"Ciuffettino alla guerra" di Yambo (1916)

Quando, nel 1916, Yambo, al secolo Enrico Novelli (1876 – 1943), progettò di preparare un racconto atto a sensibilizzare i giovani intorno ai "supremi valori patriottici della guerra", decise di eleggervi a protagonista l'irriducibile monello che dava il titolo a quello che era stato il suo libro di maggior successo, uscito nel lontano 1902: Ciuffettino. Circostanza questa che ci permette di osservare in presa diretta i cambiamenti che deve apportare al proprio stile un autore di letteratura per ragazzi avveduto come Yambo, nel momento in cui si appresta a scrivere con fini schiettamente propagandistici.
Il libro Ciuffettino può essere ricondotto (analogamente a Pinocchio, Alice nel Paese delle Meraviglie, ecc.) al genere della letteratura fantastica, che ha molti punti di contatto con la tradizione delle fiabe. In questo scritto, coerentemente con tale genere, non viene quindi fornita alcuna coordinata cronologica e geografica alla storia, secondo la formula tradizionale, valida anche quando non viene pronunciata: "C'era una volta in un paese lontano". 
In Ciuffettino alla guerra, invece, Yambo avverte fin da subito l'impellente necessità di riconfigurare l'ambito spazio-temporale della sua storia. 
Fig. 1 La lezione di geografia
Ed ecco che il paesucolo di montagna di Cocciapelata, in cui vivono Ciuffettino e compagni, deve lasciare d'emblée il mondo indefinito della fantasia per atterrare in un luogo e in un momento storico ben determinati. Accade nel secondo capitolo di Ciuffettino alla guerra, nel corso di una lezione di geografia, quando il maestro dichiara dove sia Cocciapelata e in quale contesto storico debba essere inquadrato (fig. 1):
- Cocciapelata è qui, vedete, ai piedi di queste montagne che chiudono la penisola verso il continente. Siamo dunque anche noi abitanti... dello stivale. Ma dovete sapere che un tempo questo stivale era diviso in tanti pezzetti, e ciascuno di questi pezzetti formava un principato, un ducato, un regno... proprio come la nostra Cocciapelata, che è il capoluogo del ducato dei Trulli. Questi molteplici pezzetti, questi piccoli stati, per intenderci bene, eran quasi tutti vassalli del famoso imperatore... degli Sbucciamela, detti anche Austriaci: del nostro imperatore che qui e altrove chiamano confidenzialmente Ceccobeppe.
Yambo, Ciuffettino alla guerra

Fig. 2 Ritratto di Ceccobeppe
La situazione è dunque definita e Cocciapelata è ora un paese "irredento". Ma proseguiamo. Nella letteratura fantastica per ragazzi è sempre presente una sorta di manicheismo morale che permette la facile identificazione del bene e del male, del buono e del cattivo (nel Ciuffettino del 1902, ad esempio, il bene era rappresentato dall'adesione dei giovani alle responsabilità della vita adulta, fatta di sacrificio, studio e lavoro). Così sembrerebbe agevole applicare a tale schema narrativo la lampante contrapposizione amico-nemico della guerra. Accade però che, nel testo, la concretizzazione del principio del male nell'impero austriaco (e, in particolare, nella persona del suo imperatore Ceccobeppe) e del bene nell'Italia, irrigidisca e renda tristemente prevedibili i (forzosamente patriottici) comportamenti dei personaggi. Riportiamo a proposito di ciò un'altra parte della lezione scolastica del maestro di Ciuffettino (fig. 2):
- Guardate: giusto ieri m'hanno mandato il ritratto di questo tiranno perché lo attacchi al muro, proprio sopra il mio banco. Cocciapelata, che aveva mantenuto sino a ieri una certa indipendenza, ora sembra divenuta un castello, un feudo dell'imperatore!... E di questo imperatore!... Guardatelo!... È quegli che fece morir disperati tanti nostri fratelli, che odiò sempre la nostra terra, che caplestò sempre i nostri sacrosanti diritti, le nostre speranze... Pensate, bambini, che una volta una povera mamma si trascinò piangendo alle sue ginocchia per domandargli la grazia del proprio figliolo condannato a morte... Egli la respinse duramente. E dopo aver fatto impiccare il poveretto, il tristo vecchio mandò alla madre il conto della corda che aveva servito per appiccare il figlio...
Yambo, Ciuffettino alla guerra
Fig. 3 Il coniglio bianco
Stabiliti i confini etici, storici e geografici del suo racconto, Yambo può mettere in moto la nuova vicenda di Ciuffettino. Da quanto detto sin qui si sarà capito però che la nuova storia ha ormai poco a che spartire con il genere fantastico. Il salto sperticato che il "bambinetto alto quanto una pianta di basilico" ha compiuto, da un libro all'altro, seguendo, come Alice, una sorta di bianconiglio (fig. 3), lo ha condotto infatti in un universo differente. Di qui in poi, la storia di Ciuffettino risente non poco delle rigide catene imposte al fantastico dall'irrompere della ideologia connessa alla guerra. Ma riesce in molte circostanze a evitare la scontata prevedibilità imposta dalla ferrea contrapposizione ideale tra italiano e austriaco (che vale anche amico-nemico, buono-cattivo, furbo-stupido...), sorte che attanaglia invece gran parte dei racconti di guerra scritti per l'infanzia in quegli anni, tramite un utilizzo ben calibrato delle tecniche tipiche della narrativa d'avventura: la suspense, il colpo di scena, il ritmo sincopato, la tensione. 
Il salto da un libro prettamente fantastico a uno "di guerra", ha dunque comportato un vero e proprio cambiamento di genere: dalla letteratura fantastica al racconto d'avventura. E ciò potrebbe essere forse considerata una legge generale, non essendo la forma sensibilissima della favola (nella quale il percorso che porta i protagonisti dal male al bene è sempre vissuto in modo problematico) adatta a veicolare i rigidi contenuti della propaganda di guerra. È doveroso a questo punto aggiungere che tutto ciò ha importanti ripercussioni sulla figura poetica di Ciuffettino il quale deve abbandonare una volta per tutte le sue posizioni estreme. Il potere politico della propaganda ottiene ciò non era riuscito a quello magico della Fata nel primo libro di Ciuffettino: il piccolo contestatore del mondo dei "grandi", l'ostinato "cappellone" ante litteram questa volta si ravvede davvero, trasformato d'un colpo in un piccolo patriota. 
Fig. 4 Inventore e ragazzi
Giunti a questo punto, abbiamo pressoché terminato l'analisi formale dello scritto. Non volendo dilungarci troppo nel riassumere le vicende di Ciuffettino alla guerra, ci limitiamo a dire che Ciuffettino e i suoi amici (Burchiello, Lodola e il cane Melampo) dopo la lezione scolastica più volte citata, vengono a lungo inseguiti dal gendarme austriaco Spavento per aver cantato il proibitissimo inno di Mameli. Nel tentativo di sfuggirgli, penetrano nel laboratorio di un crudele omino dai capelli rossi (fig. 4), inventore, al soldo di Ceccobeppe, di armi strambe e terribili quali il gas gonfiogeno (capace di far gonfiare sino a far esplodere chi lo inala), la bomba per avvelenare le acque in un raggio di mille miglia, il gas ballogeno (che fa ballare sino alla morte) e tante altre. Qui i ragazzi rischiano grosso. 
Sono sul punto di diventare cavie per un esperimento di misurazione dell'efficacia del gas ballogeno, quando riescono a fuggire dal laboratorio, non senza aver prima, ovviamente, fatto provare gli effetti del ballo protratto indefinitamente allo stesso scompigliato inventore. 
Fig. 5 Ceccobeppe e i soldatini
Infine, dopo una serie di inverosimili  vicende, avvicinano lo stesso Ceccobeppe (fig. 5) che viene invariabilmente mostrato come un vecchio rimbambito di cieca crudeltà, dedito sovente al gioco dei soldatini. Da segnalare in tutto questo l'imprevedibilmente intenso momento in cui l'imperatore riceve il dispaccio tramite il quale l'Italia dichiara guerra all'Austria:
- Maestà... un dispaccio urgente...
- Avanti - fece l'imperatore. 
Ciuffettino si sentì drizzare i capelli. [..] 
Ceccobeppe con le dita tremule ruppe la busta del dispaccio, e tentò di leggere il contenuto: ma non poteva, era troppo commosso.
- Leggete voi, Hans... io non ci vedo...
Hans lesse rapidamente queste righe:"Non avendo ricevuto una risposta soddisfacente alle sue giuste domande il re d'Italia è stato costretto a muover guerra all'impero degli Sbucciamela. Ceccobeppe, Vi consigliamo di chieder grazia e Vi salutiamo distintamente. Il Ministro d'Italia."
- La guerra! la guerra! - urlò Ceccobeppe, ritrovando un po' di fiato in quella momentanea eccitazione - come quando avevo vent'anni! come nel quarantotto! come nel cinquantanove! come nel sessantasei! guerra all'Italia! guerra di sterminio e di rovina!... Guerra!...
Yambo, Ciuffettino alla guerra

Fig. 6 Viva i soldati d'Italia!
La storia si conclude con i nostri giovani eroi atterrati sani e salvi in territorio italiano, dopo un volo rocambolesco su un aereo austriaco che hanno contribuito a far precipitare, con il prode Ciuffettino, incurante delle fucilate, che si appresta a guidare i fanti verso Cocciapelata, prossima ad essere liberata (fig. 6).
Fig. 7 I tre piccoli protagonisti
Terminiamo segnalando il brio e la coerenza delle illustrazioni di Ciuffettino alla guerra, di mano dello stesso Yambo, che utilizzano un linguaggio grafico pulitissimo che si avvale, di preferenza, del registro caricaturale. Attentamente mirate sui gusti dei giovani destinatari del racconto, tali immagini sono particolarmente efficaci nel riprendere i personaggi della parte austriaca, sempre caratterizzati con arguzia graffiante.
Fig. 8 L'incubo di Ciuffettino
Come spesso accade in questo tipo di pubblicazioni, in cui il testo è inevitabilmente appesantito dalla volontà di indottrinare, la grafica ne costituisce la parte meno datata. 


Dario Malini
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