L'articolo, firmato da Giuseppe Andrea Liberti dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II", prende il via identificando quale asse portante del testo il ruolo assunto dall'evento Grande Guerra nel ritorno alla scrittura di Svevo:
È, questa, la tesi di Brian Moloney, ripresa sin dall'epigrafe del suo libro da Dario Malini, che propone anzi di considerare la Coscienza "il frutto maturo di un ripensamento generazionale susseguente la guerra" (p. 124). La Grande Guerra di Italo Svevo insiste proprio sul fatto che il capolavoro del Triestino sarebbe pienamente comprensibile solo tenendo conto di una produzione ‘sotterranea’ risalente agli anni del conflitto e di possibili modelli letterari legati al clima post-bellico.In seguito, la recensione si sofferma su alcuni dei punti salienti del saggio, evidenziandone l'approccio ampio e documentato, facente perno su un'attenta rilettura dei testi di Svevo che hanno preceduto il suo terzo romanzo, anche di alcuni spesso considerati "minori":
Nei primi capitoli, Malini ricostruisce, sulla scorta degli studi biografici e filologici di studiosi come Bertoni, Camerino e Ghidetti, il graduale ritorno di Svevo alla scrittura dopo il congedo seguito alla pubblicazione di Senilità e all'ingresso nella ditta Veneziani, di proprietà del suocero. La scelta di concentrare l'analisi sulla ripresa dell’attività scrittoria consente all'autore di soffermarsi su scritti minori ma dotati di una loro pregnanza stilistica ed ermeneutica.Viene quindi ben sottolineata come, secondo la tesi di Dario Malini, sia necessario intendere la genesi della rivoluzione della Coscienza all'interno di un preciso momento storico e culturale (italiano e mitteleuropeo):
Innovazione, beninteso, che si inserisce in quella che il critico definisce la «rinascita del romanzo in Italia», e che trova nel libro di memorie, specialmente quelle di guerra, l’«anello di congiunzione tra il romanzo ottocentesco e quello moderno» (p. 120). La coscienza di Zeno è, in fondo, affine a questo tipo di letteratura, giacché si conclude con una ‘vittoria’ che, «in definitiva, si configura come una sua [di Zeno] resa incondizionata ai valori dell’etica borghese, che è anche etica “di guerra”» (p. 205).Vengono infine fatti alcuni cenni alla novità più rilevante de La Grande Guerra di Italo Svevo, consistente nella scoperta di una fonte sconosciuta del capolavoro dello scrittore triestino:
Il capitolo certamente più interessante, che realizza peraltro l’annuncio contenuto nel sottotitolo del volume, è quello dedicato al ritrovamento di un’ignota fonte letteraria della Coscienza. Malini propone, come nuovo ipotesto, la commedia Pace in tempo di guerra di Alfredo Testoni, un’operetta leggera e improntata a un ‘buon umore’ abbastanza esile da garantirle, al tempo, un discreto successo di pubblico.
«Critica letteraria». Fasc. II - n° 183/ 2019, pag. 414 |
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