A.G.G. n° 16 - novembre - dicembre 2013

Terra di nessuno?
In questo numero di AGG (n° 16 di novembre - dicembre 2013intendiamo riflettere sul tema della memoria. Fragile, delicata, vulnerabile e tuttavia preziosa e colma di significati che toccano intimamente i nostri tempi, la memoria di quei giorni, la comprensione di ciò che rappresentò davvero l'evento di una guerra industriale deflagrata nel cuore pulsante di un'Europa che sembrava avviarsi verso un'era di prosperità e di pace, è spesso affidata a formule stantie o vuote celebrazioni. Vorremmo  tracciare una nostra rotta precipua, in tale non sempre galvanizzante paesaggio. Inoltrarci assieme a voi, evitando ogni retorica, nella realtà quotidiana dei soldati della Grande Guerra, in quella che sembra talvolta somigliare a una sorta di terra di nessuno, presentando una serie di interventi esclusivi riferiti a memorie recuperate: operazioni culturali ad un tempo faticose ed entusiasmanti volte a trarre dall'oblio delle preziose testimonianze dei soldati della Grande Guerra, che erano ad un passo dal disperdersi per sempre.
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Cominciamo presentando un'intervista a Dario Malini, uno dei fondatori dell'associazione Arte nella Grande Guerra. Esce in questi giorni nelle librerie il suo Taccuino di un nemico, edito da Mursia. Dobbiamo questo libro al casuale recupero, effettuato in prima persona dal curatore del testo, del taccuino di Otto, un soldato tedesco di fede ebraica. Il palpitante racconto di questo ragazzo procede senza sostanziali interruzioni dall’8 agosto 1914 all’11 novembre 1918, permettendoci di osservare da vicino molte delle più importanti battaglie della Grande Guerra su un gran numero di fronti (compreso quello italiano nei giorni di Caporetto). Una cronaca di prorompente novità che apre inediti spiragli sull’ambiguo rapporto esistente tra tedeschi ed ebrei in anni in cui la Germania, più d’ogni altra nazione europea, pareva aver posto le basi di una completa assimilazione del popolo eletto, e in cui nulla faceva presagire ciò che sarebbe accaduto solo pochi decenni più tardi. Una narrazione potente e coinvolgente che costituisce un unicum all'interno della letteratura della Grande Guerra. Ecco il link all'intervista: Taccuino di un nemico di Dario Malini
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Presentiamo ora alcune intense litografie di Charles Harder, artista-soldato svizzero la cui memoria è stata spazzata via dal cataclisma della Grande Guerra. Queste opere, riscoperte da ArteGrandeGuerra, vengono qui presentate per la prima volta. Si tratta di immagini ambientate in bui cunicoli rischiarati da flebili candele, in cui la condizione esistenziale dei soldati viene indagata attraverso squarci di luce che irrompono nelle tenebre. Ecco il link all'articolo Charles Harder: l’enigma dell’attesa.
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Ebbene sì, anche i burattini hanno fatto la guerra! Albert Bagno, grande burattinaio, e inoltre ricercatore, scrittore e conferenziere, ci permette di addentrarci in una materia affascinante e pochissimo conosciuta.  In questo articolo scopriremo  qual è stato il contributo del teatro di figura (come viene chiamato quello che utilizza burattini, marionette, pupazzi, ombre, ecc. ) all'intrattenimento dei soldati sul fronte francese della Grande Guerra. Cliccare qui per leggere: Burattini nelle trincee francesi (a cura di Albert Bagno).
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L'ultimo articolo di questo numero recensisce un libro, edito da ArteGrandeGuerra, frutto di molto lavoro e molta passione. Si tratta del catalogo della straordinaria (ma pochissimo nota, al punto che questo testo rappresenta una vera ri-scoperta) raccolta di incisioni Le Visage de la Victoire, realizzata tra il 1914 e il 1916 dall’artista belga Henry De Groux. Queste grafiche nascono dalla lucida volontà dell’autore di documentare senza retorica ciò che davvero avveniva lungo il fronte francese nel corso di quegli anni terribili di guerra. Preceduto da un ampio saggio introduttivo, lo studio viene a colmare una colpevole lacuna della storia dell’arte. Il catalogo comprende 52 illustrazioni e, per ciascuna opera, una scheda tecnica con un'approfondita lettura iconografica. Ne parliamo con la storica dell'arte Carol Morganti, curatrice della pubblicazione: Henry De Groux, Le Visage de la Victoire
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- Scrivimi, ricordati, non mi dimenticare...
-Sì, amore, non dubitare... A proposito, come ti chiami?
Terminiamo come di consueto presentando una vignetta. Pubblicata nel 1917 sulla rivista «Numero» (n° 188), ci sembra in tema con l'argomento trattato. La scenetta, chissà perché, ci induce irresistibilmente qualche riflessione sulla leggerezza e l'opportunismo con cui molti (pensiamo soprattutto alle istituzioni) si accostano sovente, e in misura maggiore in occasione delle celebrazioni ufficiali, alla memoria dei soldati della Grande Guerra.
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