Charles Harder: l’enigma dell’attesa

Nulla sappiamo di Charles Harder, la cui memoria, come quella di numerosi altri artisti-soldato, è andata dispersa nel cataclisma della Grande Guerra. Di questo maestro abbiamo potuto rintracciare solo il portfolio di sei litografie dal titolo I prodi… (Les preux…), edito nel 1915 a La Chaux-de-Fonds (città svizzera, Canton Neuchâtel), in tiratura limitata. Gli scarni commenti contenuti nella prefazione della pubblicazione, a firma di Robert de Traz, non forniscono purtroppo informazioni intorno alla biografia di Harder, tranne il fatto che fu un militare. Possiamo arguire dunque la personalità di questo artista solo attraverso le sue opere, che ne svelano in modo lampante la vena potente e originale. Le sei litografie raccontano con notevole pregnanza la vita di un gruppo di soldati relegati nelle profondità di una trincea. Nella semi-oscurità di questi cunicoli, rischiarati da flebili candele, trascorre la vita di questi uomini, la cui condizione esistenziale viene riverberata dagli intensi contrasti chiaroscurali che dominano la totalità delle scene.


Fig. 1 Soldato seduto di profilo, 1914-15, litografia
Già la prima litografia della serie (fig. 1) evidenzia l’originalità e la forza espressiva di questo artista. L’immagine, quasi completamente nera, delinea la sagoma di profilo di un militare seduto, ripiegato su se stesso. Sprazzi di luce vibrante vanno a evidenziarne plasticamente la figura con le sue angolosità, il kepì, l’ampia mantella che l’avvolge. Un’atmosfera immobile, ma carica di angoscia, grava su questo soldato di cui percepiamo il disagio emotivo.


Fig. 2 Soldati che giocano a carte, 1914-15,  litografia
Anche nella seconda litografia (fig. 2) sono gli effetti luministici a fare da protagonisti. La fonte di luce, fulcro tematico-emozionale dell’opera, è posta esattamente al centro della composizione, nascosta allo sguardo dello spettatore: probabilmente una candela piazzata su una botte, attorno alla quale cinque militari disposti a cerchio giocano con grande concentrazione una partita a carte. Sulla destra altri tre soldati osservano assorti la scena. L’evento della partita che, nella vita militare, interrompe la monotonia delle lunghe attese negli spazi bui dei sotterranei, si svolge in un’atmosfera intensa e suggestiva, divenendo un potente centro catalizzatore di emozioni.


Fig. 3 Soldato seduto, 1914-15, litografia
Struggente e poetica, la terza litografia della raccolta (fig. 3) è occupata quasi per intero dalla maestosa figura piramidale di un militare, il cui stato d’animo parrebbe saldo e incrollabile, non fosse per le laceranti tensioni procurate alla scena da una implacabile luce radente. L’inquadratura stretta sembra isolare questo militare dal mondo che lo circonda, impressione accentuata dal’apparire lontano di alcuni commilitoni che ondeggiano nella penombra dello sfondo. L’opera evoca così una messe di immagini contrastanti: la monotonia della vita di trincea, il freddo della notte, le lunghe attese solitarie di un possibile attacco, la stanchezza, ma anche il coraggio e la volontà di compiere ogni giorno, nonostante tutto, il proprio dovere.


Fig. 4 Soldati addormentati, 1914-15, litografia
La quarta litografia (fig. 4) è certamente la più complessa della serie dal punto di vista compositivo. In una grande camerata sorretta da solide travi di legno innestate perpendicolarmente l’una nell’altra, riposano alcuni soldati, distesi sul pavimento e avvolti in pesanti coperte di lana. Una fonte di luce proveniente da destra illumina l’area centrale dell’immagine, mettendo in evidenza il gioco labirintico delle strutture architettoniche ed enfatizzando le masse corporee: un curioso e claustrofobico universo geometrico non privo di inganni prospettici, che sembra manifestare l’illusoria fissità e l’arcano enigma del momento dell’attesa.


Fig. 5 Soldato che riposano, 1914-15, litografia
Anche la quinta litografia della raccolta (fig. 5) è incentrata sul tema del sonno. In una scena quasi completamente scura, si scorgono alcuni soldati profondamente addormentati, adagiati sul fianco, stesi uno accanto all’altro all’interno di una trincea. Come nelle scene precedenti, alla luce è affidato il compito di rintracciare dei significati, che assumono qui la forma di un viso, della curva di una schiena, dell’angolosità di arti ripiegati.


Fig. 6 Soldato in piedi, 1914-15, litografia
L’opera che chiude la raccolta I prodi… (fig. 6), simile per molti versi a quella di apertura, riprende la figura di un singolo militare. In questo caso l’uomo, apprestandosi probabilmente ad uscire in vedetta, si sta dirigendo verso alcuni fucili poggiati in bell’ordine a una parete della trincea. Uno sprazzo di luce laterale illumina il viso di questo anonimo soldato, riverbera sul suo mantello, ne fa risaltare l’imponente sagoma incurvata. 


Carol Morganti
Dario Malini

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