Inaugurazione mostra ZONA DI GUERRA

Vi forniamo un breve resoconto della fantastica serata del 7 novembre 2015, quando, al MAIO di Cassina de' Pecchi, è stata inaugurata la mostra ZONA DI GUERRA: il "locus terribilis" della modernità. Sala pienissima con molte persone in piedi ed alcune (non poche, purtroppo) che non sono potute entrare. 
Ha condotto l'incontro, con grande savoir-faire, l'assessora alla cultura di Cassina de' Pecchi Laura Vecchi, che qui sopra vediamo presentare gli ospiti all'inizio della serata.
Questa immagine mostra il "fantastico trio" che abbiamo avuto l'onore di ospitare: il noto giornalista Salvatore Giannella, il Professor Giuseppe Langella, ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso l'Università Cattolica (ma qui in veste di poeta, autore dell'intensa raccolta Reliquiario della grande tribolazione. Via crucis in tempo di guerra, pubblicata per Interlinea) e la grandissima Dacia Maraini.
Dopo il saluto istituzionale del sindaco di Cassina de' Pecchi Massimo Mandelli (che vediamo qui sopra sulla destra) prende la parola Salvatore Giannella che ricorda la mission del MAIO e propone d'intitolare a Guglielmo Pacchioni (salvatore del patrimonio dell'arte dei musei milanesi nella Prima e nella Seconda guerra mondiale), colpito ingiustamente da damnatio memoriae, la piazza antistante il museo.
Qui sopra, osserviamo Giuseppe Langella mentre legge, mostrando tra l'altro notevoli doti d'interprete, una poesia della sua raccolta.
Eccovi ora una ripresa dell'intervento della Maraini che, con la sua voce calma ma colma di pathos segreto e il suo dire preciso ma mai forzato, ha catalizzato l'interesse dei presenti. 
Passiamo ora ai curatori dell'esposizione. Qui sopra, vediamo Dario Malini mentre fornisce ragguagli sull'attività dell'associazione Arte Grande Guerra, presenta l'impalcatura ideativa della mostra Zona di guerra e si sofferma brevemente sul memoriale di guerra che ha riscoperto: Quella cosa grande (o fetente) che è la guerra.
Ed ecco due momenti (foto sopra e foto sotto) dell'intervento dell'altra curatrice, la storica dell'arte Carol Morganti, che illustra, con rara comunicativa e sensibilità, il percorso espositivo dando illuminanti informazioni sulle cinque sezioni in cui è suddiviso.
Terminiamo con due belle immagini distese, riprese al termine della presentazione.
Nella prima, Dario Malini è accanto al Professor Giuseppe Langella che tiene in mano Quella cosa grande (o fetente) che è la guerra.
Ed ecco, infine, due altre immagini ancora di Dario Malini in compagnia della grande Dacia Maraini. In alto, i due sono nella posa di rito; nell'immagine seguente, invece, li vediamo mentre discutono con passione sull'arte prodotta dalle donne nel corso della Grande Guerra e sul memoriale Quella cosa grande (o fetente) che è la guerra.
Davvero intenso e commovente l'interesse manifestato dal pubblico per le opere dei soldati-artisti della Grande Guerra e per il memoriale Quella cosa grande (o fetente) che è la guerra presentato in prima assoluta in occasione di questo evento. La mostra resta aperta sino al 5 dicembre. 



Nessun commento:

Posta un commento