di Casale Monferrato. Se andaste a trovarlo con Emilio gli fareste tanto piacere.
18/7 Sono ancora qui, dove sapete. A giorni, come vi scrissi, non potrò più scrivervi per un po'. Non allarmatevi.
19/7 ore 20. Incominciando... Bacioni e bacioni da Cici
Il 21 luglio 1916, il 49° Fanteria del nostro avrebbe infine lanciato l'attacco verso uno dei capisaldi della difesa asburgica sulla linea dolomitica, il massiccio roccioso della Cavallazza, obiettivo ritenuto di notevole rilevanza strategica. Nel prossimo articolo ci affiancheremo al sottotenente Anna Felice Sobrero, seguendolo passo passo nel corso di questa rilevante battaglia.
Dario Malini
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