Cartina tratta dal «Corriere della Sera» del 4 giugno 1915 |
lettera del 5 giugno 1915 (particolare) |
Noi siamo arrivati il 3 corr. in questo paese che è a 2 o 3 chilometri da Agordo e si chiama Taibon. Voi saprete che il Ministero della Guerra non vuole che si sappia ove sono le località dei reggimenti e che forza hanno, così che si deve impostare la corrispondenza aperta senza il nome del paese sopra.
Lettera dell'8 giugno 1915 (pagina 4 e 1) cliccare sull'immagine per ingrandirla |
Nelle lettere ora non possiamo più mettere il nome del paese e la data, forse per ragioni speciali dei comandi d'Armata.
In effetti, la lettera manca delle indicazioni proibite. Si osservi però che, in alto a sinistra della prima pagina, compare il numero 20: la presenza di una numerazione era un comune espediente utilizzato dai soldati, che assegnavano sovente un progressivo alle lettere, in modo da permettere ai destinatari una facile verifica di eventuali ritardi o smarrimenti. In questo caso ci è dunque piuttosto agevole dedurre che questa lettera è stata scritta in data 8 giugno 1915, poiché quella che riporta il progressivo 17 era del 5 giugno (vedere sempre il Laboratorio 5), stabilito che la frequenza d'invio del nostro era quasi sempre giornaliera.
Lettera del 6 giugno 1915 (pagina 4 e 1) cliccare sull'immagine per ingrandirla |
Vedi la carta geografica sul «Corriere della Sera» di venerdì 4 (edizione del mattino): sopra Belluno vi è Agordo, e sopra Agordo il passo Valles, proprio dove vi è la lettera "e".
Dunque le date e i luoghi omessi in una specifica lettera possono spesso essere ricostruiti, attraverso il confronto tra diverse missive scritte in uno specifico periodo temporale, oltre che da altri particolari come citazioni di eventi identificabili o cose del genere.
Tutto ciò ci auguriamo possa servire da stimolo a coloro che dispongono (o sono a conoscenza dell'esistenza) di lettere di qualche soldato della Grande Guerra, spingendoli a trarre dall'oblio quell'antica vicenda, in modo che non vada dispersa, ridando voce, senza mediazioni o tesi precostituite, a un destino sommerso la cui lezione (ci sentiamo di prometterlo) spesso risulterà sorprendentemente attuale e vitalissima.
Dario Malini
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