Angiolo D'Andrea e la Grande Guerra

Fig. 1 - Autoritratto con tavolozza
Segnaliamo una straordinaria mostra di pittura, in corso a Milano (Palazzo Morando, in via Sant'Andrea n° 6), dall'8 settembre 2012 al 17 febbraio 2013. 
L'esposizione presenta, con un nutrito numero di opere, la figura artistica di Angiolo D'Andrea, pittore di notevole qualità, caduto sino a oggi quasi del tutto nell'oblio (in fig. 1, un autoritratto giovanile del pittore). 
Non intendiamo analizzare qui le vicende, legate al collezionismo della famiglia Bracco, che hanno permesso questa riscoperta, né vogliamo dare un quadro completo della personalità artistica di questo maestro, il cui inquadramento proposto dai curatori nel sottotitolo della mostra, tra Simbolismo e Novecento, potrebbe (soprattutto nel riferimento a quest'ultimo movimento, inviso all'artista) essere fuorviante per il visitatore che cercasse di comprendere in modo approfondito la sua notevole originalità stilistica e atipicità nell'Italia di quegli anni.
Fig 2 Corso Vittorio Emanuele il 24 maggio 1915
Restando invece negli ambiti che più ci competono, analizzeremo in questo intervento le opere del D'Andrea esposte nella sezione "Gli anni della Grande Guerra" (un decimo circa del totale).
Fig. 3 - Telve
Se all'inizio l'artista appare su posizioni interventiste, come non si può fare a meno di pensare osservando l'olio di fig. 2, che mostra la folla festante nel centro di Milano, il giorno dell'entrata in guerra dell'Italia, successivamente le sue idee sembrerebbero mutare abbastanza rapidamente.
Fig. 4 - Vita di paese
Negli anni della guerra, Angiolo, soldato nel piccolo comune trentino di Telve, riprende tale zona in numerosi schizzi e disegni. 
Fig- 5 - Telve
In essi (si vedano le opere di fig. 3, 4 e 5) l'artista sembra interessarsi perlopiù agli angoli caratteristici del paese (i fienili, le vecchie mura, i contadini, le donne), occultando dove gli è possibile i segni della guerra. 
Fig. 6 - Tezze
Talvolta, la presenza dei militari, ineludibile, viene appena accennata, come nel bel disegno di fig. 6 dove una fila di sbiaditi militari a cavallo si perde nel poetico paesaggio del paese di Tezze, situato a circo 60 chilometri da Telve.
Fig. 7 - Incendio a Telve 
Se in tali lavori pare dunque operare una vera e propria rimozione della realtà bellica, in due fantastici dipinti a olio esposti in mostra (fig. 7 e 8), l'orrore per la guerra diviene urlo, diviene straziante poesia. 
Fig. 8 - Telve in fiamme
In queste opere, l'incendio del paesucolo di Telve, dovuto a bombardamenti austriaci, evento in sé minimo all'interno dell'immane catastrofe della Grande Guerra, assurge a simbolo di barbarie, a vibrante metafora della distruzione del mondo pacifico del passato, a cruda visualizzazione dell'irrompere fragoroso di un universo bruto. A immagine visionaria e profetica di un futuro terribile e inarrestabile.  

Dario Malini

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