A.G.G. n° 8 - Luglio - agosto 2012

AGG n° 8
La risata del fante
Il riso, non diversamente dalla paura, dall’istinto di sopravvivenza e dal coraggio, si configura sorprendentemente come un sentire caratteristico del combattente della Grande Guerra. 
L'altra sera, mentre col mio attendente cercavo di disporre un pino caduto in modo da nascondere un nostro camminamento, ci raggiunse per caso una spoletta, che cadde a due passi da noi: un po' d'angoscia all'avvicinarsi del piccolo farfallone, ma tosto calma e ilarità.
Carlo Emilio Gadda, Giornale di guerra e di prigionia
In questo numero di AGG osserveremo da diversi punti di vista l'ambiguo rapporto che lega guerra e comicità.
«In tutta la guerra soltanto quella battaglia mi rivelò l’esistenza di una sorta di orrore ignoto e strano quanto una terra sconosciuta. Così in quegli attimi non avvertii alcun timore, ma anzi un’eccitazione straordinaria, quasi demoniaca; ebbi anche accessi di un riso convulso che non riuscivo in alcun modo a contenere
Ernst Jünger, Tempeste d'acciaio
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Cominciamo con un'interessante rassegna della presenza del comico nei testi narrativi della Grande Guerra. Che valore deve essere attribuito alla risata del soldato? Ecco il link all'articolo Il comico nella letteratura di guerra
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Partendo dalle pagine di un interessante libro ormai fuori catalogo, Ta-pum. Canzoni in grigioverde di Piccinelli, Salsa, Bazzi,  Paolo Seno (responsabile del sito www.bibliofi.it) ci parla del riso come reazione solo apparentemente paradossale agli orrori della guerra: Ta-pum. Quando a scoppiare è una risata

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Ardengo Soffici, pittore e scrittore di punta della sua epoca, credette fermamente nella guerra come vitale processo di rinnovamento degli uomini e delle società. Interventista convinto sin dal 1914, a differenza di molti suoi compagni, non mutò opinione neppure nello scontrarsi con la realtà effettiva dei combattimenti, creandonsi una visione piuttosto idealizzata della guerra, che può lasciare perplessi ma che in lui appare assolutamente sincera. Vi proponiamo la recensione di Kobilek - Giornale di battaglia, opera importante ma spesso sottovalutata (e non è probabilmente un caso se questo libro non viene più ristampato da decenni) in cui la risata del soldato assume delle accezioni del tutto originali. Qui trovate l'articolo Kobilek - Giornale di battaglia di Ardengo Soffici
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Abel Faivre, noto caricaturista francese, pubblicò tra il 1915 e il 1916 una cospicua raccolta di litografie che illustrano la tragedia della Grande Guerra attraverso l'arma affilata dell'ironia. L'intervento seguente si avvale di una selezione di queste opere, per riflettere con profonda leggerezza sulla reazione del semplice poilu agli orrori e alle follie della guerra. Ecco il link a Jours de guerre di Abel Faivre
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Comunicato tedesco: Niente da segnalare di nuovo sulla fronte orientale.
Chiudiamo con una vignetta del 1917, pubblicata sulla rivista Numero, che ribadisce quanto poteva essere nero lo humor di guerra nella stampa dell'epoca. Tra l'altro, si noti come qui venga sostanzialmente anticipato quello che sarà il titolo di un importante romanzo di guerra (ma che verrà scritto solo molti anni più tardi, nel '29).
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Sommario

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