Gino Barbieri (Cesena 1885-Monte Zomo 1917)

Autoritratto, silografia, 1914
Studiò all’accademia di Firenze, dove fu allievo di Adolfo De Carolis che coadiuvò nella decorazione pittorica del palazzo del podestà a Bologna. Apprese dal maestro l’arte della silografia, nella quale raggiunse un notevole grado di autonomia. Nel 1912, a Levanto, in una mostra organizzata dalla Società italiana di silografia presentò un nucleo della sua produzione che gli fece meritare la medaglia d’oro. Per «L’Eroica» incise diverse copertine e il fascicolo di gennaio-febbraio del 1914 gli venne dedicato interamente. Allo scoppio della guerra si arruolò volontario nella brigata “Toscana” e partì per il fronte. Nel 1916, mentre era in zona di operazioni, alcune delle sue migliori silografie vennero esposte in una mostra a Londra, organizzata da Raffaele Calzini. La guerra gli ispirò opere di grande valore artistico e umano, presentate alla Prima Biennale Romana: sono rappresentazioni di vita quotidiana al fronte, che riprendono dei soldati segnati dall'esperienza del dolore. L’artista trovò la morte nel 1917 all’uscita da un ridotta a Melette di Gallio sul Monte Zomo (A. Petrucci, voce Barbieri Gino, in Dizionario biografico degli Italiani, vol. 6, Roma 1964, pp. 235-236; Servolini L., Dizionario illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Milano 1955, p. 49 segg.). 

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