Qualche parola su "Il sorriso dell'obice"



Cosa è accaduto nella mente dei combattenti nel corso della prolungata esperienza limite che è stata la Grande Guerra? Nella ricostruzione di questo percorso di cambiamento, sta a mio parere un passaggio obbligato per capire non solo la Grande Guerra, ma i mutamenti che segnarono l’avvento della modernità.
Antonio Gibelli, L’officina della Guerra

Il sorriso dell'obice (redatto da Dario Malini a seguito del rinvenimento di una serie di lettere inedite inviate da Walter Giorelli alla famiglia dal fronte austriaco, tra il giugno 1915 e il novembre 1916), pubblicato da Mursia, racconta le vicende quotidiane di un soldato, uno dei tanti di cui nulla ci è stato tramandato. Uno dei tanti, certo, ma anche un soldato speciale che seppe guardare la guerra, fin dall'inizio, senza retorica né vani sentimentalismi patriottici. Che la seppe, inoltre,  osservare, e poi raccontare, con occhi d'artista, in modo, sorprendente, originale, teso a rivelarne, sovente con divertita ironia, i lati più folli e grotteschi.
Questa pubblicazione vorrebbe in qualche modo strappare all'oblio la notevole figura di Walter Giorelli  e riconsegnarla alla memoria di tutti.

Il diario è strutturato in quattro parti:

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