Laboratorio Sobrero (25): Di Pasqua e d'altre ordinarie giornate (aprile 1916)

Cartolina del 5 aprile 1916
Il mese di aprile 1916 vide una progressiva ripresa delle ostilità sul fronte dolomitico, dopo la (relativa) stasi invernale (cfr. laboratorio 24). Per il sottotenente Anna Felice Sobrero fu questo un periodo spossante, che cercheremo di farvi vivere in presa diretta, utilizzando alcuni brani delle sue lettere (al solito, del tutto inedite):
2/4 Rimango a riposo ancora dieci giorni [a Falcade], poi tornerò di nuovo a Passo [Valles]. Stamane vado a lavorare sulle strade coi miei soldati.
4/4 Carissimi, non ho ricevuto nulla da voi quest'oggi, spero domani. Intanto credo avrete letto sul bollettino Cadorna quello che ci riguarda [nota: ecco il comunicato di Cadorna del 3 aprile : «In valle di San Pellegrino (Avisio) la notte sul 2 fu respinto un attacco nemico contro la nostra posizione Costabella»]. Qui si comincia a sentire il bel tempo: un sole caldo comincia a sciogliere la neve. Ieri venne il soldato Giuseppe Menzio di Gassino a trovarmi. Entrò nella mia camera e si trattenne lungamente a parlare del nostro paese. Buffo come la guerra muti ogni cosa, perché prima, in tempo di pace, c'eravamo rivolti solo qualche saluto!
13/4 Sono a P.V. [Passo Valles]. Ieri non ho potuto affatto scrivervi [perché], mentre m'apprestavo a farlo, ricevetti l'ordine di passare la notte di scorta all'artiglieria. Abbiamo avuto qualche azione in questi giorni. Fra le ultime quelle di JB [Monte Juribrutto]. Il capitano, che rimase ferito lui pure nell'azione, è fuori pericolo e verrà trasportato stasera all'ospedale.
16/4 P.V. [Passo Valles]. Ieri, mentre ero di servizio, facevo scavare una nuova trincea, quando fummo bersagliati dall'artiglieria avversaria. Ci mettemmo al riparo, per poi riprendere il lavoro all'acquietarsi dei colpi. Allora loro ripresero a sparare e noi subito a ripararci. Il bello è che si andò avanti così per un bel po': sembrava di giocare a nascondino, ma i proiettili fischiavano! A poco a poco, si fece notte senza che nessuno fosse riuscito a combinare granché. Ma una cosa buona è successa, perché un soldato mi portò uno shrapnel magnifico: nuovo, completo, con spoletta, bossolo, insomma, qualcosa di meraviglioso. Lo tengo in cassetta e alla prima occasione lo invierò a casa. [...] Emilio [nota: è il fratello del nostro, in procinto di partire per la guerra] andrà sicuramente nel Genio? Lo spero proprio e, credo, pure voi.
Lettere del 17 aprile 1916 (particolare)
Le giornate di Sobrero procedevano dunque senza particolari scossoni, cosa che ci permette di osservare da vicino la quotidianità di un militare nel corso della cosiddetta "guerra verticale", fatta di fatica, di freddo, di continui rischi e del desiderio segreto che tutto ciò avesse presto una fine. Ma anche di momenti di socialità e cameratismo, a proposito dei quali, uno squarcio ce lo fornisce una lettera, più o meno di questo periodo, inviata dal maggiore F. Armando a Ettore Sobrero, padre di Anna Felice, quale ringraziamento per il dono di una partita di calze invernali destinate ai soldati. Ecco cosa scrive: 
«Pregiatissimo Sig. Sobrero, contrariamente alle mie intenzioni ho ritardato sino ad ora a rispondere alla di lei gradita lettera per un cumulo di circostanze inerenti alla nostra situazione. [...] Il suo figliolo, enfant gâté della nostra famiglia militare, ha saputo rendersi benemerito per le sue qualità artistiche, e dobbiamo in gran parte a lui se quasi ogni sera possiamo gustare un po' di musica, interrompendo la monotonia della montagna.»
Intanto, si avvicinava la festività di Pasqua, mentre le azioni militari erano frequenti da ambo le parti: 
17/4 P.V. [Passo Valles]. Fra sei giorni è Pasqua: vi faccio gli auguri fin d'ora! Presto andrò in distaccamento a JB [Monte Juribrutto], per soli cinque giorni essendo molto faticoso il servizio. [...] Bacioni e bacioni da Cici.
19/4 Ormai è quasi Pasqua: cosa vi sarà di bello a Gassino per Pasqua? Quasi nulla, credo. Vi ricordate quella volta che mancarono i tram e io ritornavo dai Sissi di Piossasco? Ormai è passato un anno, e che anno!, e la speranza è che la prossima Pasqua si possa stare tutti a casa in buona salute!
Giorni or sono è avvenuta una grande avanzata da queste parti, e tutto va bene [nota: il 17 del mese, con un'operazione del Genio di immane portata, studiata e portata avanti durante molti mesi, gli italiani avevano fatto saltare l'estrema cresta del Col di Lana, nella speranza di liberare un passaggio verso ovest, operazione però vanificata dall'invincibile resistenza austriaca sulla cima dello Sief]. Certo si resta sempre, notte e giorno, ad occhi aperti...
Tornò a trovarmi Menzio, e parlammo di tutto: davanti a noi riviveva Gassino, con tutte le sue strade, le case e le persone. Alla fine gli regalai un paio di fasce mollettiere [nota: strisce di lana che i soldati si avvolgevano attorno alle gambe dalla scarpa fino al ginocchio], ne aveva bisogno! Null'altro da dirvi. Qui nevica ancora abbastanza, giorno e notte, ma il freddo diminuisce. Scrivetemi tanto e subito.
Lettera del 23 aprile 1916 (pagina 1)
Il 23 aprile cadeva la Pasqua cristiana che Sobrero trascorse lavorando nel distaccamento di Monte Juribrutto, a circa 2600 metri di altezza. Il suo impressionante resoconto documenta una furiosa tormenta di neve, tra l'altro del tutto fuori stagione alla fine di aprile (perfino nelle Alpi e a quella quota):
23/4 JB [Monte Juribrutto]. Stanotte sono di servizio, e ho così un po' di tempo a scrivervi. Di fuori [v'è] una tormenta indiavolata e buio pesto e freddo... Mi scaldo ogni tanto con gli scaldaranci [nota: rotolini di carta imbevuti di paraffina che, accesi, servivano per riscaldare il rancio] della sig.na Musy e qualche altro di riserva. Legna non ce ne è più, ma spero che domani, se cesserà la tormenta, me ne manderanno un po' da Passo, [Valles] per scaldare il rancio ai soldati. Cambio le vedette ogni venti minuti, di più non possono resistere. E le trincee sono di nuovo piene di neve e si possono raggiungere solo seguendo un filo di ferro che parte dal ricovero e giunge al luogo in cui stanno le vedette! [...] Di tanto in tanto do le novità per telefono: stanotte gli austriaci si contentarono di lanciare razzi luminosi... Quei cretini intendevano forse festeggiare la Pasqua?
Ieri sera ho tirato a una pernice, che qui è bianca e colla coda nera, e il mio attendente la farà arrosto se riceveremo la legna. Vi mando tre piume della coda, forse magiche, come in quella favola che piaceva tanto a Cesarino... 
Cartolina del 27 aprile 1916
27/4 Tornato a P.V. [Passo Valles] dal distaccamento. Sto benone. [...] Prossimamente, forse, cambierò fronte. Vi scriverò più a lungo domani.
28/4 Ieri vi scrissi una breve cartolina perché ero molto stanco, tornato dal distaccamento. Come vi dissi ieri, e la notizia è inaspettata, cambieremo fronte e probabilmente andremo a Cortina d'Ampezzo col 50° dove ho tanti amici. [...] Spero che presto venga stilata la formazione di quella sezione per la quale dovrei essere proposto come Comandante, cosa che sembra sempre vicina ma che certo deve avvenire prima dell'estate [nota: si tratta della posizione di Comandante la sezione Mitragliatrici Fiat, di cui si è detto nel laboratorio 24].
30/4 Come vi dissi... faremo le valige e partiremo, ma la destinazione e il giorno nessuno li sa. Forse dal 4 al 7 del prossimo mese, ma chissà...
L'aprile 1916 terminava dunque all'insegna dell'incertezza e dell'impossibilità per i soldati di poter decidere - o anche solo sapere - qualcosa intorno al loro destino. Obbedire in silenzio, null'altro era richiesto. E anche noi, per conoscere cosa avrebbe riservato il futuro al sottotenente Anna Felice Sobrero, dovremo armarci di un poco di pazienza e attendere almeno sino al prossimo capitolo.



Dario Malini







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