A.G.G. n° 5 - Gennaio - febbraio 2012

Metamorfosi di guerra
Le trasformazioni prodotte dalla Grande Guerra

Questo mese rifletteremo sulle metamorfosi prodotte nell'arte dal cataclisma del primo conflitto mondiale, uno dei temi portanti della nostra indagine intorno alla Grande Guerra. Partiamo con una breve citazione da L'officina della guerra di Antonio Gibelli, testo capitale per chi volesse approfondire (da un punto di vista storico e psicologico) la tematica in oggetto. Parlando dello scoppio della Grande Guerra, scrive Gibelli:
Fu allora che lo specchio della civiltà occidentale andò in frantumi. Fu allora che un «colpo di tuono» squarciò il velo del progresso e aprì le porte alla modernità, disvelandone la micidiale ambivalenza.
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La Grande Guerra rappresenta lo spartiacque decisivo della storia contemporanea, un evento capace di trasformare profondamente anche le modalità stilistiche degli artisti che vi parteciparono. A questo argomento è dedicato il nostro intervento artistico:  Metamorfosi di guerra nelle immagini degli artisti-soldato e degli artisti-testimoni.

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Questo numero di AGG intende fare il punto sul tema delle metamorfosi di guerra dopo la mostra di opere d'arte dei soldati, che abbiamo organizzato a Cassina De' Pecchi, provincia di Milano, nello scorso mese di novembre 2011. Ecco dunque qualche nota intorno al percorso espositivo della mostra: 1914-1918: Metamorfosi di guerra.


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Gli scritti dei soldati della Grande Guerra sembrano annunciare a gran voce, con una voce spesso spettrale, l’avvento della letteratura del Novecento. L'intervento letterario di questo numero si occupa di evidenziare le novità di tali scritti mettendoli a confronto con i memoriali del Risorgimento. Ecco il link a Gli scritti dei soldati della Grande Guerra e i memoriali del Risorgimento.


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Terminiamo parlandovi di un libro di un soldato della Grande Guerra: Colloqui con mio fratello di Giani Stuparich. Testo impervio, coriaceo, scolpito, parola dopo parola, in forme di classica perfezione, che, secondo la notissima definizione di Italo Svevo,  "pare un tempio”. Una raccolta di prose liriche che l'autore dedica alla memoria del fratello Carlo il quale (arruolatosi volontario assieme a lui, nel 1915) si suicidò nel corso di una battaglia per non cadere in mano austriaca. Questa opera difficile ma straordinaria, vero compendio delle irrisolte e spesso contraddittorie metamorfosi prodotte dalla Grande Guerra nell'animo dei soldati, oggi risulta esaurita e fuori commercio. Cliccare qui per leggere la recensione.

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AGG n° 5 - Indice

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