A.G.G. n° 10 - Novembre - dicembre 2012

Bellum iustum
(La guerra giusta)
È probabilmente Sant’Agostino ad aver coniato il concetto di "guerra giusta", definendo moralmente accettabile una guerra finalizzata al ripristino di un diritto violato. A partire dall'assassinio di Francesco Ferdinando a Sarajevo, i media di gran parte dei paesi europei si sono cimentati con zelo ineguagliabile nella prima grande opera di persuasione di massa intorno alla necessità, e alla "giustezza", di una guerra che necessaria e "giusta" non era affatto. In questo numero di AGG analizzeremo l'opera della propaganda, il lavoro instancabile di artisti, scrittori, politici e giornalisti, rivolto a demonizzare l'avversario e a forgiare quella sorta di mitologia positiva della Prima guerra mondiale che (nonostante i milioni di morti, nonostante le immani distruzioni, nonostante gli orrori delle trincee e l'uso indiscriminato di armi di sproporzionata potenza e dei gas nervini) perdura in parte ancora oggi. Un ampio spazio verrà dato, in particolare, alla vicenda paradigmatica del giovane Mussolini nei suoi rapporti con la Grande Guerra.
***
Alla vigilia del primo conflitto mondiale, nel 1914, nei diversi paesi europei che si preparavano alla belligeranza fu significativo e rilevante il contributo che molti artisti diedero a sostegno della propaganda bellica. Più in particolare, le opere d’arte che alcuni esponenti delle avanguardie artistiche realizzarono in questa fase attestano una profonda convinzione nella giusta causa della guerra, così come successivamente, a guerra iniziata, nella necessità della stessa per arrestare la tracotanza di un nemico troppo aggressivo e spietato. Ecco dunque l'articolo: L'arte a sostegno della propaganda bellica, dagli entusiasmi interventisti alla disillusione.

***
Nella repentina svolta del giovane Benito Mussolini (direttore del quotidiano socialista Avanti! e poi de Il Popolo d'Italia) da posizioni oltranzisticamente neutraliste al più acceso e passionale interventismo, c'è forse uno dei paradigmi del tortuoso e contraddittorio percorso che condusse il nostro paese alla guerra. Vi proponiamo dunque un excursus intorno alla figura di Mussolini in rapporto alla Grande Guerra, ben consapevoli di quanto sia difficile ragionare su un tale personaggio senza vedersi spuntare davanti la mascella quadrata e il fiero cipiglio dell'omone ben piazzato e un po’ ridicolo che, di lì a qualche decennio, sbraiterà da un balcone di Palazzo Venezia. Noi qui tenteremo di farlo. E per rendere più agevole tale bizzarro esperimento ermeneutico, potremmo immaginare per un attimo che, il 23 febbraio 1917, lo scoppio della bomba che ferì gravemente il soldato Mussolini lo avesse invece mandato all'altro mondo. Come leggeremmo, a quel punto, la sua figura, i suoi articoli giornalistici e il suo diario? Iniziamo dunque il nostro percorso proponendovi l'articolo Breve biografia del giovane Mussolini.
***
Vorremmo ora riflettere su Mussolini giornalista, analizzando in particolare quello che i socialisti dell'epoca chiamarono "il grande tradimento", il repentino passaggio che condusse il direttore dell'Avanti!, neutralista convinto, a sposare le tesi interventiste e a fondare Il Popolo d'Italia. Ecco il link a Mussolini giornalista: dalla neutralità all'interventismo.
***
Ed ecco la nostra recensione de Il mio diario di guerra. 1915-1917 di Benito Mussolini, forse il primo diario di guerra pubblicato in Italia. Un testo che viene letto pochissimo oggigiorno, che può invece aiutarci a comprendere numerosi aspetti della Grande Guerra, rivelando inoltre la personalità di un personaggio centrale, per quanto negativo, del nostro Novecento. Ecco il link alla recensione Il mio diario di guerra di Mussolini.
***
Vi proponiamo ora un tipico testo propagandistico del'epoca, una raccolta di versi edita nel 1917 e oggi introvabile anche nelle librerie antiquarie. Ecco il link alla recensione Orme di guerra di Egeo Carcavallo.

***
Terminiamo ricordando come anche il tagliente linguaggio della satira fosse sovente messo al servizio della propaganda, come in questa vignetta interventista di Tosini, pubblicata all'inizio del 1915 sulla rivista Numero , il cui bersaglio è Giolitti:

***

Sommario

Nessun commento:

Posta un commento