A.G.G. n° 13 - Maggio - giugno 2013

Raccontare la guerra
Con il rapido avvicinarsi della ricorrenza del centenario della Grande Guerra, una domanda diviene pressante: come raccontare ciò che fu davvero quel conflitto? 
In questo numero di AGG vi proponiamo una ricognizione intorno a questo importante argomento, focalizzandoci come d'abitudine sulle testimonianze coeve, ma lasciandoci stavolta la libertà di spingerci un poco in avanti, andando a vedere come è stata raccontata la Grande Guerra negli anni del fascismo e poi, accompagnati dall'allampanato bracchetto Spike, sin negli ultimi decenni del Novecento.
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La Grande Guerra raccontata nelle immagini degli artisti-soldato è un fenomeno di straordinario interesse, che, per la colpevole dimenticanza in cui molti di questi lavori sono a tutt'oggi ridotti, offre ampi spazi d'indagine ancora tutti da esplorare. In questo ambito estremamente variegato, noi dell'associazione ArteGrandeGuerra siamo sempre alla ricerca di nuclei di opere ricche di novità stilistiche e di contenuto. È il caso delle splendide ed evocative grafiche  inedite dell’artista tedesco Fritz Gärtner (Aussing 1882- Munich 1958), di cui abbiamo recentemente rinvenuto un lotto. Ad esse è dedicato l'articolo: La Grande Guerra raccontata dall’artista tedesco Fritz Gärtner
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Ardengo Soffici, artista di punta della sua epoca, assisté in prima persona, in qualità di ufficiale addetto all'ufficio propaganda della Seconda Armata, alle tragiche giornate che fecero seguito alla rotta di Caporetto. Nel 1919 pubblicò La ritirata del Friuli - Note di un ufficiale della II armata nel quale racconta gli enigmatici e terribili eventi di quei giorni. Ecco il link alla nostra recensione di questo libro di grande interesse, pochissimo letto oggigiorno: La ritirata del Friuli di Ardengo Soffici 
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Come l'Italia raccontò a se stessa, negli anni che seguirono immediatamente la Grande Guerra, gli immani e sanguinosi avvenimenti che avevano caratterizzato i combattimenti? L’arte nascente della cinematografia, forma di comunicazione accessibile alle masse come nessun'altra, contribuì a diffondere nel nostro paese quel mito della Grande Guerra che sussiste in parte ancora oggi. Cliccando sul link seguente, potete leggere un ampio intervento del critico cinematografico Stefano Cò su questo tema appassionante: Film sulla Grande Guerra del ventennio fascista
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L'abbiamo visto, non è facile parlare in modo coinvolgente della Prima guerra mondiale. Difficile è, in particolare, invogliare le giovani generazioni a interessarsi di questioni ormai tanto distanti. Nell'ultimo articolo di questo numero di AGG vedremo come l'estrosa penna di Charles Schulz, geniale autore dei Peanuts, abbia affrontato la spinosa questione: La Grande Guerra di Charles Schulz
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Concludiamo (come Peter Pan quando vuole volare) con un pensiero felice: l'augurio che l'ormai prossimo centenario della Grande Guerra non si trasformi in un effimero seguito di vuote celebrazioni, magari di respiro locale, ma possa rappresentare un'occasione per ripensare con profondità e creatività ciò che davvero fu la Grande Guerra per la storia europea. Un'occasione per riconoscere i cambiamenti che il "colpo di tuono" dei cannoni apportò all'arte dei paesi combattenti, anche e soprattutto in riferimento alle numerose opere prodotte dagli artisti-soldato a tutt'oggi dimenticate o non sufficientemente valutate e studiate. Un'occasione per riflettere sulla cosiddetta "letteratura di guerra", per trarre dalla polvere i numerosi manoscritti ancora inediti e rileggere i moltissimi libri di valore spariti dalle librerie, assegnando loro finalmente il ruolo che meritano all'interno della storia della letteratura. 
Raccontare la guerra significa prima di tutto riscoprirne il vero significato da un punto di vista storico, sociale e artistico. Comprendere, traendone i debiti insegnamenti, che noi - la nostra Europa, il nostro presente e il nostro futuro -, che ci piaccia o no, siamo i figli di quegli orrori.
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Sommario

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