Laboratorio Sobrero (8): sulla linea del fuoco (1 - 14 luglio 1915)

«Corriere della Sera» del 5 luglio 1915
Il mese di luglio 1915 vide una crescente attività offensiva da parte italiana sulle Dolomiti e nel Cadore, zone cui si riferisce la cartina presentata qui sopra, pubblicata sul «Corriere della Sera» del 5 luglio 1915. Come sappiamo, all'inizio del mese, la Compagnia cui apparteneva il tenente Anna Felice Sobrero si trovava proprio in quella zona, a Taibon (vicino ad Agordo), di riserva, in una condizione piuttosto fortunata ma precaria, per la concreta possibilità dell'arrivo improvviso di un ordine d'avanzare. Presentiamo in questo intervento una serie di lettere di notevole pregnanza, che ci permettono di osservare da vicino "l'ultimo miglio" del tragitto angoscioso e drammatico che conduce ogni militare, spesso suo malgrado, lungo la linea del fuoco.
cartolina dell'1 luglio 1915 (particolare)
Nella lettera dell'1 luglio, Felice annuncia ai genitori d'aver iniziato il corso per ufficiali di complemento (di cui si è detto nel Laboratorio 7), non senza annotare, con probabile segreto divertimento, l'ironica circostanza di assistere alle lezioni all'interno di un asilo:
Carissimi genitori,
a partire da stamani sono passato nel plotone allievi [...]. Siamo 33 fra caporali, sergenti e soldati. [...] Siamo tra i banchi di scuola di un ASILO! proprio infantile, coi cartelloni appesi, le vocali e le consonanti e alla cattedra sta il nostro istruttore. 
Cartolina del 6 luglio (particolare)
Qualche giorno appresso, il 6 luglio, le sue parole già evidenziano un qualche affaticamento nel seguire le lezioni e la necessità di qualche momento di distrazione:
[...] Dopodomani sarà la festa del reggimento e si preparano feste rimbambenti e giochi per neri. Ciò servirà a farci divertire un pochino. E speriamo di udire un po' di musica, ché è dal 15 maggio che non suona più. [...]
Rimarcando l'impegno pressante delle materie affrontate: 
Le lezioni affluiscono sempre, e si hanno sei o sette lezioni al giorno: tattica, logistica, balistica, fotografia, fortificazioni, armi, tiro teorico e pratico, regolamenti ecc. Vedete che non c'è da scherzare.
Cartolina del 9 luglio 1915
Ma la lettera del 9 luglio ci permette di cogliere come il pensiero di Felice e compagni, in queste giornate d'inizio luglio, andasse anzitutto di continuo, tormentosamente, alle persistenti voci su una prossima necessità d'entrare in azione anche per loro:
Ho ricevuto la vostra scritta a matita in cui mi dite che gli altri possono avere 2 giorni di permesso: e mi dite se non posso averli anch'io! Gli altri sono in una posizione affatto diversa da quella di noi. Anzi pare si debba avanzare, altro che permesso!
Cartolina dell'11 luglio 1915
Ed ecco che, quando l'ordine d'avanzare infine arriva davvero, l'11 luglio, Felice invia alla madre questo toccante messaggio, la cui inconsueta brevità (ma anche il respiro sincopato e la sintassi contratta) permette d'intuire la precipitazione, il senso d'impotenza e l'agitazione del momento in cui è stato scritto:
Cara mamma,
parto, definitivamente da qui... chissà ove andrò. [...] Stasera ho da affardellare lo zaino per stanotte!... Arrivederci. Vi scriverò.

Cartolina dell'11 luglio 1915 notte
La cartolina spedita quella sera stessa, da datarsi dunque all'11 notte, firmata anche da un nutrito numero di commilitoni, è davvero accorato:
In una cena, ultima forse a Taibon, inviamo a voi tutti i nostri auguri e saluti.
Ad esso, un compagno aggiunge una nota drammatica, permettendoci d'immaginare vividamente la cupezza di quella notte angosciosa e tratteggiando un quadro della vita dei militari del tutto contrapposto a quello, idealizzato, proclamato a gran voce dalle fanfare interventiste:
Cogli auguri a tutti che non sia l'ultima mia.
Cartolina dell'14 luglio 1915 
La successiva cartolina diretta alla famiglia viene inviata dal tenente Felice tre giorni dopo, il 14 luglio. Pulsante di una ovattata emozione, tratteggia con notevole vigore il mondo ostile della prima linea sulle Dolomiti, ce ne fa avvertire tutta la tensione, il costante pericolo, i rumori assordanti:
Carissimi!!
sono nelle nuove terre!! Dopo un'avanzata notturna di 2 giorni finalmente siamo in d'una collina a quota 2000 metri, assieme ad un reggimento d'artiglieria da montagna che fa fuoco giorno e notte con pezzi di grosso calibri: certi colpi! Di notte dalla collina dinanzi, circa 6 km distante, fari e riflettori austriaci illuminano tutto d'un colpo la collina, poi sparano, e si sentono distintamente le mitragliatrici. Ho trovato ieri sera una spoletta di granata austriaca non scoppiata. Siamo parte in trincee e parte dentro buche di terra e pini, costruite dagli alpini! In questo momento una cannonata fa tremare tutta la terra perché è solamente ad una settantina di metri da noi. Mello è in avamposto e Ottavio è dietro a noi. Nonostante questo ho dormito tutto il giorno e mi sono svegliato per il rancio. Null'altro di nuovo.




Dario Malini




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