L’azione distruttiva della guerra ha sensibilmente alterato il mondo naturale e architettonico, cosa che non ha mancato d’impressionare numerosi artisti dell’epoca. In questo intervento presentiamo tre opere significative in tale senso, tutte realizzate con la tecnica dell’acquaforte.
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fig. 5 |
Albero falciato da un obice dell’incisore e fotografo lorenese Leopold Poiré (fig 5) è un’immagine di grande potenza e singolarità, nella quale lo sventramento di un albero sembra farsi emblema della follia della guerra. L’immagine, riprendendo la metamorfosi di un albero, che un obice ha ridotto a un triste moncone caratterizzato da innaturali brandelli lignei sventolanti a raggiera, denuncia lo scempio della natura prodotto dall’insensibilità degli uomini.
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fig. 6 |
In Chevause morts di Henry De Groux (fig 6)è rappresentato l’accatastarsi di numerose carcasse di cavalli in un stretto passaggio posto tra due declivi, una sorta di valle della morte. Tratteggiati con forme fluide e quasi liquide, pertinenti al processo di disfacimento delle carni, degli equini la luce delinea di preferenza i dorsi, mostrando quindi, qua e là, le zampe ribaltate in aria o adagiate sul suolo. Ne vien fuori un’immagine modernissima, di agghiacciante lucidità, la cui protagonista assoluta è la dissoluzione delle forme.
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fig. 7 |
L’ultima opera di questa sezione è Lovanio: la piazza del Mercato di Marcel Augis (fig 7), artista specializzato in immagini all’acquaforte e acquatinta, riprendenti i grandi edifici monumentali del Belgio e della Francia, ridotti in rovina dalle esplosioni. Qui viene raffigurato il centro della città belga di Lovanio, dopo i bombardamenti della zona intorno all’Hotel de la Ville.
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fig. 8 |
L’entità del disastro (che possiamo valutare confrontando l’opera in analisi con la foto riportata in fig 8, risalente agli anni precedenti il conflitto) viene evidenziata espressivamente dagli eclatanti effetti cromatici del cielo.
Carol Morganti
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