"Orme di guerra" di Egeo Carcavallo

La raccolta poetica Orme di Guerra di Egeo Carcavallo venne pubblicata nell'ottobre 1917. Il testo, oggi quasi introvabile anche nelle librerie antiquarie, rappresenta un tipico esempio di pubblicazione propagandistica di guerra, tutta centrata sui più triti valori nazionalistici, sulla precipua volontà di esaltare le virtù della propria patria e di demonizzare l'avversario. 

Il nemico non è un uomo, bensì un mostro capace di atti barbari ed efferati. A tale proposito nella poesia Le manine tronche viene ripreso il tema immaginario (che ha tuttavia avuto larga diffusione in tutti i paesi dell'Intesa) delle atrocità compiute dall'esercito di Guglielmo II nei confronti dei bambini belgi:


Più avanti, la poesia La nave-ospedale riprende con toni accorati un nuovo esempio di disumanità del nemico, l'affondamento di una nave adibita al trasporto di feriti:

Fortunatamente penseranno i Soldati d'Italia!!!, dall'occhio fremente e dal braccio d'acciaio, a schiacciare la testa al tiranno d'Asburgo:


Terminiamo qui, convinti di aver fornito esempi sufficienti a mostrare il tono della raccolta. In essa, come nella maggior parte del materiale propagandistico, è massima la semplificazione della realtà e, dunque, nettissima la barriera che divide noi da loro. La guerra è sempre santa giusta, e il nemico rappresenta sempre il male assoluto che è necessario debellare. 
Quale miglior modo (ieri come oggi) per ottenere consensi?

Dario Malini

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