VI battaglia dell'Isonzo: premessa


Paolo Boselli
Come abbiamo visto (cliccare qui per leggere l'intervento precedente), le truppe austro-ungariche, nel corso della Strafexpedition, riuscirono a penetrare  così profondamente  nel territorio italiano da destare nel Paese una notevole impressione.
E mentre il Trentino bruciava il Primo Ministro Salandra, invitato a dare chiarimenti sulla situazione militare, venne sfiduciato dal Parlamento e sostituito con Paolo Boselli. Il generale Cadorna, che riteneva l'ultra ottantenne deputato ligure figura più debole del predecessore, accolse l'avvicendamento positivamente. Si oppose invece  alla nomina a ministro senza portafoglio di Leonida Bissolati, nonostante quest'ultimo  avesse da subito appoggiato l'intervento italiano a fianco dell'Intesa e, a cinquantotto anni suonati, fosse partito volontario negli alpini, meritandosi due medaglie d'argento al valore. Tale proposta altro non rappresentava, in effetti, che un nuovo tentativo dell'esecutivo di introdurre un proprio osservatore al fronte  per testimoniare ed informare quanto  avveniva sul teatro di guerra. Il generalissimo scrisse a Boselli che non avrebbe riconosciuto a Bissolati alcun potere ritenendo il solo Ministro della Guerra Morrone, da lui stesso nominato nei primi mesi del 1916, l'unico rappresentante legittimo del Comando in seno al Governo
“Mi cominciò a riguardare come il peggiore dei nemici” riferì Bissolati a proposito del loro primo incontro. 
La collera del Capo di Stato Maggiore si placò solo dopo aver ricevuto dal Presidente del Consiglio ampie rassicurazioni in merito. Come in precedenza, a questo riguardo, era caduta la testa del generale Zuppelli ora Cadorna imponeva l'allontanamento dalla linea del fuoco di Bissolati; si trattava della definitiva resa del potere civile al potere militare.

Intanto Cadorna progettava una nuova offensiva sul fronte isontino...


Giancarlo Romiti


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