Autoritratto, puntasecca, 1910 |
Nel 1915 si arruola come volontario nel Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti e Automobilisti. Durante il conflitto esegue le serie incisorie Croquis du front italien (1917), Finis Austriae (1918), Marina a terra (1918).
Partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1920 ed a successive edizioni. Con il 1920 l’arte di Bucci abbandona la precedente impostazione post impressionista e il suo lavoro si fa più oggettivo. Nel 1922 nel capoluogo lombardo insieme con Dudreville, Funi, Malerba, Marussig, Oppi e Sironi fonda il gruppo “Novecento” e allo stesso Bucci si deve la scelta del nome. Il neonato gruppo di artisti esordisce alla Galleria Pesaro su iniziativa di Margherita Sarfatti l'anno successivo. Nel 1925 Bucci esce dal movimento, perché non condivide l’allineamento politico della Sarfatti, tuttavia prende parte alla Mostra del Novecento Italiano presso il Palazzo della Permanente nel 1926. Più tardi dà vita al sodalizio “Incisori italiani”. Nel 1930 viene insignito del Premio Viareggio per il libro Il pittore volante, raccolta di aforismi tratti dagli scritti apparsi dal ‘27 al ‘29 su «Le Arti plastiche». Nel 1930-31 allestisce l'arredamento interno dei piroscafi «Duchessa d'Aosta», «Timavo» e «California». Durante la guerra entra nei corpi della Marina e dell'Aviazione, che descriverà nel ciclo di 36 puntesecche Seconda guerra mondiale (1940-41). Risale al 1942 la pubblicazione del libro di racconti Il libro della Bigia. Al termine del conflitto Bucci vive tra Parigi e Milano, lavorando come pubblicista e critico d'arte per «Il Corriere della Sera», «Le Arti Plastiche» e «L'Ambrosiano». Nel 1954 presso la galleria Gussoni di Milano tiene l'ultima personale. Muore nel 1955 a Monza, città dove è conservato l'Archivio Bucci.
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