L'opera d'arte del mese: "Soldato che cuce" di Angelo Goglio

Fig. 1 Angelo Goglio, Soldato che cuce,
disegno (particolare)
In questo intervento presentiamo l'opera Soldato che cuce di Angelo Goglioentrata recentemente nella collezione Arte Grande Guerra. L'artista è stato iniziato alla pittura dal padre e da Luigi Onetti, pittore divisionista operante in ambito piemontese. Dopo una fase di formazione all'Accademia Albertina di Torino, si è quindi recato a Parigi dove, per due anni, ha frequentato lo studio di Giovanni Boldini. Arruolatosi come ufficiale (tenente di fanteria) ha partecipato al primo conflitto mondiale a partire dal 1916. Negli anni della guerra ha realizzato diversi soggetti a tema militare, come l’opera in esame. 
Fig. 2 Angelo Goglio, Soldato che cuce,
disegno (particolare)
Si tratta di un disegno a china che ritrae un soldato intento a cucire quella che potrebbe essere una camicia, completamente assorbito nel suo lavoro. Ne definiscono le fattezze accostamenti di linee sintetiche, composte con chiaro senso costruttivo. Nel riprendere questo momento della vita del militare (probabilmente un compagno d'armi), Goglio non si ferma alla resa puramente oggettiva, ma sembra piuttosto ricercarne il senso più profondo, inseguirne l’essenza. Al vigore del segno il maestro non sacrifica la resa luministica, per la quale denota una spiccata sensibilità. Ed è la semplice distanza tra le linee – ora più rade ora men rade – a definire sinteticamente la resa plastica di figura e ambiente, graduando gli effetti chiaroscurali. Lo spazio chiuso dell'austera stanza in cui si trova l'uomo (probabilmente una di quelle baracche che venivano allestite per gli ufficiali in zona di guerra), caratterizzata solo dalla presenza di una piccola finestra e da una panca, è così reso vivo e tangibile dalla circolazione della luce e dell'aria.
Fig. 3 Angelo Goglio, Soldato che cuce,
disegno
Il disegno (che riporta in calce la firma dell'artista, la data d'esecuzione - 8 giugno 1916 - e una scritta di non facile lettura, verosimilmente la località) nulla ci mostra dei luttuosi eventi bellici, soffermandosi invece su un momento intimo e quotidiano di un singolo militare. Mite, solitario, intento a un lavoro affidato tradizionalmente alle mani femminili (circostanza che evoca la forzata lontananza dagli affetti), il giovane appare del tutto avulso dalla realtà della guerra. E la meticolosa attenzione che mostra verso il decoro dei propri abiti, in tempi tanto insensati e crudeli, acquisisce una notevole carica poetica, caricandosi anche di significati segretamente eversivi, intesi a destrutturare l'iconografia del prode soldato italiano, così com'era veicolata dai dettami della propaganda. Ed ecco che, mentre il fragore delle armi meccaniche forse penetra flebile, attraverso la finestra socchiusa, all'interno della stanzetta quieta e luminosa, la guerra e i suoi orrori si evidenziano, per contrasto, in tutta la loro follia e disumanità.


Carol Morganti
Dario Malini






Nessun commento:

Posta un commento