Il vero volto della guerra

Vi proponiamo una breve lettura di un'opera del pittore-soldato Jean Lefort, la cui presenza nella nostra collezione ci rende particolarmente fieri.

Jean Lefort è uno di quei rari artisti che, avendo partecipato direttamente alla Grande Guerra, l'hanno raffigurata con continuità e veridicità. Al punto che la sua produzione, vista nel suo insieme, rappresenta un sorprendente racconto per immagini - ampio, privo di retorica e di grande sensibilità - in merito a ciò che rappresentò davvero il primo conflitto mondiale per chi dovette parteciparvi.
Inizia a documentare la sua esperienza di guerra a partire dal dicembre 1914, realizzando un corpus imponente di acquarelli di immenso valore artistico e documentativo.
Le sue immagini raccontano in “presa diretta” la battaglia di Arras, gli attacchi con il gas, gli scontri a Verdun, in Lorena e presso la Somme. Dal giugno del 1917 viene distaccato e inviato in Fiandra. Qui gli annali di guerra dell’artista si arricchiscono di alcune delle pagine più intense: i paesi devastati fanno da sfondo a rappresentazioni delle truppe di ritorno dalle battaglie.
La splendida opera in esame si riferisce proprio a quest’ultimo periodo: un dipinto a carboncino e acquarello dal titolo Retour de tranchées d’une compagnie de “tommies”, ambientato nei pressi del villaggio di Boesinghe in Fiandra.
Il grigiore del cielo, la nebbia aranciata che sfuma i contorni in lontananza, la chiesa in rovina color mattone costituiscono il malinconico scenario che attornia una compagnia di soldati inglesi, i cosiddetti "tommies", supersiti di un aspro combattimento, al ritorno dalle trincee di prima linea.
Osservando questi giovani soldati sfiniti e senza più neppure un barlume della vitalità che appartiene alla loro età giovanile, ci viene da pensare che Lefort qui ci mostra, senza bisogno di indulgere nell'orrore, con semplicità, ma anche senza veli né retorica, il vero volto della guerra.

La scena raffigura il rientro di una compagnia dopo la battaglia di Langemark, combattuta dal 16 al 18 agosto 1917, nell’ambito della terza battaglia di Ypres; informazione che traiamo dall'iscrizione posta dall'autore nella parte superiore dell'opera. Indicare esattamente la data e il luogo cui si riferiscono le sue immagini era infatti per Lefort una consuetudine. Consuetudine che nasceva dall'imperativo morale di documentare una realtà sconvolgente senza ad essa nulla aggiungere o togliere.
Bizzarro collezionista di verità, Lefort raccolse pazientemente, per anni, le schegge visive di un evento che non voleva fosse distorto nella memoria di coloro che restavano.

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