Leopold Poiré (Metz 1879-Nancy 1917)

Autoritratto, acquaforte, 1915
Il nome di Leopold Poiré, assente dai repertori artistici e biografici, è stato riscoperto solo recentemente grazie all’eccellente monografia di Michel Caffier: La deuxième vie de Leopold Poiré, edita nel 2001. La catalogazione dell'opera di questo artista è stata resa possibile dopo il rinvenimento di un vasto materiali d’archivio, comprendente, tra l’altro, le acqueforti e i taccuini di schizzi. Tali documenti sono venuti a costituire il “Fond Poiré”, conservato presso il Conservatoire Regional de l’Image di Nancy.

All’età di vent’anni, nella città natale, Poiré fa apprendistato presso il pittore e decoratore Jean Louis Graffe, ed è allievo dei pittori Thiriot e Culmann. Conosce Verlaine, che ritrae in una incisione. Nel 1901, per sfuggire alla leva militare prussiana, si trasferisce a Nancy dove viene impiegato presso la ditta di Henri Bellieni, commerciante di apparecchi fotografici e fabbricante di apparecchi ottici, del quale diviene consigliere tecnico e artistico, nonché reporter. In questi anni Poiré si appassiona a tal punto al mondo della fotografia da realizzare, fino al 1914, numerosi servizi fotografici, alcuni anche all’estero (dedica, ad esempio, 120 plaques alla valle de Nilo). Nel 1902 espone i suoi lavori fotografici a Nizza, l’anno successivo a Bézier.

Abile, intelligente, competente, tecnicamente impeccabile, dotato di grande sensibilità e di rare qualità artistiche, non è un fotografo che aspira alla mera perfezione tecnica. Le sue opere denotano infatti gusto per le inquadrature, capacità di gestire espressivamente la luce e il chiaroscuro, facoltà di cogliere la poesia di un attimo magico. 
Nel frattempo, inizia a collaborare con scrittori e artisti tra cui Henry Bataille e Victor Prouvé; entra in contatto con il circolo de le «Chat noir», fondato da George Auriol, per il quale  viene spesso invitato nella capitale a esporre i suoi lavori. A Parigi stringe amicizia con uno dei migliori incisori del suo tempo: Félix Bracquemond. L'influenza di quest’ultimo e del pittore Victor Prouvé, lo spinge a dedicarsi all’incisione e, in particolare, all’acquaforte. Nel 1913 una sua raccolta di 45 incisioni dedicate a Nancy viene edita da Victor Berger con il titolo Nancy artistique et pittoresque. Questa pubblicazione ottiene grande successo di critica e pubblico.

Allo scoppio del primo conflitto mondiale, nonostante desideri essere arruolato nell’esercito francese, non può entrare nell’armata in quanto è considerato disertore dall’autorità tedesca. Riesce tuttavia a essere impiegato come ausiliario. Nel 1915 rientra a Nancy e realizza dei reportage fotografici delle città distrutte dagli attachi tedeschi: Gerbéviller, Amance, Vitrimont, Réméreville, Pont-à-Mousson. Fotografa gli obici che cadono su Nancy, il fronte di Verdun e le campagne desolate della Lorena. Riprende soprattutto la vita quotidiana dei soldati: le trincee, il soccorso ai feriti, il lancio dei proiettili. Nello stesso periodo incide anche, all’acquaforte, i paesaggi devastati dalla guerra e le chiese in rovina.
Nel 1917, all’età di 38 anni, muore di malattia.

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