Burattini e i burattinai nelle linee francesi
durante la Prima guerra mondiale
A cura di Albert Bagno
Burattinaio -
Ricercatore
In Francia, all’epoca della
Grande Guerra, tutti teatrini mettevano di norma in scena rappresentazioni con un solo e unico personaggio principale: il canut (lavoratore della seta) Guignol, burattino nato a
Lione nel 1808 dalle mani di Laurent Mourguet (1769 - 1844). Certamente esistevano, a livello però strettamente locale, anche altri personaggi come Barbizier
a Besançon, Lafleur ad Amiens nella Somme, Jacques a Lille e Boboche a Tourcoing (gli ultimi tre sono pupi, simili a quelli siciliani). Il repertorio della Francia del nord era differente da quello di
Parigi o Lione, poiché, oltre ai grandi temi classici, contemplavano anche storie che rientrano nel genere di cappa e spada. Nei giorni della Grande Guerra, quest'ultimo repertorio si prestava ottimamente alla bisogna: mutando lievemente le sue trame poteva infatti raccontare la lotta contro i Boche (come veniva chiamato l’invasore tedesco). Un altro tema assai frequentato dai pupari che lavoravano fuori dai centri principali era quello della Natività che, nel corso delle rappresentazioni al fronte, arricchì le sue trame con l'introduzione di battute anti germaniche. Così, nel periodo
della guerra, tutti questi personaggi persero parte del loro localismo per
diventare figure portatrice di pensieri e forme nazionali.
Come negli altri paesi che
presero parte al conflitto, i burattinai e i marionettisti francesi furono quasi
tutti interventisti. Si prestarono dunque a mettere in scena un repertorio di chiaro spirito propagandista, adottando (e adattando) semplicemente i testi classici più consoni a evocare il desiderio di riscatto e la forza dei giusti, o utilizzando storie dove i tedeschi (o i loro antenati) non facevano bella figura e non avevano un ruolo positivo.
Ma torniamo Guignol, personaggio di norma accompagnato dalla moglie
Madelon, dal compare Gnafron e da altri amici-nemici (di cui esisteva anche una versione
parigina, leggermente differente da quella originale lionese). Fin
dall’inizio delle ostilità, tutti questi
personaggi, in un modo o un’altro, furono mobilitati con l'aiuto di vari intellettuali i quali contribuirono così, direttamente o indirettamente, a divulgare una cultura guerresca e anti tedesca. Henri Blondeau, ad esempio, che produceva già testi per
il teatro e l’operetta, assieme al burattinaio Victor Buteaux, scrisse Guignol
va alla guerra, presentato con successo il 25 dicembre 1914 a Parigi. Lo spettacolo andò successivamente in scena innumerevoli volte negli ospedali
militari, nei rifugi ed in altri luoghi dove soggiornavano soldati [nota 1].
I testi dedicati alle rappresentazioni di burattini, scritti durante la Prima guerra mondiale, non furono numerosi ma artisticamente piuttosto riusciti e molto apprezzati: tra essi, alcuni saranno riciclati alcuni decenni più tardi, nel periodo del nazismo [nota 2].
I testi dedicati alle rappresentazioni di burattini, scritti durante la Prima guerra mondiale, non furono numerosi ma artisticamente piuttosto riusciti e molto apprezzati: tra essi, alcuni saranno riciclati alcuni decenni più tardi, nel periodo del nazismo [nota 2].
Gaston Cony, Guignol Soldato (Fonte www.gallica.fr) |
Tra i burattinai professionisti si distinse Gaston Cony (1891-1983) un "guignolista" di Parigi. Fin dai primi giorni del conflitto, Cony, decidendo di sostenere le parti della guerra, cambiò il nome del suo teatrino in Guignol della Guerra. Il suo impegno nell'arte dei burattini è paragonabile solo a quello che profuse per la causa francese. Nel 1917 creò l’opera Nostri burattini che ebbe come padrini nientemeno che il presidente della repubblica Raymond Poincaré e il re del Belgio [nota 3]. Nel corso della guerra Cony produsse più di quaranta testi, che rappresentarono uno vero strumento di propaganda, fortemente demagogico, rivolto ai bambini. Se il burattinaio girò in lungo e in largo la Francia [nota 4] per fare azione di diffusione delle tematiche patriottiche, il suo teatrino stabile si trovava sulla famosa collina dei Buttes-Chaumont a Parigi, luogo in cui realizzò il dramma per burattini L’edificante e ricreativa storia del vero e de falso poeta che la rivista SIC pubblicò regolarmente dall’ottobre 1918 al marzo 1919 con il titolo di Matoum e Tevibar. Il grande artista futurista italiano Enrico Prampolini ne fece un adattamento plastico-dinamico che venne rappresentato a Roma quello stesso anno con enorme successo. Si narra che il già citato Raymond Poincaré veniva regolarmente ad applaudire le prodezze di Guignol, divenuto un “poilu del '14”, che si mostrava intento a combattere il Kaiser [nota 5 e 6]. Ciò che fece entrare Gaston Cony nella storia di Parigi e della Francia furono, oltre al virtuosismo burattinesco, i numerosi apprezzamenti alla sua arte manifestati dal grande poeta Guillaume Apollinaire (1880–1918) che gli dedicò anche una poesia [nota 7]. Tutto ciò favorì l'ascesa sociale del burattinaio il quale, essendosi deliberatamente collocato dalla parte borghese e più conservatrice del paese, entrò in molti importanti salotti della buona società e in varie istituzioni nazionali.
Pierrre Neichthauser con Gnafron verso 1918 |
Pierre Neichthauser (1873-1953) fu un'altra grande figura del teatro dei burattini francesi. Sposato con Eléonore Josserand, pronipote di Laurent Mourguet (il papà di Guignol), Pierre fu una personalità originale della cultura di Lione. Durante la Prima guerra mondiale presentò numerosi spettacoli alle truppe. Personaggio semplice, generoso e di idee socialiste, dopo la guerra non esitò ad affiancare l'impegno politico a quello di burattinaio a Lione, ricoprendo nel 1929 anche la carica di sindaco della città di
Brindas [nota 8].
Un altro rimarchevole burattinaio professionista che lavorò durante tutto il periodo della Grande Guerra fu Félix Baert, l’animatore del teatro dei Fantoches a Lille. Il suo repertorio, che si avvaleva dei pupi del nord della Francia, era
molto vasto e godette a lungo di notevole successo, tanto che sono documentate delle sue recite fino al 1932 [nota 9]. Sempre a Lille furono attive varie compagnie, ma ebbero molte difficoltà a sopravvivere
nel dopoguerra, finendo quasi tutte per chiudere i battenti negli anni Venti. Questo fu il destino, ad esempio, del teatro D’Artagnan di Alphonse Fieuw, anche per la circostanza che l’unico tra i suoi dieci figli che aveva delle qualità artistiche morì nel corso della guerra [nota 10].
Locandina originale dello spettacolo Le Poilu |
Guignol burattinaio anima Guignol in un teatro per i Poilu.
Cartolina del 1918.
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Anche ne La Baionnette, un altro periodico dell’epoca destinato ai soldati, le marionette trovavano un posto non irrilevante.
"Visita di Justin Godart agli ospedali del
fronte (luglio - settembre 1917). Foto del Ministero della cultura francese Mediateca del patrimonio |
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Nénette, Rintintin e Roudoudou (Petit Lardon) par Poulbot, 1918 |
Anche artisti di altre discipline contribuirono a questo genere di intrattenimenti. Citiamo il grande pittore e disegnatore parigino, di Montmartre, Francis Poulbot, celebre per avere disegnato i famosi pupazzetti della Butte chiamati in seguito i Poulbot, le cui avventure sono narrate nel libro Encore des gosses et des bonhommes, pubblicato presso le Edizioni Ternois. All’epoca furono molto popolari anche diverse canzoni che hanno per soggetto i due pupazzetti.
RinTinTin - Cartolina francese del 918 |
La Prima guerra mondiale segnò la fine di molte cose, andando a spazzare via modi e usanze ancestrali. Nel teatro di figura (come viene chiamato quello che utilizza burattini, marionette, pupazzi, ombre, ecc.) significò la fine progressiva delle antiche tradizioni e modi di fare. Da lì a poco gli intellettuali, gli scrittori e i poeti torneranno ad interessarsi a quest’arte, destinandovi delle riflessioni in parte ancora oggi più che valide. Poi la Seconda guerra mondiale bloccherà fino agli anni Cinquanta il teatro di figura che infine, però, ritroverà proprio in Francia una nuova energia.
Albert Bagno
Burattinaio – Ricercatore
www.albertbagno.com
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Note:
[1] Didier Plassard : Guignol va à la guerre ». In Puck n°3. Edizione IIM, Charleville-Mézières. 1990.
[2] idem
[3] Informazioni recuperate telefonicamente presso Gérard Yonc dit Cony nel dicembre 2010.
[4] La Médiathèque de l'architecture et du patrimoine, diffusion RMN possiede molte foto di Noel LE Boyer che raffiguranon il teatro di Cony a Parigi nel 1940. Sur due foto appare la marionetta di Hitler. http://www.culture.gouv.fr/public/mistral/memsmn_fr?
[5] Photo tratta dal sito http://guinolmadelon.over-blog.com/article-20769908.html
[6] Renée George-Silviu, dans Unima France n°6 d’Avril 1963. Page 15.
[7] La poesia è stata pubblicata su : Que Vlo-Ve? Serie 3 No 19 luglio 1995.
[8] Association Amis de Lyon
[9] Da: Al’ Comédie!. Les marionnettes traditionnelles en Flandre Française de langue Picarde. Andrée Leroux et Alain Guillemin. Ed. La Voix du Nord. 1997.
[10] idem
[11] Dal sito : http://ombres-et-silhouettes.wifeo.com/nouveautes.php
[12] Il testo completo si trova nel libro di Paul Jeanne : Les théâtres d'Ombres à Montmartre.
[13] (BM Lione, 950633)
[16] www.unima.org
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