A.G.G. n° 11 - Gennaio - febbraio 2013

Guerra e ironia
L'ironia, curiosa forma retorica dalle mille sfaccettature, capace di capovolgere il senso di ciò che si dice, di rendere accettabile l'orribile, di modificare la sostanza stessa della realtà, costituì un "luogo" mentale privilegiato per i soldati della Grande Guerra, un mezzo tramite il quale era possibile scalfire il muro di parole vuote edificato dalla retorica propagandistica.
In questo numero di AGG sfoglieremo assieme alcuni scritti di soldati italiani che fanno un qualche uso di questa modalità espressiva, alla ricerca di significati "altri", di una visione trasversale sugli accadimenti grandi e piccoli della guerra.
***
Partiamo presentandovi un'opera inedita, uno straordinario"diario di prigionia per immagini" messoci generosamente a disposizione da un nostro lettore. Si tratta di un album di 14 caricature disegnate da A. Sordi a partire dalla fine del 1917. Questo soldato italiano fu internato, probabilmente a seguito del disastro di Caporetto, prima nel campo di Crossen, in Galizia, poi in quello di Celle, in Bassa Sassonia. Le sue sono immagini potenti, caratterizzate da una graffiante ironia, nelle quali i terribili disagi dei prigionieri (gran parte dei quali non tornò a casa per le gravi privazioni) diventano materia di cui si può ridere. Ecco il link all'articolo: Tristi ricordi di A. Sordi
***
La guerra è bella ma è scomoda dello scrittore Paolo Monelli e del disegnatore  Giuseppe Novello rappresenta un unicum all'interno dei libri scritti dai soldati della Grande Guerra. Pubblicato nel 1921, costituisce un tentativo riuscitissimo di raccontare la quotidianità della guerra degli alpini con immagini e parole, attraverso il filtro di un'ironia goliardica e giocosa. Il testo risulta purtroppo oggi fuori catalogo. Cliccare qui per leggere l'articolo La guerra è bella ma è scomoda di Monelli e Novello
***
Vi proponiamo ora la recensione di un testo di notevole interesse, uscito recentemente presso le Edizioni Helicon: Uomini di creta (I diari di un soldato novarese nella Grande Guerra) di Giancarlo Romiti. Il libro, sulla base di cinque taccuini manoscritti e alcune lettere, ricostruisce la vicenda di Bartolomeo Baccalaro, contadino-soldato impegnato come infermiere e barelliere sul fronte del Carso. Nonostante il basso livello di scolarizzazione questo giovane mostra una sorprendente penetrazione e un notevole talento letterario potenziale. La pagina scritta diviene per lui un luogo privilegiato, libero da qualsiasi costrizione esterna. Abbiamo modo così, una volta tanto, di ascoltare in presa diretta il punto di vista del popolo sulla guerra. Ecco il link a Uomini di creta di Giancarlo Romiti

***

Terminiamo con una vignetta, tratta dalla rivista Numero del 20 agosto 1916, che avvicina sarcasticamente l'altisonante linguaggio della retorica di guerra a quello, non meno enfatico, della nascente cronaca cinematografica.
***
Sommario

------------------------------------------------------ 
Chi vuole iscriversi gratuitamente alla nostra newsletter, ci scriva: artegrandeguerra@yahoo.it (basta inserire la parola "newsletter" nell'oggetto della email per ricevere una comunicazione periodica con il link alla rivista e le informazioni sulle novità del sito. Per annullare l'iscrizione basta inviare una email al medesimo indirizzo, con oggetto "stopnewsletter").

Nessun commento:

Posta un commento