"Pentolino e la grrrande guerra"

Fig. 1 Pentolini e la grrrande guerra (copertina)
Edito nel 1915 da Sonzogno, il libro Pentolino e la grrrande guerra è rivolto a piccolissimi lettori, come denuncia già il tono scherzoso del titolo. Golia vi ha realizzato, oltre all'immagine di copertina (fig. 1), 36 disegni in b/n a piena pagina, collocati a fronte della parte testuale composta in versi da Vittorio Emanuele Bravetta.  Tratti essenziali ma estremamente espressivi connotano ciascuna delle grafiche, sempre contrassegnate dall'inconfondibile eleganza dell'autore. 
Dai pochi ma ben selezionati elementi che vi figurano sprigiona una notevole verve sul filo della quale si dipana tutta la storia. 
Si tratta di una favola molto divertente, piena di trovate spiritose, che trae spunto dalle azioni belliche per far divertire i bimbi, i quali vengono così messi in contatto, in un modo del tutto immaginifico, con i protagonisti della Grande Guerra. Surreali fin nella scelta dei nomi, Rataplan, Buldog, Balaboff sono rispettivamente il capitan francese, il soldato britannico e il cosacco russo; ai quali si contrappongono il maresciallo Fritz  e il pascià degli Ottomani MammaluchBaldanzosi ma un po’ ridicoli figurano fin nell'apparizione iniziale dove sfilano uno alla volta mostrando i loro tratti più comici (Buldog, ad esempio, con le gambe magrissime, “lunghe come un ragno”, ancor più in evidenza per via del mini-gonnellino scozzese, è un vero spasso). 
Fig 2 Golia, il maresciallo Fritz
Le loro sembianze ricalcano in tutto e per tutto le caricature già realizzate dall’artista per la rivista “Numero” (si veda l'intervento Golia e la satira di guerra), come si potrà ben notare osservando ad esempio le corrispondenze tra Guglielmo II e il maresciallo Fritz (fig. 2), dove ritroviamo ripresa un’analoga composizione, con un vero e proprio “riutilizzo” dell’iconografia dell’imperatore intento alla “scalata”.
Fig 3 Golia, Assedio
In questo caso non scala più la statua della République française ma dà l'assedio al ”castellaccio” (figg. 3 e 4).
Fig 4 Golia, Assedio
Altre rilevanti corrispondenze si osservano tra Buldog e il rappresentante inglese o Balaboff e quello russo.  
Fig 5 Golia, Rataplan, Buldog e Balaboff vanno in ricognizione
Magistrale è proprio questa scena in cui Rataplan, Buldog e Balaboff vanno in ricognizione, avanzando in fila in ordine d’altezza, a passi coordinati, mentre nel fondo fa capolino il più lento ma più avveduto Pentolino, vero protagonista della storia, la cui calma e semplicità risultano quasi spiazzanti (fig 5). Il bimbo vi risulta ben riconoscibile per via del suo cappello a larghe falde, simile a una pentola, da cui deriva il nome. Blusa morbida, pantaloni larghi e zoccoli di legno, il personaggio, dai modi affabili e delicati, desta l’immediata simpatia del lettore. Prima sembra avere un ruolo di semplice “aiutante”, in quanto fornitore di cibarie per i soldati che militano negli eserciti di Rataplan, Buldog, Balaboff, ma nel proseguo diviene via via più importante fino ad assurgere a figura-chiave, che identifica delle soluzioni per i problemi più spinosi che il trio alleato deve affrontare per mettere in scacco le forze turco-tedesche. 
Fig 6 Golia, Al castello!
Dapprima li conduce al castello dove avverrà l’assedio (fig. 6); più avanti rintraccia la soluzione per un ben più annoso problema, quello di trovare da mangiare quando i tre, stremati dalla fame per avere dato fondo a tutte le risorse, non dispongono più di forze da mettere in campo. 
Fig. 7 Golia, Buldog e Balaboff
Esilarante ed efficacissimo è a questo punto il doppio ritratto di Buldog e di Balaboff prossimi alla catalessi per inedia (fig. 7). 
Fig.8 Golia, Pentolino
Candida e serafica è l’effige di Pentolino mentre trasporta una pesante pagnotta atta a “nutrire un reggimento”, che ha ottenuto con un sacrificio personale (rinunciare ai balocchi natalizi), grazie alla quale ridarà l’energia ai suoi protetti per il gran finale (fig. 8). Il bimbo, in questa scena, porta con sé anche una scatola dalla quale usciranno per magia dei soldatini con pennacchi neri: sono i bersaglieri che una volta “cresciuti come funghi” diverranno “lunghi, lunghi”, abbastanza per portare nuove forze per la battaglia.
Fig. 9 Golia, Fritz e Mammaluch inseguiti
Dinamicissima la scena che precede la chiusa, che con una ripresa dall’alto e in diagonale mostra Fritz e Mammaluch in primo piano, con gli occhi fuori dalle orbite, inseguiti e messi in fuga dall’esercito avversario che ha ricevuto i rinforzi dei bersaglieri della scatola di Pentolino (fig. 9). 
Fig. 10 Golia, Scena finale
L’epilogo della vicenda, come in ogni favola che si rispetti, è condensato nella pagina finale. Qui tutti i contendenti riuniti intorno a Pentolino e alla sua amica Stellina appaiono sorridenti (fig. 10). Hanno infatti fatto pace dacché nel campo di battaglia è apparso un volo di colombe. 
Da ciò che si è detto non sarà difficile dedurre che il vero narratore della favola è l’illustratore Golia. È lui che fa la parte del leone e non smette mai di stupire con le sue gag strepitose, tenendo il piccolo lettore con il fiato sospeso fino al finale. In un certo senso la parte testuale non è che un sovrappiù, come del resto ci deve aspettare da ogni buona storia per immagini. 

Carol Morganti

Nessun commento:

Posta un commento