Giuseppe Scalarini, Autoritratto |
Cominciamo fornendo una breve nota biografica dell'artista.
Giuseppe Scalarini, Autoritratto |
Agosto - dicembre 1914
Come detto, negli anni che precedettero l'entrata dell'Italia nel Primo conflitto mondiale, Scalarini pubblicò sull'«Avanti!» un'intensa campagna antimilitarista. Si tratta di vignette tracciate con un segno potente e sintetico. Ingredienti minimi, massima semplicità sono la forza delle loro linguaggio grafico, basato non sulla vuota retorica, ma su precise argomentazioni, esposte con chiarezza e lucidità.Fig. 1 |
re o imperatore, vuol semplicemente dire che la guerra regna e impera esclusivamente sulla più totale desolazione.
Fig. 2 |
Fig. 3 |
Fig. 4 |
Gennaio - maggio 1915
La denuncia della guerra di Scalarini non conosce cedimenti neppure nel corso dell'anno successivo, nei primissimi mesi del quale si occupa di prendere di mira le occulte trame orchestrate dalle agguerrite minoranze interventiste.
Nella vignetta di capodanno, La nascita del 1915, il nuovo anno mostra di partire sotto i peggiori auspici, levando le braccia in segno di saluto dalla bocca di un cannone (fig. 5).
Solo qualche giorno innanzi, per la festa dell’Epifania, Scalarini realizza la vignetta Il magazzino militare (fig. 6) in cui con pungente ironia coglie la bizzarra singolarità degli ingredienti che servono per alimentare la causa del militarismo e preparare la guerra. Il “magazzino” appare stipato da un coacervo di mitologie e inezie; tra cui figurano degli specialissimi carburanti come la “retorica”, le “favole”, la “grancassa”, le “bombe dei comunicati ufficiali”, il “fumo concentrato nel vuoto”, la “sabbia da gettare negli occhi” e molto altro ancora, perfino il “lucido da scarpe”.
A smascherare le ignominiose conseguenze della guerra, in primis il dissolvimento del “DIRITTO”, la fervida fantasia del geniale Scalarini crea la potente simbologia de L’albero della guerra (fig. 7), datata 8 febbraio. Si tratta di una pianta insidiosa e nociva (cui si alimentano le perverse gemme del “nazionalismo”, dell’“irredentismo” e del “patriottismo”) le cui radici, nutrite d’ogni genere di malvagità (furto, incendio, stupro, ecc.), intrappolano una preziosa cassa, giacente nella terra, in cui sono custoditi i sacri diritti degli uomini.
Scalarini evidenzia i frutti velenosi del nazionalismo nella vignetta del 6 aprile, eloquentemente intitolata: Le due Italie (fig. 8). Due donne di aspetto antitetico rappresentano i due volti contrapposti del paese: quello falso e velleitario, forgiato dalla vuota retorica intesa a sostenere il prestigio nazionale, rappresentato dalla donna turrita grandiosamente e solennemente atteggiata, intenta a brandire la spada e la fiaccola; e quello reale, impersonato dalla donna pure essa turrita ma stracciona, piccola piccola, miseramente appoggiata alle stampelle, completamente fasciata per le ferite ricevute nelle precedenti imprese belliche: le guerre d’indipendenza, le imprese coloniali africane. I mali antichi da cui è affetta sono ancora inscritti nelle bende che l’avvolgono, poiché da esse non si è mai risollevata: “disoccupati”, “malattie”, “crisi economica”, “terra incolta”, ecc.
Dal mese di marzo, le vignette dell’artista sembrano precorrere gli orrori che presto si compiranno. Particolarmente inquietante è la vignetta La macellazione (fig. 9), pubblicata il 24 marzo, in cui i rappresentanti delle diverse correnti dell’interventismo (fasci, riformisti, radicali, ecc.) sospingono un carro bestiame dentro il quale vi è un singolo uomo spaurito, simile a un animale portato al macello: il precursore dei tanti figli d’Italia, che presto verranno gettati nell'immane carneficina della guerra.
Fig. 5 |
Fig. 6 |
Fig. 7 |
Fig. 8 |
Fig. 9 |
Fig. 10 |
In questa grande campagna antimilitarista, Scalarini demolisce le argomentazioni avversarie rivelando lucidità e razionalità. Laddove addita gli sviluppi più osceni e macabri della guerra, dimostra mirabile preveggenza. I modi asciutti e sobri che contraddistinguono il suo stile non si avvalgono della deformazione o dell’iperbole. Il suo è un linguaggio essenziale e al contempo tagliente che conserva ancora oggi una piena attualità.
Carol Morganti
---------------------
Note
1 Sulla figura di Giuseppe Scalarini (Mantova 1873-Milano 1948) si rimanda all'interessante e informatissimo sito web www.scalarini.it in cui si possono reperire una biografia, un nutrito regesto bibliografico e le immagini di molti disegni realizzati per le riviste con cui l’artista ha collaborato. Il corpus più imponente di queste grafiche è costituito dai disegni per «Avanti!» della cui redazione Scalarini fece parte dal 1911 al 1925. La maggior parte delle immagini che corredano il presente articolo sono tratte da questo sito, che ringraziamo sentitamente.
1 Sulla figura di Giuseppe Scalarini (Mantova 1873-Milano 1948) si rimanda all'interessante e informatissimo sito web www.scalarini.it in cui si possono reperire una biografia, un nutrito regesto bibliografico e le immagini di molti disegni realizzati per le riviste con cui l’artista ha collaborato. Il corpus più imponente di queste grafiche è costituito dai disegni per «Avanti!» della cui redazione Scalarini fece parte dal 1911 al 1925. La maggior parte delle immagini che corredano il presente articolo sono tratte da questo sito, che ringraziamo sentitamente.
Nessun commento:
Posta un commento