La raccolta "Finis Austriae" di Anselmo Bucci : parte prima

In questo intervento cominceremo a descrivere la raccolta Finis Austriae, ultima impresa grafica del periodo bellico del war artist Anselmo Bucci, testimone delle vicende che occorsero nella piazzaforte di Pola nei giorni successivi all’armistizio di Villa Giulia (4 novembre 1918), segnando la sconfitta definitiva e il crollo del secolare impero asburgico. 
In quelle giornate Bucci approdò a Pola con il battaglione San Marco, con cui aveva partecipato alle operazioni navali sull’Adriatico. L’atmosfera singolare che in quel momento si respirava in città, lo indusse a intraprendere una terza ed ultima avventura grafica di tema bellico, Finis Austriae, appunto, che faceva seguito a Croquis du front italien e Marina a terra (nota 1), di queste stilisticamente più moderna e avanzata. Morbidi e veloci tratti litografici, in seppia o in grigioblu, delineano elementi del paesaggio, raggruppamenti di figure, macchine, navi corazzate, imbarcazioni di vario tipo, mentre sommarie note cromatiche in prevalenza calde (giallo, ocra, rosso) ne rompono le monocromie, ora a suggerire un cielo crepuscolare oppure un riflesso di luce sul terreno o su un viso, ora a contrassegnare uno specifico motivo, ad esempio una bandiera o anche una fascia decorativa di un tessuto. La linea di contorno assume una forza costruttiva e plastica inedita. Le composizioni sono caratterizzate da una visione ordinata e sintetica nella quale vengono disciplinate le emozioni. L’intonazione di insieme appare greve e mesta, con predominanza di toni cupi.
Fig. 1 La rada di Pola
L’immagine di apertura La rada di Pola (fig. 1) presenta uno sguardo sulla baia in cui la Regia Marina ha imposto la propria bandiera (nota 2), raffigurata in primo piano, ad attestare che gli italiani approdati a Pola il 6 novembre hanno scalzato la presenza asburgica nella piazzaforte (nota 3). La baia, tratteggiata con segni rapidi e vivaci, è apparentemente tranquilla: un sottomarino in sosta è visibile in primo piano, mentre un variegato dispiegamento di navi (indicative della consistenza della forza navale già appartenente all’impero sconfitto) costella l’intera linea dell’orizzonte sotto un cielo movimentato, solcato da segni tracciati sommariamente. Scevra da accenti trionfalistici, l’opera denota un’apparenza pacata e controllata, rigorosamente ordinata dalla severa bicromia del seppia e del blu, seppure il segno grafico risulti carico d’emozione nel registrare i liberi movimenti vibranti del cielo e dell’acqua, prodotti dalle folate della bora.
Fig. 2 L'anticamera
Nella tavola di fig. 2, L’anticamera, Bucci raffigura, in ripresa ravvicinata, uomini in attesa di entrare nell’ufficio del “Kommando”: si tratta probabilmente di soldati austriaci che, in vista della prossima partenza dalla base di Pola, devono ottemperare a qualche procedura burocratica. La tristezza in alcuni dei volti dei personaggi ritratti, la noia in altri sono notazioni di vita reale, di emozioni catturate in presa diretta, caratteristiche del modo di Bucci di raccontare la guerra. Estremamente eloquenti a questo riguardo, le espressioni dei militari che si fronteggiano all’ingresso al Kammando, dove sono di presidio: solida e vigorosa è la figura del marinaio appoggiato al palo sulla sinistra, scultorea quella del soldato di schiena (dove il nero si addensa), 
a mezzo busto, in primo piano, il volto investito da un lampo di luce, sul quale sembra riverberare l’ocra del cielo. La scena non fa riferimento ad alcun specifico evento, ma si configura quale registrazione di un flusso di esistenze, in un attimo di attesa che, denso di sensazioni, trascorre lentamente. Il tutto appare governato in una composizione rigorosa, dal solido impianto. 
Fig. 3 L'imbarco
Motivi analoghi si riscontrano anche ne
L’imbarco di fig. 3, dove la ripresa della folla di militari offre un mirabile esempio di come l’arte di Bucci sia versata in questa tipologia di raffigurazioni (nota 4). Un gran numero di uomini dalle divise grigioblu, contrassegnati da pesanti segni di contorno, si è venuto ad accodarsi nei pressi di una corazzata in sosta formando una schiera compatta e ordinata, sulla quale si avverte il tempo che trascorre in attesa dell’”evento”: l’imbarco appunto. Il fumigare rossiccio fuoriuscente da due fumaioli della nave e il concomitante imporporarsi del cielo nell’ora del tramonto sembrano rimarcare quel senso di attesa caricandolo di sensazioni melanconiche e nostalgiche. È questa un’opera straordinaria dal punto di vista compositivo, basata sulla studiatissima contrapposizione tra lo sfondo bidimensionale e il senso plastico prodotto dalle pennellate corpose e dai contorni spessi che delineano il blocco scultoreo costituente la folla dei soldati.
Il prossimo intervento sarà dedicato alle tre seguenti litografie della serie.

Carol Morganti



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Note
1. La serie fu realizzata da Anselmo Bucci a Pola nel novembre del 1918 e stampata in 200 esemplari l'anno successivo. Venne edita a Milano nel 1919 da Alfieri & Lacroix. In copertina appare la raffigurazione di un uomo di spalle e un arco romano.
2. La presenza della bandiera della Regia Marina consente fissare al 6 novembre la datazione post quem della litografia. Si tratta dell’unica notazione che allude alla vittoria italiana. 
3. L’immagine è stata utilizzata come illustrazione di una cartolina postale, stampata in edizione esclusiva del Museo Navale di La Spezia, in cui è riportata la scritta: «Alessandro Ciano da Livorno reca a Pola con la “4 PN” l’intimazione della resa, 6 novembre 1918».
4. Si vedano, riguardo alla fama di Bucci come “pittore delle folle”, le note di L. Giudici in Anselmo Bucci e Raffaello Giolli, in Anselmo Bucci 1887-1955, a cura di E. Pontiggia, p. 33.

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