Laboratorio Sobrero (22): Con in testa il costante ruminìo della licenza (dicembre 1915)

Lettera del 14 dicembre 1915 (particolare)
"in licenza e poi... in congedo"
Il nostro laboratorio - vera e propria macchina del tempo, i cui ingranaggi altro non sono che le lettere inedite dell'ufficiale Anna Felice Sobrero - ci trasporta nel mese di dicembre 1915. Come abbiamo avuto modo di vedere nei precedenti capitoli, il freddo aveva rallentato i combattimenti, sulla linea dolomitica, ed era anzitutto il miraggio delle «licenze imminenti» a dominare i pensieri di ufficiali e soldati.
Scorrendo i messaggi del nostro (nei quali, secondo una consuetudine abbastanza diffusa, la narrazione delle maggiori sofferenze era piuttosto edulcorata, a beneficio dei propri familiari), non è facile rendersi conto di quanto febbrile fosse il bisogno di trascorrere un poco di tempo a casa. Per comprenderlo, ci faremo aiutare da un altro militare italiano, Walter Giorelli, che, nel febbraio 1916, a tale proposito scriveva:
Con la stasi torna ad incalzarci il rebus indecifrabile delle licenze, fissazione che assedia le cellule celebrali di ognuno di noi, perenne argomento di discussione, alimento di gioie e di tristezze improvvise. L’attesa che viviamo percuote i nervi di tutti più di una giornata di bombardamenti. [...] Le ore di riposo le trascorriamo distesi sulla terra asciutta e polverosa, fra le viti secche, poggiando la schiena contro i sacchi di biada, muti, con in testa il costante ruminio della licenza desiderata da mesi (nota 1). 
Lettera del 7 dicembre 1915 (pagina 1)
Non troppo diverso era, verosimilmente, lo stato d'animo del sottotenente Anna Felice Sobrero, per il quale, a un punto, la speranza di poter trascorrere il Natale in famiglia, dopo ben sette terribili mesi di guerra ininterrotti, parve diventare ipotesi concreta, come veniamo a sapere dalla sua commossa lettera del 7 dicembre:
7/12 Carissimi, se sapeste!!! Che gioia. E quando me lo dissero, per poco non caddi dall'osservatorio!!! Verrò in licenza per Natale!!! Ed è quasi sicuro! Al distretto di Torino ed Ivrea sono concesse dal 16 al 30 dicembre. E se fosse, state sicuri che prendo il diretto per Gassino!!!
Detto ciò, Sobrero tornava scaramanticamente a occuparsi della sua vita militare:
7/12 Oggi ho fatto delle preziose osservazioni, e domani il tiro dell'artiglieria batterà!
Ho scoperto, pare, la mensa ufficiali austriaca, un baraccamento dal quale uscivano colla salvietta addosso ancora, ma [...] gli farò dare la frutta a tempo opportuno!!
Oggi venne qui un ufficiale austriaco, disertore, che ora è per l'Italia e contro di loro. Venne mandato dal Corpo d'Armata [...] per aiutarmi a fare fotografie delle postazioni nemiche. Parlava e parlava, spesso a vanvera, fissandomi con occhi sfuggenti dell'esatto colore del cielo...
Qui il freddo è diminuito in questi ultimi due giorni, ma è pur sempre cinque o sei gradi sotto zero.
Attendo, impaziente come un bambino, il vostro pacco col secondo mistero parigino [nota: si tratta di Les Mystères de Paris, un romanzo d'appendice di Eugène Suee gli acidi per lo sviluppo. Altro non ho da dirvi. Bacioni e bacioni.
Ordine del giorno del 10 dicembre 1915
Nei successivi messaggi, l'argomento "licenza" divenne una sorta di leitmotiv, apportatore di gioia e turbamento, a illuminare di luce nuova tutto il resto, arrivando, nella lettera del 14, a mutare addirittura nel miraggio del... congedo. Speranza che andava in qualche modo a riprendere le promesse degli interventisti della prima ora, che avevano pronosticato una guerra facile e breve per l'Italia:
9/12 Vi posso annunziare che le licenze sono vicinissime, forse per la seconda quindicina di questo mese o la prima del successivo. Per allora spero di riuscire a trovare qualcosa per cambiarmi, oltre a organizzare le cose tanto bene da potermi fare un bel... bagno! Cade ora su questo foglio (ne potete vedere l'effetto) una goccia ben augurante: è la neve che si scioglie sul tetto della mia baracca.
Oggi ci hanno mandato  dei pesci secchi salati, infastidendo assai il mio attendente, che non sa come cuocerli. Null'altro da dirvi. Arrivederci a presto!
10/12 È uscito il Bollettino colla mia nomina ufficiale a sottotenente in data primo novembre. Il capitano, il dottore e altri colleghi mi mandarono quassù i rallegramenti.
Il capitano mi mandò pure l'ordine del giorno colla nomina, e vi mando la sua lettera di stamani [nota: vedere immagine sopra].
Il freddo, come vi scrissi, si è calmato di molto ed ora non si spera altro che nella prossima licenza! [...] Forse tra pochi giorni vi potrò precisare il giorno della mia partenza.
14/12 La licenza è sicura, ora attendo che il Comando disponga il giorno in cui partirò. Può essere il 20 oppure il 3 o il 15, non più tardi. Il 20 purtroppo ormai è difficile, cosa che mi rincresce poiché non sarò con voi il giorno di Natale, ma pazienza, vi raggiungerò poco dopo.
Mi rincresce pure che cambi il capitano di compagnia. Al posto di Viano verrà Ceriani, a quel che dicono molto petulante.
Ma veniamo a quanto è già stato disposto per le licenze:
- 15 giorni a casa escludendo il viaggio
- partenza da Belluno alle ore 8 di mattina col treno di tradotta, e arrivo a Torino alle 2 dopo mezzanotte.
Oggi daremo il cambio a Castellazzo e fra poco andremo di nuovo a riposo a Falcade. È due giorni che sono a Passo Valles perché ho i piedi ammalati per escoriazioni, ma il dottore dice che andrò a posto in un paio di giorni. Sono andato molto sugli sci [nota: Sobrero, qui e altrove, usa la forma "ski"] (e ho preso pure delle foto), ma il dottore mi ha proibito di rifarlo finché i piedi non saranno guariti.
E Cesarino [nota: è il fratello minore di Sobrero] sarà contento che vengo un po' a casa?
Nulla allora di nuovo e augurandomi che presto venga l'invio in licenza e poi... in congedo.
Cartolina del 19 dicembre 1915
Abbandonata la speranza di poter essere a casa per Natale, il nostro, di lettera in lettera, si vedeva costretto a spostare sempre più in avanti la data della partenza:
17/12 È arrivato il Capitano Ceriani che non mi pare poi tanto... come dicono, ma certo fa lavorare. Mentre i miei poveri piedi, ancora un poco malati, di lavorare - lo confesso! - hanno poca voglia. Nevica quasi sempre, ma il freddo s'è molto calmato. Riguardo alle licenze, oggi partono i tre più anziani e quindi, a settimane alterne, di tre in tre, partiranno anche gli altri ufficiali. A me spetterà tra qualche settimana, tra il secondo e il terzo turno. Saldo come le montagne che mi circondano, attendo senza lamentarmi troppo. Baci a tutti da Cici.
19/12 Vi auguro già buon Natale, giacché non potrò venire per il primo turno licenze, Ma verrò, state sicuri, ora [che] la lotta si è ridotta al freddo solo, giacché quelli là non osano più muoversi.
Lettera del 20 dicembre 1915 (particolare)
La lettera del 20, oltre a posporre ai primi giorni di gennaio  la licenza, evidenzia la questione pregnante della qualità non eccelsa degli ufficiali italiani, che erano spesso addestrati in fretta e furia e giovani o giovanissimi d'età
20/12 Carissimi, il pacco l'ho ricevuto e va benissimo.
Dovevo essere inviato in licenza il 27 di questo mese, ma forse partirò il 3 o il 5 gennaio, poiché sono del 1° gruppo (Piemonte). 
Il capitano Ceriani va abbastanza bene ora, e non è poi come dicevano tanto... tanto... terribile! Certo che è molto giovane: ha 23 anni! Ed ora [ce li mandano] tutti così. Sono tra i 23 e i 25 anni e non più. Così i tenenti e i sottotenenti: da 19 a 22 ...!! 
Nevica sempre sempre ma il freddo non è molto acuto! 
Intanto vi mando tanti e tanti baci.
lettera del 25 dicembre 1915 (pagina 1)
E arrivò infine il Natale. La lettera inviata da Sobrero ai familiari il 25 dicembre racconta diffusamente questa giornata, un poco magica nonostante tutto nel suo resoconto, che avrebbe tanto volentieri trascorso lontanissimo da lì:
25/12 Carissimi, stamane non ho potuto scrivervi. E... non potei a causa del piccolo festeggiamento fatto per la grande ricorrenza! Ieri stesso ci prendemmo a cannonate con gli austriaci, [mentre] oggi... tutto tace. E stasera da Cima Bocche [nota: Cima Bocche, 2754 metri di altitudine, si trova nel Trentino nord orientale. Roccaforte austroungarica, è stata interessata da cruenti battaglie nel corso della Grande Guerra] sventolano fazzoletti e pezze da piedi, come diciamo noi!!! E fecero due scariche a salve!!! [...] Poi, [gli austriaci] vennero sotto le nostre posizioni e incendiarono una casera per attirarci. Infatti, dopo un po' azionarono le mitragliatrici, ma... per aria!
Oggi abbiamo fatto un po' di rivista ai soldati, ma che... rivista, figuratevi! Nella neve e in quale stato! Poi ci fu la distribuzione delle castagne e di qualche pacco ai soldati, ma pochi giacché pochi arrivarono. Mangiammo un discreto pranzetto col tacchino e il dolce! E il grammofono girava a tutto volume senza poter del tutto disperdere i molti pensieri malinconici.
E voi? Certo che l'avrete passato bene, no? Chissà quanti regali avranno ricevuto Dino e Giannetto! E spero di poterli vedere presto anche io. Intanto, tra due giorni vado a riposo, per la seconda volta, a Falcade. 
Stasera avremo a cena gli artiglieri ufficiali, e verrà servito un grosso pesce, di razza sconosciuta ma in grado di fare la sua figura, che ci mandarono fin quassù. 
Cartolina del 29 dicembre 1915
L'anno terribilis del sottotenente Sobrero si avviava alla conclusione con alcuni messaggi che evidenziano, nell'iterazione ossessiva dell'argomento "licenze", come tale rovello lo attanagliasse assai più di quanto parrebbe a una lettura superficiale:
28/12 Sono nuovamente proposto per la licenza del 3 [gennaio] e vedremo se uscirà sull'ordine del giorno fra poco: [nel caso,] vi scriverò subito. [...] Vi auguro buon fine e buon principio d'anno, buona festa a Papalino. Qui fa freddo e nevica abbondantemente. Cominciano le valanghe. E anzi ne vidi una ieri sera molto grossa, che precipitava a valle. Il rumore è assordante come un boato di cannone. Non posso scrivere a lungo perché parto ora per Falcade come ufficiale di alloggio per la compagnia che va a riposo con me. Bacioni a tutti.
29/12 Carissimi, stante il grande lavoro che abbiamo qui in questi giorni, non ho sempre tempo di scrivere. Dovrei partire da un giorno all'altro. Ogni cinque o sei giorni viene inviato un drappello di soldati in licenza, sempre comandati da un ufficiale... prima o dopo verrà pure il mio turno!!!... Vi saluto coll'augurio di un anno migliore per tutti. Cici.
Lettera del 30 dicembre 1915 (pagina 3 e 1)
Ed ecco il suo ultimo messaggio dell'anno, inviato da Falcade il 30 dicembre, che sposta ancora in avanti la data della licenza, fissata questa volta per il 10 gennaio:
30/12 Carissimi, non ho mai tempo a scrivervi perché dopo i traslochi vi è sempre tanto da fare... e poi sono stato di nuovo un po' disgraziato: passato sull'ordine del giorno per la licenza, sono ordinato (in un contrordine) a [frequentare] il corso telegrafisti per cinque giorni. Così, addio per il 3; ma al 10 il colonnello me lo assicurò quasi...
Lettera del 30 dicembre 1915 (pagina 2)
E prosegue:
30/12 Sono in riposo a Falcade (Molino). [...] Domani è l'ultimo e dopo il primo! Qui facciamo un po' di festa coi soldati: loro avranno qualche bottiglia e pacco e noi qualche dolce. E inviteremo altri ufficiali vicini. [...] Ricevetti intanto l'annuncio del concerto che c'è stato a Gassino: benissimo e... pazienza! Partirò il 10! Lo stesso colonnello me ne fece le scuse: meglio tardi che... mai!
Per sapere cosa accadrà da qui in poi, vi rimandiamo ai nostri prossimi interventi, redatti come sempre attraverso i resoconti (inediti) di Anna Felice Sobrero, nostro corrispondente esclusivo dai giorni lontani e vicinissimi della Grande Guerra.



Dario Malini


Nota 1 Il brano è tratto dal diario di guerra, recuperato anch'esso dal curatore di questo laboratorio, Il sorriso dell'obice. Un pittore italiano nella Grande Guerra a cura di Dario Malini, Ugo Mursia Editore.





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