Carlo Fabiano legge "Il sorriso dell'obice"

Vi presentiamo alcuni brani, tratti da Il sorriso dell'obice di Dario Malini, letti da Carlo Fabiano.
Carlo (straordinario attore e regista, che vediamo nella foto assieme a Gigi Proietti) ha recitato (proprio con il grande Gigi) ne “La vita è una cosa meravigliosa” e in numerose commedie teatrali come "Nuts", “Mojo”, “Cometa off”, ecc. Per accedere al sito di Carlo Fabiano, cliccate qui.
I brani musicali che accompagnano le letture sono tratti da War Requiem di Benjamin Britten, opera che utilizza il testo del Requiem latino, interpolato con le lancinanti poesie di Wilfred Owen, morto in trincea una settimana prima della fine della Grande Guerra.
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Qualche parola sul primo brano. 11 giugno 1915. Walter Giorelli (protagonista del libro), arruolato di fresco, è sul treno che da Roma lo condurrà a Bologna, dove starà circa 3 mesi per l’addestramento militare. Una sosta a Firenze ci permette di accompagnarlo in una passeggiata in città, nella calca di gente esultante e preda di una vera follia nazionalista per l’entrata in guerra dell’Italia. Lo sguardo di Giorelli è curioso e lieve, non senza qualche presentimento di ciò che la guerra sarà.
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Seconda lettura. Primi giorni del 1916. Giorelli era in un reparto di salmerie che provvedeva al rifornimento delle truppe sotto il Sabotino. Viene descritto l’incontro reale con il “nemico”, in una guerra spersonalizzata in cui l’avversario era quasi sempre invisibile, e in cui a parlare era solo la potenza "industriale" delle macchine. L’incontro ha qualcosa di incantato, segnato dalla comune gioventù, dal desiderio di comunicare nonostante le difficoltà linguistiche, dalla luce cangiante delle candele, che proietta lunghe e magiche ombre sulle pareti, dal contrasto tra il dentro e il fuori che riverbera quello, lacerante, tra essere uomini ed essere soldati.
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Italico Brass, Soldati a Cividale, 1916, olio su tela cm 45X55
Terzo brano, Giorelli segue il corso allievi ufficiali a Cividale del Friuli (aprile-luglio 1916). La cittadina di Cividale, gremita di soldati in attività, evidenzia il momentaneo arresto del battito cardiaco della Storia che fu la Grande Guerra. Qui si mostra, in sordina e quasi sovrapensiero, l’agonia del vecchio mondo e l’irrompere degli albori di una nuova era. 
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Ed ora, l'ultima lettura. È il 10 novembre 1916. Dopo un anno e cinque mesi di guerra, per  Walter Giorelli si avvicina l’ora fatale. Si trova al fronte di Plava, sul basso Isonzo, non distante da Caporetto. Le sue parole descrivono un momento di lacerazione e assieme di rinascita. Giorelli “il soldato” ritorna Giorelli “il pittore”, nonostante tutto. Nonostante la guerra, di cui finalmente può ridere. La fine giungerà presto, il 23 novembre di quell’anno, ma per un magico momento, nel paesaggio spettrale dell’Isonzo battuto dalla pioggia, l’arte riesce a trascendere l'alienazione e la morte.


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