Produzione franco-inglese del 1971, Zeppelin (Zeppelin), di Etienne Perier, narra la vicenda immaginaria di un ufficiale britannico di origine tedesca che, nel 1916, ha il compito di insinuarsi tra le le linee germaniche incaricate della costruzione del dirigibile che dà titolo al film, al fine di avvertire le forze armate inglesi in caso di bombardamenti. L'uomo porterà a termine la missione, trovando però la morte durante il collaudo del veicolo. Pur basandosi su un copione discreto e mostrando scene inusuali e abbastanza spettacolari dell'aerostato in volo, la pellicola non ebbe grande successo di botteghino e merita forse oggi una riscoperta (nota 1).
Stefano Cò
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1) Di produzione franco-inglese, Zeppelin (seguito di un fortunato film prodotto dalla Disney) racconta una storia complicata ma con una buona definizione dei personaggi, mentre la fotografia e il colore, il cast e l’atmosfera (compresi gli interessanti effetti speciali) gli fanno raggiungere lo scopo prefisso, come viene riconosciuto anche ne Il Morandini.
2) Serve forse dare una breve sintesi della trama di Quel rosso mattino di giugno. Attentato a Sarajevo: nel 1908 la Bosnia viene annessa all'impero asburgico e affidata alla reggenza dell'arciduca Francesco Ferdinando, nipote dell'imperatore Francesco Giuseppe nonché erede della corona; mentre nella indipendente Serbia si organizzano focolai di resistenza. L’anziano Francesco Giuseppe si mostra ostile verso la granduchessa Sofia, sposata da Francesco Ferdinando con matrimonio morganatico, ma invia il nipote a Sarajevo per presenziare alle grandi manovre del 1914. D’accordo con il Kaiser e in disaccordo con Francesco Giuseppe, il reggente aspira all'annessione della Serbia e del Montenegro. Superando diverse difficoltà, mettendo da parte ogni scrupolo, evadendo l’opposizione della Serbia che teme dalla congiura lo scoppio di una guerra cui si sente impreparata, alcuni giovani congiurati raggiungono Sarajevo e Nedjeljko lancia una bomba contro l'auto del reggente, uccidendo degli estranei; e poi Gavrilo colpisce mortalmente con la pistola Sofia e Francesco Ferdinando. Semi-kolossal storico di coproduzione jugoslava e cecoslovacca, che alla ricchezza di mezzi e spettacolo, aggiunge, con esiti non sempre felici secondo alcuni critici, la cura dei personaggi e delle loro motivazioni, mentre la regia risulta accademica per Il Morandini.
3) Tratto da un romanzo di Wilbur Smith, il film di Hunt è piuttosto lungo: ne esistono varie versioni, una di 150 minuti, un’altra di 144, un’altra ancora, arrivata in Italia, di 119. Quest'ultima riesce meglio a tenere insieme il versante tragicomico e la vivacità dell’azione, con una parte per un grande attore come Lee Marvin, il quale è sempre divertente e per un bel po’ riesce a tenere desta l’attenzione, mentre «gigioneggia» un po’ troppo per Il Morandini.
4) La battaglia delle Aquile è un remake, spostato dalla terra al cielo, di Journey's End (1930), tratto da un dramma di R.C. Sheriff.
5) Orizzonte rosso è un film dalla data di uscita dubbia, il 1970 per alcuni, il 1967 secondo altri, vedere Le garzantine Dizionario del Cinema, a cura di Gianni Canova, Garzanti, Milano, 2002, p. 1009. Per l’argomento controverso, la realizzazione ambiziosa e le molte polemiche suscitate, il regista è stato costretto ad aspettare fino al 1975 per poter lavorare a un secondo lungometraggio.
6) Per delle analisi rigorose sulla serie televisiva di sette ore La casa dei boschi, sulle varie tematiche che la innervano, le interazioni tra i personaggi, l’attenzione al contesto storico, il lirismo, la dolcezza, la tenerezza e l’amore autentico trovato dai bambini nella famiglia acquisita, vedere François Chevassu, "Visita alla casa dei boschi”, in Maurice Pialat L’enfant sauvage, a cura di Sergio Tuffetti e Aldo Tassone, Lindau/Museo Nazionale del Cinema, Torino/France Cinema, Firenze/Admiranda, Institut de l’Image, Aix-en-Provence, Torino, 1992, pp. 147-150 (la citazione cge chiude larensione è a pag. 150) e Nicola Rossello, Maurice Pialat, Le Mani, Recco-Genova, 1998, pp. 43-48.
6) Per delle analisi rigorose sulla serie televisiva di sette ore La casa dei boschi, sulle varie tematiche che la innervano, le interazioni tra i personaggi, l’attenzione al contesto storico, il lirismo, la dolcezza, la tenerezza e l’amore autentico trovato dai bambini nella famiglia acquisita, vedere François Chevassu, "Visita alla casa dei boschi”, in Maurice Pialat L’enfant sauvage, a cura di Sergio Tuffetti e Aldo Tassone, Lindau/Museo Nazionale del Cinema, Torino/France Cinema, Firenze/Admiranda, Institut de l’Image, Aix-en-Provence, Torino, 1992, pp. 147-150 (la citazione cge chiude larensione è a pag. 150) e Nicola Rossello, Maurice Pialat, Le Mani, Recco-Genova, 1998, pp. 43-48.
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