A.G.G. n° 12 - Marzo - aprile 2013

La malinconia del soldato
La tristezza è un'emozione in gran parte estranea alla rappresentazione ufficiale del soldato della Grande Guerra, cui venivano invece assegnati ben più volentieri moti quali il coraggio, il senso del dovere, il furore, la rabbia o, al limite, la noia, la paura...
Si legge in una lettera di un giovane combattente alla madre:
Ho sognato che mi trovavo coricato e un signore alto e simpatico in camicia, una camicia lunga, mi domandava, come faceva spesso il papà: «Come stai? Stai bene?» ed io lo guardavo in silenzio, senza poter parlare.
Il malessere interiore di chi era in prima linea, impossibilitato a trovare una  diretta via d'espressione, restava spesso muto, manifestandosi in forma sotterranea nel basso continuo di un malinconico fatalismo, in una sorta di passività malata, in una diffusa abulia, sfociando talvolta in veri e propri sintomi clinici. 
Nel presente numero di AGG, dedicato al tema della malinconia del soldato, seguiremo le tracce di questa silente malattia dell'animo, che molti giovani si portarono dietro ben oltre la fine dei combattimenti, servendoci anzitutto delle testimonianze che utilizzano la forma rivelatrice dell'arte.
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Cominciamo proponendovi una sorta di galleria della memoria, una serie d'intensi ritratti di militari, assolutamente inediti (schizzati in trincea su umili foglietti di taccuino), privi d'ogni ostentazione e lontanissimi da qualsivoglia vanità, che ci mettono faccia a faccia con i veri protagonisti delle vicende della guerra, riportandoci l'effige e gli stati d'animo di coloro che sono immancabilmente ignorati dalle pagine della Storia. Ecco il link: Ritratti di guerra: neri segni sottili contro il nulla.
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La nostra ricognizione intorno alla tristezza dei combattenti della Grande Guerra prosegue con una scelta di resoconti letterari che ci permettono di osservare in presa diretta le gioie e le tristezze della strana vita che il fante trascorreva in trincea. Ecco il link a La tristezza negli scritti dei soldati della Grande Guerra.
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Uscito nel 1921, Le scarpe al sole (Cronaca di gaie e di tristi avventure d’alpini, di muli e di vino) di Paolo Monelli rappresenta, nell'ambito della narrativa di guerra e non solo, un testo fondamentale, di notevole forza poetica e originalità: una epopea malinconica, amara, tragica e allegra che andrebbe riscoperta e valorizzata. Vi proponiamo dunque il nostro commento a questo testo straordinario: Le scarpe al sole di Paolo Monelli.
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Concludiamo presentando in esclusiva una raccolta inedita di disegni, risalenti all'estate del 1917, recentemente rinvenuti dall'associazione ArteGrandeGuerra: una rarissima testimonianza artistica e umana della vita quotidiana dei soldati all'interno di un ospedale militare, opere in cui l'immobilità, il silenzio e la tristezza rappresentano le note dominanti. Ecco il link all'articolo: Militari all’Ospedale di Viareggio: disegni di G. Focardi (agosto-settembre 1917).
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Sommario

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