Allusioni macabre nelle rovine di René Georges Hermann-Paul

Negli anni della Grande Guerra, il maestro francese René Georges Hermann-Paul (1864-1940) ha prodotto alcune opere dallo stile originale, intese a evocare i luoghi devasti dai combattimenti. Opere intense e di grande espressività che affiancavano una produzione più ufficiale, orientata in senso patriottico e propagandistico (nota 1). In questo articolo vi proponiamo due di questi disegni, recuperati recentemente dall'associazione ArteGrandeGuerra, che tratteggiano con stile rapido e compendiario le rovine di Clermont-en-Argonne, città devasta dai tedeschi nel corso delle operazioni militari dell’11 novembre 1914. Hermann-Paul affida la potenza del suo messaggio alla grande forza espressiva del segno. Un segno secco e asciutto, caratterizzato dalla netta contrapposizione tra le linee spesse e angolose dei contorni, e i tratti sottili, talvolta paralleli, che suggeriscono spazi e volumi. 


Fig. 1 René Georges Hermann-Paul, Clermont 
Il primo disegno, intitolato Clermont (fig. 1), delinea due realtà contrapposte: sulla sinistra, le rovine della città di Clermont, controbilanciate, sulla destra, dall'estendersi di un ameno paesaggio collinare. La composizione, divisa in due dal tronco di un albero secco, è governata da una rigorosa simmetria: nel cosmo caotico della guerra, quasi l’espressione di un anelito verso un ordine impossibile.


Fig. 2 René Georges Hermann-Paul, Rue de la Vierge
La seconda opera, recante il titolo Rue de la Vierge (fig. 2), presenta un’immagine spettrale. Le rovine delle case di Clermont svettano sullo sfondo del cielo. I bombardamenti tedeschi hanno trasformato le case in imponenti monconi poggianti sopra un basamento murario sfaldato. Un'immagine così tragicamente stravolta della realtà urbana che induce lugubre riflessioni intorno alla dissoluzione, operata dalla guerra, delle fondamenta stessa dell'intera società civile


Carol Morganti

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Note:
1 All’inizio del conflitto, Hermann-Paul ha documentato le atrocità commesse dai tedeschi in Belgio nella serie di xilografie Le Quattro Stagioni della Cultura e successivamente si è impegnato in una vera e propria campagna patriottica, ritraendo i comandanti dell’esercito nelle xilografie del Calendrier de la Guerre edito da Lutetia nel 1916.

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