Autoritratto, silografia, 1925 |
Nel 1906 decide di andare a Parigi a tentare la fortuna, seguendo l’esempio di altri intellettuali che frequenta all’inizio del 1900.
Dopo un primo periodo in cui sopravvive vendendo disegni a periodici come l'«Assiette au Beurre», «Rire» e «Panurge», la sua sorte conosce una svolta grazie all’incontro con l’editore e stampatore François Bernouard con cui fonda La Belle Édition. Da questo momento ha successo come tipografo, incisore e compositore di testi di qualità. Frequenta, per un periodo, l’ambiente artistico e bohémien incontrando Dunoyer de Segonzac, Apollinaire, Van Dongen, Edgard Varèze, Raoul Dufy, Léon-Paul Fargue, Émile Bernard, Albert Marquet. Presto tuttavia se ne distacca per concentrarsi nel suo lavoro di tipografo d’arte e di «peintre-graveur». Entra in relazione con Anatole France per il quale illustra le opere letterarie. Negli anni 1920-1930 apre un proprio atelier e realizza il suo sogno, cioè di curare l’intero processo di realizzazione del libro: disegnare e incidere caratteri tipografici di sua invenzione, scegliere le carte, gli inchiostri, le composizioni, disegnare e incidere illustrazioni, realizzare la stampa, la rilegatura, insomma occuparsi di tutto.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, i disagi e i drammi quotidiani lo inducono a ritirasi nel villaggio di Baux dove muore nel 1968.
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