Bucci fece parte del Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti e Automobilisti (III Compagnia, 8° plotone), nel quale si arruolò al fianco del gruppo dei futuristi, con cui condivise le imprese più memorabili.
«Siamo fucilieri dell’ottavo plotone, a guardia notturna del Forte Trimellone e del lacustre Fronte. Tra noi buoni compagnoni sono i chiari Futuristi; altri oscuri per un oscuro compito»Nel giorno della mobilitazione, il 23 maggio 1915, i volontari del Battaglione vennero equipaggiati presso la caserma Teullié di Milano, e il 31 di maggio raggiunsero Gallarate per effettuare un corso di preparazione tecnica conclusosi il 20 luglio. Al 21 luglio risale la loro partenza trionfale attraverso le vie di Milano tra la folla festante, per raggiungere Peschiera (Polveriera Ronchi) dove trascorsero il mese d’agosto, tra esercitazioni e diversivi. Raggiunsero le zona di guerra solo il 12 ottobre e, a Malcesine, tutte le compagnie del Battaglione furono impegnate in operazioni di ricognizione che consentirono al gruppo formato da Bucci, Boccioni e Sant’Elia, guidato da Marinetti, di individuare le trincee austriache sopra Dosso Casina. Il 19 ottobre il Battaglione, affidato al comando del colonnello degli alpini Roberto Bassino, diede inizio alla risalita in quota, preparandosi per la presa di Dosso Casina e Dosso Remit, occupate nelle giornate successive. La notte del 24 ottobre fu la più impegnativa e rischiosa, ma viene ricordata da alcuni dei protagonisti anche come la più bella e avventurosa. Bucci, dal canto suo, la rievoca in un capitolo della sua autobiografia Pane e luna, in cui il succedersi degli eventi scorre in un racconto denso e incalzante, intessuto di sensazioni ed emozioni, per confluire in un esito che sembrava inaspettato a tutti i protagonisti.
Bucci, Pane e luna, II, p.7.
«Procediamo allo scoperto, si corre quasi. Il narcotico lunare ci rende attoniti. Siamo meravigliati del nemico e di noi stessi. Ma la facilità del declivio culla i sogni dei più temerari. Allo svolto del sentiero è un ammasso di sassi: una ridotta sventrata. I reticolati sono divelti. Si passa accanto a una fossa nella terra […]. Poi le novelle corsero di bocca in bocca: ‘Forte Remit è stato preso dagli alpini stamattina’. […]. ‘Gli Austriaci? Fuggiti lasciando tutto il bottino»Al termine del mese di ottobre il Battaglione Lombardo ricevette l’ordine di congedo. All’inizio di dicembre ne venne ordinato lo scioglimento, essendosi rivelato inadeguato alle esigenze di una guerra di posizione in montagna [nota 4]. Come molti altri volontari, Bucci fu allora inserito nell’esercito regolare e, inquadrato nel 68° Reggimento Fanteria, combatté quindi sul basso Piave e poi su vari fronti.
Bucci, Pane e luna, II, p.7.
Carol Morganti
Note
[1] Un’ampia recensione della mostra genovese è rintracciabile nell’intervento di L. Angelini, Disegni di guerra (Il pittore Anselmo Bucci), pubblicata in «Emporium» nell’agosto del 1917, pp. 106-112.
[2] Le opere della raccolta sono catalogate da C. A. Petrucci, Le incisioni di Bucci, Roma 1954, s.p.; un catalogo illustrato (con la quasi totalità della raccolta) è stato edito in occasione di una donazione di una serie di esemplari della raccolta al Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto: O. Berlanda, Anselmo Bucci. Croquis du Front Italien. Cronache visive della Grande Guerra, Rovereto 1997).
[3] Le vicende dell’artista seguono quelle del Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti e Automobilisti (V.C.A), ampiamente descritte negli scritti di molti tra gli stessi partecipanti. Per uno studio dettagliato sulle vicende del Battaglione Lombardo, si veda il catalogo della mostra tenutasi a Milano nel 2007: L. Sansone (a cura), Patriottismo futurista. Il Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti Automobilisti, Milano 2007).
[4] Cfr.:R. Codara, L’ora triste pel V.C.A. Congedo e scioglimento, in «La Gazzetta dello sport» del 6 dicembre 1915, n. 73.
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