Le metamorfosi del corpo dei soldati

Il tema tragico delle metamorfosi impresse dalla battaglie al corpo dei sodati (le mutilazioni, le amputazioni, gli sfregi) è stato affrontato da molti artisti di guerra. Vi è chi, in questo ambito, ha perseguito il proposito di documentare gli orrori delle operazioni chirurgiche effettuate nei pressi dei campi di battaglia, come l’artista-chirurgo britannico Henry Tonks che ha realizzato una galleria di volti di soldati sfigurati; oppure chi ha raffigurato le menomazioni fisiche nei soldati al fine di mostrarne l’abnegazione e l’eroismo, in immagini di grande impatto emotivo (gli esempi in questo senso sono innumerevoli). Altri, ancora, hanno rappresentato reduci mutilati in soggetti di denuncia sociale, come gli espressionisti tedeschi Grosz o Dix. Infine, ci sono opere tese a denunciare, oltre che gli orrori dei combattimenti, anche e soprattutto la retorica che ad essi soggiace. 


fig. 4
È il caso di Henry De Groux che, ad esempio, nell’acquaforte I ciechi (fig. 4) raffigura un gruppo di mutilati di guerra, ripresi mentre avanzano in processione, probabilmente nel corso di una pubblica manifestazione. I ciechi incedono come in un’oscena parata e, benché siano oggetto di un festeggiamento in quanto eroi, sembrano del tutto avulsi da ciò che li attornia, scrutati con morbosa curiosità dalla folla posta in secondo piano. Le espressioni indiscrete e malevole di alcuni individui componenti questo assembramento vengono enfatizzate dall’artista con un linguaggio brutale che sembra declinare verso i modi dell’espressionismo. Gli orrori della guerra divengono così una sorta di volgare spettacolo privo di conseguenze, al servizio dei più falsi valori propugnati dalla collettività. E la cecità pare affliggere non solo i soldati ma un’intera società imbevuta di una retorica inneggiante la guerra.

Carol Morganti


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