Inaugurazione della mostra "Cicatrici" (4 novembre 2018)

Il MAIO, Museo dell'Arte In Ostaggio
(foto di Marco Bonfitto)
Emozionante serata, domenica 4 novembre 2018, al Maio di Cassina de' Pecchi, per l'inaugurazione della mostra CICATRICI - Le lacerazioni della Grande Guerra nelle opere riscoperte dei soldati, in occasione del centenario dell'armistizio.
Laura Vecchi (al centro)
Davanti a una sala attenta e affollatissima, l'assessore alla cultura di Cassina de' Pecchi, Laura Vecchi, fa gli onori di casa e funge da valente conduttrice dell'evento, introducendo con calore i diversi interventi e mostrando notevole perizia e sensibilità nella gestione dei tempi.
Federico Dirito
All'interessante e per nulla formale introduzione dell'assessore, segue un pregevole intervento di Federico Dirito, vicepresidente della Cooperativa Sociale Onlus Casa Filippide (associazione meritevole di Cassina de' Pecchi, destinataria dell'intero ricavato delle donazioni effettuate per i volumi qui presentati), incentrato sul rapporto tra mondo reale e mondo virtuale.
Dario Malini
(foto di Marco Bonfitto)
Quindi il microfono passa a Dario Malini, presidente dell'associazione ArteGrandeGuerra e co-curatore della mostra Cicatrici, che, dopo averne illustrato le ragioni del titolo dell'esposizione, si sofferma sulle conseguenze della Grande Guerra, sui segni indelebili che il conflitto ha lasciato sulla società, evidenziando tra l'altro la centralità della conoscenza della Storia per tutti, giovani e meno giovani, unico modo per comprendere l'oggi, quando sembrano levarsi con sempre maggiore violenza i venti dell'odio e dell'intolleranza. 
Pubblico attento e partecipe all'inaugurazione
della mostra Cicatrici
La seconda parte dell'intervento di Malini riguarda il suo saggio, appena pubblicato e presentato qui in prima assoluta, La Grande Guerra di Italo Svevo. La scoperta di una fonte letteraria ignota de “La coscienza di Zeno”. Sotto lo sguardo attento e interessato del professor Langella, insigne svevista, Dario Malini ha fornito ragguagli intorno l'individuazione della commedia Pace in tempo di guerra di Alfredo Testoni quale importante fonte letteraria ignota de La coscienza di Zeno. Specificando come ciò lo abbia indotto ad attuare un ripensamento sui alcuni dei significati del capolavoro dello scrittore triestino, anzitutto in merito ai profondi legami, spesso sottovalutati o misconosciuti, che intrattiene con gli eventi della Grande Guerra.
Doriana Marangoni interpreta
alcuni testi di Italo Svevo
A sottolineare la centralità delle tematiche legate alla Grande Guerra nelle riflessioni dello scrittore Italo Svevo, all'intervento di Malini ha fatto seguito un'ispirata lettura di una scelta di brani sveviani da parte della voce sensibilissima dell'attrice Doriana Marangoni.
Giuseppe Langella
Viene data a questo punto la parola al professor Giuseppe Langella, ordinario presso la facoltà di lettere e filosofia all'università Cattolica di Milano, il quale, con il savoir-faire e lo spirito che lo caratterizza, ha parlato della sua passione per l'alta montagna e l'ammirazione per il corpo degli alpini, culminato nell'incontro con l'opera La croce dello scultore camuno Edoardo Nonelli, assemblata con reperti bellici recuperati nelle trincee d'alta quota dell'Adamello. Da questo incontro Langella ha tratto ispirazione per il suo intenso testo poetico Reliquario della grande tribulazione, dal quale ha letto alcune liriche, molto apprezzate da un pubblico davvero commosso.
Carol Morganti
La prima parte della serata si chiude in bellezza con un articolato e pregnante intervento della storica dell'arte Carol Morganti, curatrice della mostra, che illustra con notevole acume critico il percorso espositivo, incentrato su specifici artisti e non su temi «per favorire l'avvicinamento del visitatore al mondo mentale di ciascuno di questi uomini che ha vissuto la guerra in prima persona». Attenzione particolare la studiosa rivolge alla prima sezione dell'esposizione, intestata all'artista soldato Henri Desbarbieux, alla cui raccolta riscoperta di 14 incisioni, intitolata Verdun (edita nel 1916), qui esposta integralmente, ha dedicato il volume Henri Desbarbieux. Verdun 1916: un'opera antimilitarista dimenticata, presentato in occasione di questo evento.
Molti applausi, commozione, interesse.
Terminata la parte "parlata" dell'evento, vien dato spazio alle opere. 
Gli intervenuti si spostano al primo piano del torrione del MAIO e osservano lungamente, con grande attenzione, le opere esposte, ponendo domande, tentando interpretazioni, rivivendo le vicende dei militari.
Un bel modo di trascorrere l'anniversario della fine della Grande Guerra. Un conflitto che avrebbe dovuto essere l'ultimo (secondo la voce della propaganda di molti dei paesi belligeranti), e che invece ha tristemente inaugurato un secolo di orrori. Così, la voce riscoperta e salvata dall'oblio di questi straordinari artisti-soldato diventa un potente monito e un incoraggiamento a contribuire, giorno dopo giorno, alla creazione di un futuro di pace per tutti, senza muri né discriminazioni.

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