L'opera d'arte del mese: "L’ora del tè in trincea" di Maurice Le Poitevin (marzo 2017)

Marzo 2017
La rubrica l'opera d'arte del mese di marzo è dedicata a un intenso disegno dell'artista soldato Maurice Le Poitevin (Le Havre 1886-Paris 1952), intitolato L’ora del tè in trincea (L'heure du thé aux tranchées).

Maurice Le Poitevin, lettighiere combattente del 329° reggimento di Fanteria, nel dicembre 1916, data in cui ha realizzato il disegno, si trovava a Montfaucon, come risulta dall'iscrizione posta nel margine superiore destro del foglio. 
L’area a nord dell’Aisne, in quel periodo, era un settore di stazionamento per il 329° Fanteria, che aveva partecipato alla sanguinosa offensiva della Somme.

Osserviamo ora con attenzione l'opera in esame, riscoperta ed entrata di fresco nella collezione esclusiva della nostra associazione:
Fig. 1 L’ora del tè in trincea, Maurice Le Poitevin,
disegno (Montfaucon, dicembre 1916)
Il disegno è ambientato in una profonda trincea dove un soldato, ripreso di spalle in primo piano, esattamente al confine tra l'ombra e la luce, trasporta due recipienti che il titolo dell'opera (vergato a penna in alto a sinistra) ci permette d'immaginare colmi di tè bollente. La distribuzione del tè rappresentava una importante pausa di distensione nella dura vita del fante, qui richiamata non senza una qualche nota di ironia, come farebbe pensare l'utilizzo di un'espressione - l'ora del tè - che rimanda a un vero e proprio rituale simbolico della comoda vita borghese. Ma, per il poilu, essa rappresenta anche e soprattutto la possibilità di sorbire una bevanda calda: atto necessario se non vitale per riscaldarsi nelle freddi notti invernali.
Torniamo ora a guardare l'opera, notando come in essa gli opposti sembrino dialogare: il basso e l'alto, la terra e il cielo, l'ombra e la luce. L'osservatore, a ragione del punto di vista ribassato, è forzato a seguire lo sguardo del protagonista del disegno, rivolto a un cielo notturno brulicante di stelle, mentre le possenti e scoscese mura di terra delimitanti lo stretto corridoio della trincea si ergono orgogliose e luminosissime, simili a inespugnabili montagne innevate. Ed ecco che il soldato (curiosa creatura ibrida, incatenata alla terra e ai suoi orrori, ma ancora capace d'aspirare all'ultraterreno), si volge all'improvviso - inopinatamente, verrebbe da dire - verso le stelle, ri-scoprendo una dimensione superiore, capace d'annullare - almeno per quel subitaneo momento d'illuminazione - ogni frontiera e fittizia divisione nazionalistica.






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