Studiò all’accademia di Firenze, dove fu allievo di
Adolfo De Carolis che coadiuvò nella decorazione pittorica del palazzo del
podestà a Bologna. Apprese dal maestro l’arte della silografia, nella quale
raggiunse un notevole grado di autonomia. Nel 1912, a Levanto, in una
mostra organizzata dalla Società italiana di silografia presentò un nucleo
della sua produzione che gli fece meritare la medaglia d’oro. Per «L’Eroica»
incise diverse copertine e il fascicolo di gennaio-febbraio del 1914 gli venne
dedicato interamente. Allo scoppio della guerra si arruolò volontario nella
brigata “Toscana” e partì per il fronte. Nel 1916, mentre era in zona di
operazioni, alcune delle sue migliori silografie vennero esposte in una mostra
a Londra, organizzata da Raffaele Calzini. La guerra gli ispirò opere di grande
valore artistico e umano, presentate alla Prima Biennale Romana: sono
rappresentazioni di vita quotidiana al fronte, che riprendono dei soldati segnati dall'esperienza del dolore. L’artista
trovò la morte nel 1917 all’uscita da un ridotta a Melette di Gallio sul Monte
Zomo (A. Petrucci, voce Barbieri Gino, in Dizionario biografico degli
Italiani, vol. 6, Roma 1964, pp. 235-236;
Servolini L., Dizionario
illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Milano
1955, p. 49 segg.).
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