La domestica del proprietario introdusse delle lettere sotto la porta. Marta le prese. Ce n'erano due di Giacomo (nota 1).
In risposta ai miei dubbi, «Fanne quello che vuoi» disse.
Mi vergognai. Le dissi di leggerle, ma di tenerle per sé. Marta, per uno di quei riflessi che spingono alle peggiori bravate, fece a pezzi una delle lettere. Difficile a lacerare, la lettera doveva essere lunga. Il suo gesto mi diede nuova occasione di rimproverarla. Detestavo la sua bravata, il rimorso che non poteva non sentirne dopo. Feci, nonostante tutto, uno sforzo, e volendo che non lacerasse la seconda lettera, tenni per me l'opinione che, stando a quella scena, era impossibile che Marta non fosse cattiva. Volli che la leggesse. Un riflesso poteva farle lacerare la prima lettera, ma non farle dire, dopo avere scorso la seconda: «Il Cielo ci compensa di non avere strappato questa lettera. Giacomo mi annunzia che i permessi sono sospesi nel suo settore. Non verrà che fra un mese.» Solo l'amore può scusare simili mancanze di gusto.
Quel marito cominciava a imbarazzarmi più che se fosse stato presente e avessimo dovuto guardarci da lui. Una lettera di Giacomo prendeva all'improvviso l'importanza d'uno spettro. Facemmo colazione tardi. Verso le cinque, andammo a passeggiare sulla riva del fiume. Marta restò stupefatta quando da un ciuffo d'erba trassi il mio cestino, sotto gli occhi della sentinella. La storia del cestino la divertì molto. Io non ne temevo più il lato grottesco. Camminavamo, senza renderci conto dell'indecenza del nostro contegno, coi nostri corpi incollati l'uno all'altro. Le nostre dita s'intrecciavano. Le persone che conoscevano Marta non osavano salutarla; ma lei, non rendendosi conto di nulla, le salutava senza malizia. Doveva parer loro una sfida. Marta si faceva ripetere come ero scappato di casa. Rideva, poi il suo volto s'oscurava; allora mi ringraziava, stringendomi le dita fortemente, d'aver corso tanti rischi. Ripassammo da casa sua, per lasciarvi il cestino. A dir vero intravidi per quel cestino, sotto forma d'un pacco per il fronte, una fine degna di queste avventure. Ma questa fine era così mordace che la tenni per me.
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Nota 1: Giacomo, marito di Marta, è un soldato impegnato al fronte francese della Grande Guerra.
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Nota 1: Giacomo, marito di Marta, è un soldato impegnato al fronte francese della Grande Guerra.
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