Laboratorio Allegri (9): Corso per allievi ufficiali (seconda parte): Bagni della Porretta (14 giugno - 16 luglio 1917)

Cartolina di Attilio Allegri alla sorella Olga
14 giugno 1917 (fronte e retro)

14 giugno. Eccoci alla Porretta (nota 1). Siamo partiti ieri mattina alle 8 da Modena ed arrivati alle 12. Porretta è un paesotto di poco più di mille abitanti, vi sono però parecchi begli alberghi perché è stazione climatica. Il nostro accampamento è quello riprodotto sulla cartolina che ho inviato a Olga stamattina (nota 2). Domani farò, coi miei compagni di tenda, la fotografia del nostro castello dal quale si domina tutto il paesino, la ferrovia, l’accampamento, una bella pineta e il Reno che scorre in fondo alla valle.

Bagni della Porretta (giugno 1917)
Attilio Allegri è il giovane accosciato, in seconda fila al centro

16 giugno. Ho inviato a casa alcune foto, scattate dal compagno Magatti, che riproducono il nostro accampamento e la mia tenda con i compagni (nota 3). Porretta si trova giusto a metà strada tra Bologna e Firenze, a 360 metri di quota sul livello del mare. Cinta da alti monti, sembrerebbe località di villeggiatura se tutta la zona non avesse qualcosa di spettrale a motivo della nostra greve occupazione. Siamo più di tremila allievi, attendati sulla costa di una collina. La mia tenda è una delle più elevate, a pochi passi da un campo di frumento: misura tre metri per due e mezzo, ed è alta un metro e mezzo al centro. Sul pagliericcio si dorme bene, quantunque la notte faccia abbastanza freddo.
Alle 5 suona la sveglia e ci si reca a turno al fiume a lavarsi. Poi arriva un bidone di caffè annacquato che viene diviso tra tutti. Alle 6 si parte col fucile in spalla e il tascapane a tracolla per andare in montagna a far manovre. Ieri abbiamo accerchiato e assaltato un paesello, gioco che produce in molti sensazioni torbide ma che, così come si è svolto, sembrerebbe avere poco a che spartire con le tattiche guerresche d'oggigiorno.

Campo Bagni di Porretta (giugno 1917)
Attilio Allegri è il quarto da sinistra

Torniamo al campo alle 11. Quindi, a turno, uno degli abitanti della tenda va a riempire le quattro gavette con il rancio. Alle 12 suona il silenzio e si riposa sino alle 14. È il momento in cui trovo il tempo per vergare su carta queste mie riflessioni, mentre mi assaltano immancabilmente pensieri cupi e demoralizzanti. Tutto passa non appena torno a unirmi agli altri, cosa che accade alle 14 e 30, quando si va in un boschetto al di là del Reno, vicino a una chiesuola (nota 4) , per fare istruzione teorica. Le lezioni, spesso di tono un po' troppo accademico, vertono su materie quali il codice penale, la topografia, le armi, le fortificazioni. Infine, alle 18 circa, con la testa che ancora rintrona di tante confuse nozioni, si torna al campo per la cena. 

Campo Bagni di Porretta (giugno 1917)
Attilio Allegri è il primo a sinistra

Alle 19 suona la libera uscita, si passa la rivista e poi s’invade, non c’è altro termine, il paese. I caffè e le trattorie sono prese d’assalto, non meno delle belle figliole del posto: anche Porretta, come Modena, subisce senza protestare la veemente aggressione di noi allievi ufficiali, non volendo rinunciare a vivere delle nostre spese. In paese si è fortunati se si riesce a conquistare una sedia o un tavolino, per non parlare delle ragazze. Alle 21 e 30 suona la ritirata, ci si sdraia sul pagliericcio vestiti, si socchiude un po’ la tenda e, quando suona il silenzio, si sentono lontane le voci roche delle sentinelle che chiamano, mentre le lucciole lampeggiano sopra le nostre teste.

Cartolina  del 18 giugno 1917 

21 giugno. La libera uscita è appena suonata, ma io, che sono consegnato, sono bloccato al campo. Mi sto abituando a questa vita, che si riduce sovente a una passeggiata la mattina e a poche ore d’istruzione all’ombra degli alberi nel pomeriggio. E il 10 luglio, a quanto dicono, il corso avrà termine. Quindi ci saranno delle prove che contribuiranno a decretare la specialità in cui ognuno verrà ammesso. Io che, causa la mia vista debole, non posso aspirare agli alpini, ho espresso il desiderio al capitano di diventare bersagliere, con l'intenzione di fare successivamente domanda per frequentare il corso di pistole mitragliatrici. Comincia a fare buio e appaiono, quasi assieme, la luna e le prime lucciole. Mi sovvengono allora i giorni lontani nei quali le materie di studio erano ben diverse. Ma presto i compagni rientrano e il ricordo della vita precedente svanisce come d'incanto.

Cartolina  del 25 giugno 1917 

25 giugno. A giorni faremo le prove per andare nelle specialità; i bersaglieri debbono fare una piccola marcia. Siamo in molti che abbiamo fatto domanda, la metà verrà quindi eliminata. Mi rincrescerebbe d’essere scartato, ma, in previsione, ho chiesto anche tre raggruppamenti di fanteria: il 67° (Como), l’89° (Pavia), l’80° (Verona). Ho scritto ai miei sollecitando qualche aiuto per entrare nel corso mitraglieri che si terrà dopo questo oppure per andare nell’8° Bersaglieri (Verona). Il corso terminerà il 15 luglio.

Cartolina  del 28 giugno 1917

28 giugno. La prova dei bersaglieri è stata un disastro. Su 400 ne sono arrivati in tempo una cinquantina. Viva la buffa (nota 5). Ecco come è andata. Si dovevano percorrere circa 27 km in un tempo massimo di 4 ore, portando nello zaino il carico non del tutto innocuo di un paio di pantaloni, una giubba di panno, un paio di mutande, una camicia e un paio di scarpe, poi giberne e fucile. La prima metà del percorso si procedeva in drappello, il restante da soli. Siamo partiti alle 6 e alle 7 e 45, giunti a metà strada, ci fermammo un quarto d’ora al paese di Riola. Quindi fu dato il via pel ritorno, da correre individualmente. 

La prova dei bersaglieri
(illustrazione di Kataku, 2022)

A circa 4 chilometri da Porretta il caldo, la polvere, la sete mi hanno vinto. Sforzandomi, avrei certo potuto continuare ma, mancando poco tempo alla scadenza del termine massimo, decisi di ritirarmi. Alla prima fattoria ho buttato a terra lo zaino e una baffuta contadinotta, spuntata fuori come dal nulla, mi vendette, dopo breve trattativa, latte, salame, ricotta e ciliegie. Ben rifocillato, mi sono steso in un prato, all'ombra fresca di un albero, e ho fatto una buona dormita, rientrando all’accampamento verso le 16. La prova fu pessimamente ideata e mal organizzata. Alla gara erano iscritti anche alcuni soldatini mingherlini e malaticci che, colla brama di poter entrare nel corpo dei bersaglieri, si sono alquanto sforzati finendo per sentirsi male: si sono accucciati a terra come cani, senza che nessuno li soccorresse. Pochissimi arrivarono nel tempo massimo che venne perciò prolungato. Parecchi superarono così la prova mentre altri che, come me, s’erano fermati a pochi chilometri dal traguardo ritenendo ormai di non poter arrivare entro il termine prescritto, furono ingiustamente eliminati. Il giorno dopo si fece la gara degli alpini, una marcia di sole due ore e mezza. Ben quattrocento la terminarono nel tempo indicato. Si verificò però una grave disgrazia: un mio compagno di Albese, sempre del 14°, forse affetto da vizio cardiaco, arrivato al traguardo fu colpito da una sincope cardiaca e il giorno innanzi gli venne fatto il funerale.
Intanto continua la vita del campo. Oggi ci siamo esercitati a lanciare le bombe, i cui bagliori parevano quelli di fuochi d'artificio. Due giorni fa siamo andati a scavare trincee e fissare reticolati, ma in posizioni tanto comode e tranquille da far somigliare il nostro affaccendarci a un gioco per fanciulli. Nelle ore più calde spesso facciamo dei piacevoli bagni nel Reno. 
Siamo tutti agitati, cupi e pensierosi, come instupiditi dall'insistente rimuginare riguardo alla nostra futura destinazione. Il 2 luglio scrivo a casa: «Siccome sono pochissimi i vincitori della gara, e c'è bisogno di ufficiali per il corpo dei bersaglieri, vi prego di scrivere subito, se potete, per cercare di farmi assegnare all’8°, perché le assegnazioni di sicuro le fanno al Ministero. Se questo non è possibile, fatemi assegnare al 67° fanteria. Visto che, come mi hanno comunicato, per il corso mitraglieri non è possibile fare domanda da aspirante, frequenterò il corso di pistola mitragliatrice».

Lettera del 13 luglio 1917

13 luglio. Il corso è stato allungato sino alla fine del c. m. [corrente mese] e questo perché il generale comandante si è accorto che ne sappiamo alquanto poco. Io credo [di saperne] di meno di quando sono arrivato a Modena.
16 luglio. Le lezioni continuano: siamo sempre tra i monti a dare l'assalto a trincee e a inseguire i nostri compagni mascherati da nemici, i quali, nel solo vederci arrivare, si arrendono e alzano le braccia al cielo, oppure, fingendosi feriti, gridano con voce piagnucolosa: «Kamerad... Kamerad». 
Cerco di non preoccuparmi di quanto poco tutto ciò ci prepari effettivamente alla guerra, concentrandomi invece sul lieto pensiero che, tra meno di due settimane, sarò finalmente in licenza a Como, dove spero di rimanere una decina di giorni.




Dario Malini


N.B. L'autrice dell'illustrazione La prova dei bersaglieri è Kataku, giovane e valente artista pisana. 

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Note

1. La cittadina aveva allora nome Bagni della Porretta, toponimo rimasto in vigore fino al 1931, quando fu sostituito dall'attuale Porretta Terme.  
2. Olga, sorella minore di Attilio, nata l'11 settembre 1902.
3. Si tratta delle tre foto proposte in questo intervento. 
4. La chiesa della Madonna del Ponte, le cui origini risalgono alla metà del Cinquecento, si trova poco fuori Porretta, lungo la strada che conduce verso Pistoia, raggiungibile attraversando il ponte che sovrasta il fiume Reno.  
5. Per esternare il suo malcontento, Achille si avvale una volta ancora della chiave liberatoria dell'ironia, utilizzando per contrasto il termine letterario "buffa" nel significato di beffa, burla.

2 commenti:

  1. Grazie bellissime foto e descrizioni. Mio nonno era di Porretta e partecipò alla Prima Guerra Mondiale.

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  2. Redazione Arte Grande Guerra23 novembre 2022 alle ore 18:26

    Ringraziamo noi lei per le belle parole. Abbiamo girato i suoi complimenti a Kataku che ne è rimasta commossa. Continui a seguirci!

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