Libera uscita 1917 (illustrazione di Kataku, 2022) |
Comincia il 1917, mentre la guerra prosegue terribile e imperturbata. Noi tutti lo abbiamo ben presente, ma non parliamo mai delle nostre emozioni. Come orbi che passeggiano sul ciglio del burrone, ci occupiamo delle cose quotidiane e avanziamo spediti, negando il dirupo. Senza perdere di vista eventuali occasioni per metterci un poco al sicuro, sia ben chiaro. Alcuni soldati, ad esempio, credendo di potersi imboscare (per dire così) a Pavia, hanno accettato di essere arruolati nel Genio Pompieri, ma hanno avuto una grave delusione perché, giunti nella città lombarda, li hanno iscritti nei Lanciafiamme.
Qualche giorno fa ci siamo recati sino a Pontelagoscuro a cavallo. Avevo un cavallo vivo, il tempo era bello e io mi sentivo bene, sebbene la prospettiva d'essere presto spedito “lassù”, come dicono per indicare il fronte, proiettasse un'ombra tetra su tutto quanto. Quindi, mentre i compagni si recavano all’abbeveratoio dei cavalli, ho “tagliato la corda”, termine militare che significa esimersi dai servizi più gravosi, per poter scribacchiare qualcosa, ma il caporale se ne è accorto e mi ha consegnato. Ed è difficile immaginare quanto rincresca vedere i propri amici uscire dalla caserma in libera uscita, diventare, sia pure per breve ora, padroni in parte di loro stessi, essendo costretti a rimanere in quartiere, attendendo il suono della ritirata.
Lettera del 7 gennaio 1917 |
Lettera del 7 gennaio 1917 |
«Uscendo da casa sua alle venti suonate...» (illustrazione di Kataku, 2022) |
Ieri, 9 gennaio, mi sono recato da Gino, uscendo da casa sua alle venti suonate (nota 1). La nostra consueta partita a scacchi pareva avviata verso un'onorevole patta, finché le sue due torri non hanno incastrato il mio povero re, costringendolo a salire, mossa dopo mossa, sino al margine superiore della scacchiera per poi cadere senza alcuna gloria sotto i plebei colpi avversari. Prima che uscissi, Gino m’ha fatto vedere una vignetta intitolata L'attacco, che mostrava quattro rudi operai intenti a far partire una perforatrice. La soddisfazione che ho provato ascoltando il suo commento! Che fu il seguente:
- «Ecco gli attacchi che piacciono a me, altro che quelli dei poveri fratelli nostri sul Carso!».
Fra alcuni giorni partiranno molti anziani per andare nel Quinto Reggimento Fortezza a Venezia. Quasi tutti ne sono contenti, ma io credo che passare il Po sia pericoloso, specialmente per recarsi così a est.
Lettera del 17 gennaio 1917 |
Lettera del 17 gennaio 1917 |
- «Oggi, domani, fra tre giorni si parte, è arrivato un nuovo capitano che prenderà con sé una batteria. Quale? La 1ª, no, la 2ª, macché, me l’ha detto uno della maggiorità: la 3ª. Andiamo sull’Isonzo, ma vi pare? Hanno bisogno d’artiglieria in Macedonia. Il tenente X lo promuoveranno capitano. Oggi ne sono entrati tre in prigione perché hanno risposto al sergente Z. La mia cavallina s’è fiaccata; la pace la farà il 900; stasera sono di picchetto armato».
... ecco un campionario dei nostri discorsi. E su questi temi così insulsi si discute dalla sveglia al silenzio e oltre.
«Tratteniamo i cavalli...» (illustrazione di Kataku, 2022) |
Lettera del 17 gennaio 1917 |
Sono in arrivo sette coscritti del '98 che hanno subito la visita. Poveri giovani!
Dario Malini
N.B. Le illustrazioni presentate in esclusiva in questo intervento sono opere di una giovane e valente artista pisana, che, innamorata della grafica orientale, si firma con lo pseudonimo Kataku.
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Note
1. Si tratta dell'amico, più volte citato (si vedano gli interventi precedenti), Gino Lampronti di Ferrara, aspirante medico sottotenente.
2. Claudio (detto Dino), nato il primo maggio 1899, è il fratello Attilio.
3. Olga, nata l'11 settembre 1902, è la sorella minore di Attilio.
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