1914: artisti italiani di fronte al dramma della guerra europea

Fig. 1a Guido Balsamo Stella, L'anno della Guerra 1914 (particolare)
Come fu recepita la Grande Guerra, nel 1914, dagli artisti italiani? Quale fu la loro visione del conflitto europeo, mentre l'Italia manteneva una posizione di neutralità?
La Prima guerra mondiale ha rappresentato una materia particolarmente fruttuosa per i disegnatori che si dedicavano alla satira e alla caricatura, permettendo loro di proporre numerose e intriganti letture - in chiave eminentemente politica e sociale - degli eventi che la caratterizzarono via via. 
A fronte di tale cospicua produzione, pochissimi autori (non tenendo conto dei celeberrimi lavori artistici dei futuristi che, dal 1914, trattarono con notevole frequenza, in chiave interventista, le tematiche della guerra) hanno invece affidato all'arte in senso stretto - e non dunque semplicemente al genere satirico - la divulgazione del loro sentire riguardo a questo evento epocale.
Una ricognizione in questo senso ci ha portato sulle tracce di due notevolissime, e purtroppo assai poco note, acqueforti. Gli autori di queste opere, Guido Balsamo Stella (1882-1941) e Marino Marini (1901-1980), rappresentano figure abbastanza defilate rispetto all'arte italiana ufficiale del periodo, gravitando il primo in ambito mitteleuropeo, essendo invece il secondo ancora troppo giovane (solo tredicenne) in quel 1914.

Fig. 1 Guido Balsamo Stella, L'anno della Guerra 1914, acquaforte
L’anno della guerra 1914 (Kriegs jahr 1914) di Guido Balsamo Stella, opera visibile in fig. 1, è un soggetto allegorico-visionario che evidenzia una stretta continuità con la produzione dell'artista degli anni precedenti (nota 1). Allievo di Welti, seguace di Bocklin, Guido Balsamo Stella traspone in questa incisione inquietudini e presagi funesti: una sorta di materializzazione del male di ascendenza romantico-simbolista. Bellezza e violenza ferina caratterizzano la figura muliebre, dai connotati ambigui e polimorfi, che giganteggia in un paesaggio fluviale (fig. 1a). Il viso e il petto femminei, dai tratti raffinati e sensuali, si innestano nella metà inferiore del corpo, terminante in zampe pelose dai lunghi artigli, analoghe a quelle di un orso. I biondi capelli fluenti di questa creatura si agitano in un cielo pervaso da sinistri bagliori, mentre due enormi ali di pipistrello le si dipartono dalle spalle, per andare a occupare gran parte dello spazio soprastante.
Fig. 1b Guido Balsamo Stella, L'anno della Guerra 1914 (particolare)
La donna-mostro che, con mani candide e delicate, è in procinto di appiccare incendi, si rivela un'incarnazione della furia bellica. Da più parti, tutt'intorno a lei, divampano dei fuochi; ed è facile prevedere che, presto, ogni cosa ne sarà devastata. L’azione nefasta e maligna di questa portatrice di discordia si concretizza nella raffigurazione in primo piano, dove, da sinistra , parallelamente al corso di un fiume, avanzano degli eserciti di lancieri a cavallo, mentre sulla destra, posta in particolare evidenza, si scorge la sagoma di un cavallo riverso, emblema del cataclisma in corso (fig. 1b). Al di fuori del campo della rappresentazione, nel margine inferiore della stampa, una remarque (nota 2) si dispiega orizzontalmente seguendo un andamento analogo a quello della linea dell’esercito dei lancieri. Qui dei rapidi schizzi riprendono un’altra guerra, nella quale i fanti si lanciano all'attacco con le baionette inastate e gli aeroplani bombardano: il conflitto del 1914, la terribile guerra in corso.
Perché mai relegare ai margini ciò che invece costituisce il tema principale dell'opera (come ben evidenzia il titolo che vi è posto)? Si tratta di una scelta ben ponderata, il mezzo usato da Guido Balsamo Stella per dirci che la guerra, presente in tutte le epoche della storia, è la condizione naturale dell’esistenza umana. L'autore ha voluto anzitutto dare risalto alle cause profonde che la generano in ogni tempo: l’odio e la violenza, impersonate dal mostro appiccatore d'incendi. 
Fig. 2 Albrecht Dürer, Assedio a una piazzaforte 
In una tale concezione astorica della guerra, non è un caso che l'immagine abbia un’impaginazione orizzontale, "inquadratura" che esalta la grandiosità della visione generale, in rapporto ai singoli elementi che la costituiscono (uomini, case, natura), con un procedimento che fa pensare ai paesaggi con scene di guerra incisi da Albrecht Dürer (1471 - 1528): ne proponiamo un esempio in fig. 2.


Fig. 3 Marino Marini, La guerra del 1914, acquaforte 
Anche Marino Marini ha espresso una personale riflessione sul dramma della Grande Guerra, valendosi della tecnica incisoria, in una delle sue primissime acqueforti: La guerra del 1914, opera già sorprendentemente matura (fig. 3), tenendo conto che è stata realizzata, come detto, in verdissima età (nota 3). Vi sono ritratti dei soldati che si apprestano a salutare un compagno, verosimilmente caduto in battaglia, disteso su una tavola. Del cadavere viene mostrato il solo particolare dei piedi, lasciandone il resto fuori dal campo della rappresentazione. Questo momento toccante, segnato fortemente dal motivo del cordoglio, è reso attraverso la bruciante contrapposizione tra la luce e l'ombra di una scena fortemente contrastata. 
Fig. 3b Marino Marini, La guerra del 1914(particolare)
Alcuni soldati attorniano con fare esitante il feretro, mentre degli altri, di cui scorgiamo solo le sagome scure, lasciano la stanza, dopo aver dato l'ultimo saluto all'amico (fig. 3b). In tutto ciò, la luce ha una funzione fortemente espressiva, mettendo a nudo la materia degli abiti e delle cose, lasciando invece in ombra i volti ripiegati dal dolore. Al centro della raffigurazione svetta la figura di un militare ferito, ripreso di profilo con il capo fasciato e il braccio legato alla spalla: assorto in un ultimo pensiero rivolto al compagno morto.
La composizione del giovanissimo Marini sembra concentrarsi dunque sul dramma umano della guerra: i profondi legami d'affetto tra commilitoni, il dolore di chi rimane, il futuro incerto che grava sui sopravvissuti.

Non è certo un caso che un tale importante messaggio giunga da posizioni del tutto isolate e decentrate. Le due incisioni di Balsamo Stella e Marini qui presentate non urlano proclami, intendendo invece promuovere una riflessione silenziosa e profonda nell'osservatore: ci parlano delle cause e degli effetti della guerra, delle sue dinamiche reali, al di là di ogni mascheramento retorico o propagandistico.



Carol Morganti


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Note
1 L’opera L’anno della guerra 1914 di Guido Balsamo Stella è pubblicata in Guido Balsamo Stella. Opera grafica e vetraria, Milano 1977, n. 127; e nel catalogo della mostra (Bassano del Grappa, Palazzo Agostinelli 24 ottobre 1987- 31 gennaio 1988), Guido Balsamo Stella: opera incisoria e vetraria, Bassano del Grappa, 1987, p. 54, n. 94.
2 Remarque nel lessico delle arti grafiche indica un piccolo schizzo inciso nel margine di una lastra, che viene rimosso con il brunitoio, dopo che un certo numero di prove è stato tirato. 
3 L’opera è pubblicata nel catalogo, curato da Luigi Toninelli, Marino Marini: acquaforti 1914-1970, Livorno 1974, n. 2.

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